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 2018  agosto 19 Domenica calendario

Domande e riposte sulla possibile revoca della concessione ad Autostrade

• Quando scatta la revoca della concessione ad Autostrade per la rete stradale?
Nel momento in cui il governo lo decreta con un provvedimento assunto dal ministro delle Infrastrutture di concerto con il ministro dell’Economia.
• Cosa succede un istante dopo il decreto di revoca?
Lo Stato subentra in tutti i rapporti attivi e passivi di cui è titolare Autostrade. In pratica, torna nelle sue mani la titolarità della gestione di circa 3 mila chilometri di rete autostradale.
• Nel concreto chi andrà nei cantieri aperti?
L’ente nazionale delle strade, ovvero l’Anas. Che però avrà bisogno di un tempo tecnico per rilevare i cantieri ed effettuare la manutenzione sulle opere in corso.
• Anas è attrezzata per subentrare ad Autostrade?
Non ha un numero di uomini e tecnici sufficienti. Dovrebbe a quel punto rilevare Pavimental, la società oggi per il 99% del gruppo Atlantia di cui Autostrade è una controllata.
• Perché Pavimental?
Perché lavora da quarant’anni nella costruzione, manutenzione e ammodernamento di strade, autostrade, ponti e viadotti in Italia e all’estero. Pavimental ha in corso lavori per 1,35 miliardi.
• Autostrade la cederebbe?
È tutto da vedersi, infatti. Ma a quel punto ad Anas non resterebbe altro che assumere.
Lo può fare da quando la riforma Madia l’ha messa fuori dal perimetro della pubblica amministrazione.
• Una procedura lunga. Di quante persone avrebbe bisogno e cosa succederebbe intanto?

Di almeno 3-4 mila persone, tra operai, tecnici e ingegneri. Nel frattempo, Autostrade dovrebbe assicurare i presidi minimi, anche in ossequio alle norme sulla sicurezza stradale.
• Chi subentra invece nelle opere nuove che Autostrade doveva realizzare, come la Gronda di Genova ad esempio?
Il ministero dei Trasporti. Ma a quel punto non si sa in che modo e con quale efficacia.
• Quanto tempo resterebbe Anas al timone?
Dipende dal governo che può decidere di lasciare le cose così e di fatto nazionalizzare la rete.
Oppure metterla a gara.
• Quale modello di gara verrebbe scelto?
Una gara europea, come quella messa in campo per Ilva, in base a un piano industriale comprensivo anche degli oneri di compensazione, ovvero le opere nuove.
• Quanto durerebbe l’iter?
Almeno un paio di anni. Difficile accelerare.
• E nel frattempo?
L’Anas continuerebbe a gestire la manutenzione e le opere in corso. Mentre quelle nuove nelle mani del ministero.
• Quale sarebbe il destino di chi lavora oggi in Autostrade?
Si tratta di 7.100 dipendenti. Per loro, come pure per gli 877 colleghi di Pavimental e delle altre società in house scatterebbe la clausola sociale prevista dal Codice degli appalti.
• Cosa prevede la clausola sociale^
L’articolo 177 del Codice si applica alle nuove concessioni o ai subentri. E prevede che in questi casi il nuovo "padrone", oltre a garantire gli investimenti e la qualità della manutenzione, deve pure mantenere i livelli occupazionali. Che sia l’Anas o un concessionario privato.
• L’Anas dunque dovrebbe rispettare la clausola sociale. Ma poi potrebbe passare la mano a un privato vincitore del bando?
Esattamente.
• Il bando deve riguardare tutti e 3 mila i chilometri?
No, si possono mettere a gara anche più lotti. Si tratta di una decisione politica. Ma non è scontato che un eventuale spezzatino non incida sulla qualità della manutenzione e i livelli di sicurezza.
• La revoca della concessione è uno scenario inevitabile?
Tutt’altro. Il governo ha attivato la procedura di "caducazione" e fissato in 15 giorni il tempo entro cui Autostrade può rispondere alle accuse di aver provocato la "grave sciagura".
• Cosa significa "caducazione"?
Un sinonimo di revoca sanzionatoria. Il governo è sicuro di dimostrare la colpa grave di Autostrade per la manutenzione carente del ponte Morandi. Autostrade dovrà dimostrare la causa di forza maggiore.
• Fra 15 giorni la procedura sarà esaurita?
No, occorrerà attendere la relazione finale della commissione speciale istituita dal ministero dei Trasporti. E le conseguenti controdeduzioni di Autostrade. In ogni caso la società guidata da Castellucci potrà sempre impugnare al Tar il decreto di revoca del governo. E Palazzo Chigi rivolgersi al Consiglio di Stato in caso di pronuncia sfavorevole del Tar.
Fino ad arrivare alla Corte Ue.