Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  agosto 17 Venerdì calendario

Wilder anticipò la cinica spettacolarizzazione della notizia

Il cinema sul giornalismo, i reporter, critica, denuncia, testimonianza, le grandi redazioni e l’ufficio del direttore col sigaro in bocca telefoni che suonano, macchine da scrivere che battono e telegrafi che sparano notizie.
Sono moltissimi e spesso istruttivi i titoli dei film dedicati al mondo della stampa, caposaldo della commedia sofisticata, fino al recente The Post con la divina Streep e Tom Hanks, ma valga per tutti il finale dell’Ultima minaccia con Bogart («è la stampa bellezza») o la denuncia del Watergate.
Utile cercare le origini con uno dei classici come L’asso nella manica, girato nel ‘51 da Billy Wilder che poi sulla stampa girerà il capolavoro Prima pagina. Qui siamo nell’America ‘50 che è già quella capace di aizzare i media di allora per indirizzare l’attenzione popolare su un «caso», l’industria della sensazione. Chuck Tatum è un giornalista privo di scrupoli da una vita in cerca dello scoop, la grande news esclusiva. Quando un minatore resta sepolto in una caverna, ecco che è la sua ora: per arrivare in prima pagina sarà però necessario ritardare le operazioni di soccorso. Il cinismo è protagonista di questo dramma che coinvolge il «carnevale» della vita americana, come ci illustreranno Spielberg (Sugarland Express) e molti altri.
Ma nessuno è innocente nella sceneggiatura firmata a sei mani da Wilder, Newman e Samuel che denunciano in anticipo la perversa voglia di show che alimenta la società Usa. Il liberal Kirk Douglas è un grande attore e lo dimostra sbattendo il mostro in prima pagina; nel dramma anche una impietosa battuta in Wilder style della moglie della vittima cui viene chiesto dai fotografi di fingere di pregare: «ma stare in ginocchio rovina le calze». Prima di lui, sulla stessa rete, un altro volto della Hollywood impegnata nel bel giallo Detective’s story (1966) con Paul Newman il detective Harper: e anche qui provvista di amoralità.
(«L’asso nella manica» di Billy Wilder, 1951. La7, ore 23.35)