Corriere della Sera, 20 agosto 2018
Si può fare un ponte in otto mesi?
Genova potrà riavere il suo ponte nel 2019? La società Autostrade dice che è in grado di realizzarlo in 8 mesi dal momento in cui l’iter autorizzativo sarà concluso. Un tempo record che, secondo i vari tecnici che stanno lavorando al progetto, è conseguibile con soluzioni tecniche e organizzative che migliorerebbero la produttività del cantiere di nove volte rispetto al normale. Ma per farcela entro il 2019 servirebbe una procedura autorizzativa accelerata. Anche questo si potrebbe fare, dicono i tecnici, perché il ponte in acciaio non sarebbe un’opera ex novo ma una «ricostruzione» con la stessa forma e impronta del ponte Morandi: occuperebbe cioè «lo stesso spazio nello stesso luogo», anche se ovviamente materiali e tecniche costruttive sarebbero completamente diversi. Ma andiamo con ordine.
La procedura normaleL’iter autorizzativo ordinario per la costruzione di un ponte è lungo e complesso. Si parte col progetto preliminare che la società concessionaria sottopone all’approvazione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che di solito propone modifiche e integrazioni. Recepite le richieste e ricevuto il parere positivo, il concessionario passa alla stesura del progetto definitivo che deve ottenere due autorizzazioni. La prima dal ministero delle Infrastrutture e la seconda dal ministero dell’Ambiente con la valutazione di impatto ambientale. Anche qui, di solito, i via libera arrivano dopo rilievi e richieste di modifica. Infine, il progetto passa alla Conferenza dei servizi, che coinvolge gli enti locali e tutti i soggetti interessati. Solo quando la Conferenza approva il progetto, con eventuali emendamenti e prescrizioni, il concessionario può passare alla realizzazione.
Le due possibilitàA questo punto — stiamo sempre parlando dell’iter normale — la società ha due possibilità: il bando di gara o l’affidamento diretto dei lavori. La seconda è più breve, perché il concessionario si rivolge direttamente alle sue società di costruzione, ma questa via si può seguire nell’ambito di cosa stabilisce la legge, ovvero che nell’anno non più del 40% dei lavori sia svolto in house, mentre il 60% deve essere messo a gara.
Come accelerareLa procedura potrebbe essere abbreviata, sostengono i fautori del ponte d’acciaio, perché appunto non si tratterebbe di una nuova costruzione ma del rifacimento di quella crollata. In questi casi basterebbe il via libera di Comune e Regione e del Mit. Avvenne così, spiegano, anche nel 2009, per il rifacimento della galleria del monte Galletto, sempre a Genova, che rischiava di crollare pure quella: iter autorizzativo abbreviato e lavori che durarono appena una quindicina di giorni.
I tempiQuesta volta 3 mesi servirebbero per demolire le case sottostanti il viadotto e preparare i cantieri. Quindi partirebbe la costruzione vera e propria, che durerebbe 5 mesi. Essa avverrebbe in tre aree di lavoro indipendenti e parallele, sotto il ponte crollato. I tre cantieri lavorerebbero 7 giorni su 7 per 22 ore al giorno su tre turni di lavoro, ottenendo così una produttività fino a nove volte un normale cantiere. Inoltre, le parti del ponte sarebbero realizzate in loco e quindi sopraelevate. Autostrade avrebbe già il supporto dei suoi fornitori su queste soluzioni e, ovviamente, realizzerebbe l’opera in house, attraverso la sua società Pavimental, assicurando di restare nel tetto di legge del 40%.
Enti locali e governoÈ chiaro che rispetto a ciò che verrà proposto da Autostrade, ansiosa di lasciarsi alle spalle la tragedia del 14 agosto, avrà un ruolo decisivo la politica. Saranno enti locali e governo a valutare il progetto del ponte d’acciaio. È probabile che anche se l’iter procedurale dovesse essere accelerato, la fase degli emendamenti e delle prescrizioni al progetto, in particolare per quanto riguarda la sicurezza, sarà molto severa. Difficile quindi che il tutto si risolva in poche settimane. Tanto più che tra governo e Autostrade si è aperto un contenzioso sul ritiro della concessione. In ogni caso appare interessante che la società dichiari di poter ricostruire tutto in 8 mesi: dimostrazione che, volendo, si può costruire velocemente e non con i soliti tempi biblici. Peccato che ci voglia sempre una tragedia per scoprirlo.