Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  agosto 18 Sabato calendario

Le mollette da bucato, Darwin e la scalata alla ricchezza

Una via di mezzo tra la molletta per i capelli e quella per stendere il bucato. Si chiama clothespegs e si compone di una pinza con due anelli che fungono da tensori; si apre premendo sui due manici e si richiude lasciando la presa. Serve per fissare ai lettini l’asciugamano da spiaggia. In questo modo il telo di spugna, cotone, oppure di materiale sintetico, resterà fissato al lettino senza che il vento, o i movimenti della persona distesa, lo sollevi o lo sposti.
Viene venduta in una confezione trasparente contenente quattro molle di diversi colori: giallo, verde, rosso e azzurro. Sulle spiagge è comparsa da qualche tempo, ed è usata soprattutto dal pubblico femminile, forse per via della somiglianza con uno dei due oggetti cui s’ispira. Ha infatti le medesime dimensioni del fermacapelli a molla, ma somiglia più a una molletta per stendere i panni. La molletta ha una storia interessante. Come molti oggetti di uso quotidiano il suo inventore è anonimo; probabilmente è nata nelle comunità Shaker, la setta religiosa americana creata nel Settecento da Ann Lee. Agli inizi era solo una forcella di legno e non possedeva la molla. Serviva a fissare gli abiti lavati su un filo teso per asciugarli.
All’ufficio brevetti americano tra la metà dell’Ottocento e la fine di quel secolo risultano depositate quasi 150 tipi di mollette diverse. La loro forma è però molto simile: hanno due rebbi e derivano dalla forma prodotta dagli Shaker, o almeno sembrano ispirate da quella. Quella che usiamo oggi è frutto dell’inventività di D. M. Smith, un signore del Vermont: consta di due barrette di legno legate da una molla di acciaio e da una sagomatura che consente di aprire e chiudere. Oggi le mollette per il bucato sono per lo più di plastica, inventate dal bolognese Mario Maccaferri, costruttore di strumenti musicali in plastica, trasferitosi in America. Gliele aveva richieste la moglie, stufa di usare mollette di legno ammuffite.
Prima di diventare un ferma-asciugamano da spiaggia, anche questo di plastica, la molletta ha avuto diversi utilizzi, tra cui quello di chiusura ermetica per le confezioni alimentari (pasta, biscotti, zucchero, farina).
La molletta è un oggetto che ha avuto darwinianamente varie trasformazioni. Secondo il padre dell’evoluzionismo, le parti del corpo dell’uomo e degli animali si sono sviluppate secondo l’uso che nel corso di milioni di anni ne è stato fatto, sia che si tratti della mano dell’homo erectus africano come del becco di un uccello delle Galapagos. Una volta inventato, lo strumento che si apre e si chiude può avere molteplici usi. Tutto dipende dalla fantasia di chi li inventa o applica. Tuttavia per ora, forse salvo Maccaferri, nessuno è diventato ricco con le varianti di questo oggetto. Clothespegs ci sta provando.