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 2018  agosto 20 Lunedì calendario

Aladin, il genio che prevede il meteo

Che tempo farà fra sette giorni? Basterà chiedere ad Aladin e non si sbaglierà più una previsione meteo, accurata al punto da poterci scommettere in vista di un evento, di un viaggio o – ancora più importante – dell’evoluzione di maltempo potenzialmente catastrofico. Il geniale Aladin (Atmospheric LAser Doppler INstrument)è il laser made in Italy, anzi made in Roma, in grado di catturare la velocità dei venti nell’atmosfera terrestre per consentire previsioni infallibili fino a 7 giorni quando oggi non si va oltre, con tale precisione, alle 48 ore. Un’autentica rivoluzione copernicana che i meteorologi – e non solo – aspettavano da anni. 
Realizzato negli stabilimenti Leonardo di Pomezia (Roma) e Campi Bisenzio (Firenze), è il più potente trasmettitore a raggio ultravioletto mai costruito al mondo per un’applicazione spaziale. Una sfida complessa con una tecnologia tutta italiana mai sperimentata finora in orbita. Una corsa vinta dall’Italia su Usa, Russia, Cina e Giappone. 
COUNT DOWNÈ già partito i countdown per il 21 agosto quando dalla base di Kourou, nella Guiana Francese, alle 23 (ora italiana), sarà lanciato il satellite europeo Aeolus dell’Esa con un razzo Vega, il gioiello realizzato per il 70% dall’Avio a Colleferro con il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana, alla 12a missione. 
Insomma un’impresa quasi tutta made in Roma anche perché i dati provenienti dallo spazio saranno elaborati dal centro dall’Esa-Esrin di Frascati. L’Italia continua insomma a giocare un ruolo determinante nel mondo con il suo comparto aerospaziale.
Cuore del sistema è proprio Aladin, il lidar atmosferico composto da un trasmettitore laser, un ricevitore e un telescopio. Un vero e proprio acchiapaventi che funziona con lo stesso principio fisico di un radar. Emette un fascio luminoso, invece di uno radio, che viene riflesso da un bersaglio e ne restituisce l’eco. 
Nel caso del lidar, le polveri e le gocce d’acqua presenti negli strati alti dell’atmosfera funzionano da traccianti, permettendo così di determinare la velocità del vento che le trascina. Un vantaggio epocale nella misurazione dei venti in quota, responsabili della circolazione atmosferica globale e dunque dei modelli alla base delle previsioni del tempo. Aladin è destinato a mandare in pensione i vecchi e cari palloni sonda che non possono arrivare in punti dell’atmosfera dove il lidar riuscirà a vedere. 
Il laser, costato circa 50 milioni di euro, genera una luce ultravioletta che indirizzata verso la Terra viene riflessa dalle molecole dell’aria e dalle particelle di polvere, ghiaccio e goccioline di acqua. La frazione di luce che si riflette ritorna verso il satellite e viene raccolta dal telescopio di Aladin per essere analizzata: questione di frequenze. E di intuito degli scienziati della Leonardo di Pomezia. 
I dati verranno inviati sulla terra in media ogni 3 ore e analizzati dal centro dall’Esa-Esrin di Frascati che li condividerà con gli istituti di meteorologia di tutto il mondo e con la comunità scientifica. Costato quasi 500 milioni di euro, effettuerà 24 orbite al giorno intorno alla terra, a un’altezza di 320 chilometri. Attualmente gli altri satelliti si trovano a circa 800 chilometri ed è per questo che i dati che Aeolus invierà promettono di rendere più precise le previsioni meteo ed hanno già suscitato una grande aspettativa internazionale. 
Impressionanti, infatti, le ricadute a livello economico. Potrà fornire indicazioni importanti in agricoltura, nell’aviazione civile e militare per ottimizzare lo sfruttamento delle correnti a favore per la navigazione aerea, nella protezione civile, riuscendo a comunicare in anticipo l’arrivo di alluvioni, tornado e trombe d’aria. 
Eolo, infine, consentirà agli scienziati di comprendere meglio le dinamiche e i processi tropicali rilevanti per la variabilità climatica. 
«È una missione dedicata a misurare la velocità dei venti su scala planetaria – spiega Alberto Cosentino, responsabile Sistemi Laser per lo Spazio dello stabilimento Leonardo a Pomezia che consentirà di avere previsioni meteo affidabili fino a 7 giorni. La missione durerà 3 anni, eventualmente prorogabile di altri 2. Sono i primi apparati di questo tipo al mondo e siamo orgogliosi di averli realizzati qui e di essere diventati leader in Europa per questo tipo di missioni». 
Lo studio di Aladin parte nel 2002 nel laboratorio di Pomezia in cui i fisici e gli ingegneri iniziano gli esperimenti per realizzare un laser di potenza da mandare nello spazio. Nel 2004 il contratto per la missione Esa. Nel 2007 nasce il trasmettitore, quasi 30 chili, adatto ad essere imbarcato su un satellite. Si tratta del più potente laser operante nell’ultravioletto mai costruito per un’applicazione spaziale ed è tutto italiano. Tra il 2012 e il 2014 il trasmettitore viene integrato a Pomezia nella camera pulita dove prima di entrare è necessario indossare biancheria sterile: tuta, calzari, cuffietta, mascherina e occhiali e sottoporsi a una doccia d’aria.

CAMERA PULITA
Aladin supera anche i test nei laboratori di Campi Bisenzio, dove vengono simulate le condizioni di vuoto che si troverà ad affrontare nello Spazio. 
Una volta partita la missione gli esperti di Pomezia continueranno a vegliare su di lui e a distanza potranno tarare, correggere e migliorare le sue prestazioni. 
«Aladin spiega Alessia Mondello, responsabile integrazione Aladin Leonardo è una sorgente che emette una radiazione di una sola lunghezza d’onda. Il laser è in ultravioletto ed è costituito da circa 70 specchi, lenti, polarizzatori tutti allineati. Emette una radiazione verso le nubi che, una volta rimbalzata, dà indicazioni sulla loro velocità. Dall’analisi dei loro movimenti è possibile ricavare informazioni sull’andamento dello stato meteorologico». 
Aladin è il precursore di Earth Care, l’altro progetto che l’Italia e Leonardo si sono aggiudicati. «Abbiamo già realizzato e consegnato il laser che misurerà l’inquinamento atmosferico e il buco dell’ozono conclude Alberto Cosentino mentre la missione dovrebbe partire tra la fine dell’anno prossimo e i primi mesi del 2020».