Il Messaggero, 18 agosto 2018
Jenner, il pioniere della vaccinazione
Nel suo Dizionario Filosofico Voltaire stimava che, a metà del 700, la durata della vita media fosse di ventidue anni. Non che la costituzione umana fosse in sé fragile e di corta durata: lo stesso filosofo, dimenticandosi di morire, visse fin quasi a novant’anni. La brevità della vita media derivava dall’altissima incidenza di malattie incurabili, soprattutto infantili: a Londra, sei bambini su dieci morivano entro il quinto anno di età: a Parigi andava anche peggio. Non era colpa soltanto della denutrizione, della sporcizia e della povertà. Re, nobili e ricchi mercanti vedevano la loro prole falcidiata con uguale imperturbabilità da una Natura indifferente al rango, alla ricchezza e alle preghiere.
La causa principale della strage erano le malattie infettive; e tra queste, la maggiore era il vaiolo. «Su cento persone che vengono al mondo – scriveva sempre Voltaire – almeno sessanta contraggono il vaiolo; di queste, almeno venti muoiono, e altre venti portano per sempre le tracce di questo male crudele». In effetti, nel diciottesimo secolo il morbo colpì con proporzioni endemiche mezza Europa, uccidendo decine di migliaia di persone, tra cui tre eredi al trono di Francia. Soltanto la peste nera aveva fatto di peggio. Eppure, agli inizi dell’800, il vaiolo era stato vinto. Il merito era di un medico inglese. Edward Jenner.
Jenner era nato il 17 Maggio 1749 a Berkeley, nel Gloucestershire. Era figlio del vicario, che gli comunicò un forte senso religioso: non sempre gli scienziati sono in conflitto con la fede. Si laureò in chirurgia e anatomia a Londra, ma, come Kant, era troppo legato alla sua città di origine, e presto tornò a Berkeley, a esercitare da medico di campagna. Continuava a studiare e, saltuariamente, a operare. Eseguì il primo intervento di prolasso intestinale e sezionò cadaveri descrivendo l’aterosclerosi delle coronarie. Si occupò anche di botanica e di fisica, approfondì gli studi sui vapori e costruì una mongolfiera. Sopravvisse all’ennesima epidemia di vaiolo, e decise di occuparsene da scienziato, con l’osservazione e la riflessione.
CIARLATANI
La medicina del suo tempo era affidata a personaggi singolari: molti ciarlatani, moltissimi truffatori, quasi tutti incompetenti. I rimedi più comuni erano il salasso e i clisteri, che nella sola Francia spedivano al Creatore circa quarantamila persone ogni anno, giustificando il detto di Napoleone che i dottori avevano sulla coscienza più morti dei suoi generali. I farmaci, distillati da avidi e spregiudicati speziali, erano intrugli improbabili con nomi ambigui: teriaca, occhi di crostaceo, latte di vergine. Sembra impossibile che nel secolo del razionalismo illuminista, prosperassero imbonitori, come Anton Mesmer, inventore di una vasca magnetica, o Giuseppe Balsamo, più noto come Cagliostro, creatore dell’elisir di lunga vita.
IL CASO CINESE
Ma il nostro perplesso sorriso di compatimento si attenua se pensiamo che ancora oggi milioni di individui leggono gli oroscopi e si affidano ai maghi e ai guaritori. Forse aveva ragione Chesterton, che quando si smette di credere in Dio si finisce per credere a tutto. Ma torniamo a Jenner. Non partiva da zero. Girando il mondo, gli inglesi avevano appreso che in Cina il vaiolo era raro, perché i medici ne inoculavano quello che poi si sarebbe chiamato virus indebolito, dopo averlo estratto da una persona infetta. Lady Mary Montagu aveva scritto da Costantinopoli che questa pratica era già diffusa in Medio Oriente,e pareva funzionare.
LA SOLUZIONE
In realtà funzionava male. Molti immunizzati morivano lo stesso, e gli esperimenti furono sospesi. Jenner non si scoraggiò, e trovò la soluzione. Aveva osservato che molte ragazze che lavoravano nei caseifici, e mungevano le vacche, quando sviluppavano il cowpox, una eruzione di pustola bovina, non si ammalavano di vaiolo. Ne concluse che questa infezione era una sorta di antidoto alla malattia. Nel 1796 ne inoculò l’essudato a James Phipps, e qualche tempo dopo lo contagiò con il virus del vaiolo: il ragazzo non si ammalò. Dalla vacca, era nata la vaccinazione. E la malattia era stata vinta.
Dopo qualche esitazione, il mondo scientifico riconobbe l’efficacia della sensazionale scoperta, e coprì Jenner di onori, di titoli e di prebende. Il saggio medico non si montò la testa, ritornò ai suoi pazienti, alla sua famiglia e alle sue mongolfiere. Il Destino, come spesso accade, non lo ricompensò della sua ingegnosa filantropia, e la Morte parve vendicarsi dell’arroganza dello scienziato che le aveva sottratto tanti invitati prematuri. Poco a poco si prese tutti i familiari, e Jenner si ritirò, disperato, in una straziante solitudine. Forse mosso a compassione, lo stesso Destino gli concesse una fine rapida e quasi indolore. Jenner morì di un colpo apoplettico il 26 Gennaio 1823.
PIETRA MILIARE
Dopo di lui, la vaccinazione ai affermò come una pietra miliare nella lunga lotta contro le malattie: da Pasteur a Sabin, centinaia di milioni di vite sono state salvate per merito della paziente e geniale ricerca di scienziati coraggiosi, che dovettero spesso battersi contro l’ignoranza e i pregiudizi. Sembra impossibile che, a distanza di oltre due secoli, e dopo tanti successi conclamati, i mostri maligni della superstizione generino ancora una diffidenza funesta verso la vaccinazione, e, più in generale, verso la scienza. Questa diffidenza ha molte cause, non ultima l’arroganza di alcuni scienziati che, esulando dal proprio compito, tendono a pontificare sull’infinito. Essi trascurano il principio che l’uomo è inserito in una linea retta di cui non conosce né l’inizio né la fine, e che tutti, e loro per primi, dovrebbero accostarsi con riverenza ai misteri dell’Universo.
IL METODO
Tuttavia entro questa linea retta esiste un segmento, il cosiddetto Sistema della Natura, dove solo la scienza ha il diritto di pronunciarsi, sia pure in modo provvisorio. È il grande merito di Popper l’aver indicato, come compito dello scienziato, non la ricerca della conferma, ma quella della smentita, e di aver espulso dall’ambito scientifico quelle discipline che non consentono la falsificabilità delle loro teorie. Entro questi limiti, quando procede con umiltà e buon senso, lo scienziato non può essere condizionato. Se oggi il vaiolo, il morbillo e la poliomielite, sono stati vinti, rivoluzionando le amare statistiche di Voltaire, lo dobbiamo a persone come Edward Jenner, che con studio paziente e intuizioni brillanti hanno tracciato la via della ricerca e del successo. Una via difficile e insidiosa, perché l’ignoranza e il pregiudizio sono sempre in agguato: la guerra continuerà a lungo, e il suo esito non è affatto scontato. Perché, proprio come insegnava Voltaire, niente quanto la stupidità umana dà l’idea dell’infinito.