il Fatto Quotidiano, 17 agosto 2018
L’impero Benetton, meglio la rendita che il business dell’abbigliamento
La Benetton, il marchio storico del gruppo è in crisi da anni, ha perso 280 milioni dal 2012 e ora l’anziano patriarca Luciano, a 83 anni, è tornato sulla tolda di comando per invertire il trend. Ma le perdite del marchio dei maglioni fanno solo il solletico al gruppo che siede sul tesoro delle autostrade: più che una società di servizi che opera con una concessione ultradecennale dello Stato, un paradiso finanziario del guadagno facile. Un business quello autostradale ricco, ricchissimo e senza rischi. Pedaggi garantiti dalle tariffe su di un monopolio di fatto. I Benetton, con la privatizzazione di Autostrade, hanno trovato ormai da vent’anni il loro affare del secolo. Basta guardare i numeri della società Autostrade per capire quanta ricchezza produce ogni anno la gestione di 3000 chilometri di strada, la metà dell’intera rete autostradale italiana. Solo nel 2017 Autostrade ha fatto ricavi per 3,94 miliardi di cui 3,6 miliardi solo sui pedaggi. Ma è il livello della marginalità industriale che è da record. Tolti i costi, infatti il margine lordo si è attestato l’anno scorso a 2,45 miliardi. Ogni 100 euro di ricavi, 62 euro è la profittabilità industriale.
Nessun business ha redditività tipica così elevata. Certo, poi si pagano gli oneri di concessione che però sono solo di 454 milioni, e gli ammortamenti. Togli le tasse e si scopre che Autostrade fa utili netti per quasi un miliardo. Ogni 100 euro di ricavi, quasi 25 euro sono i profitti netti che Atlantia, la holding finanziaria di famiglia che ha in concessione anche gli aeroporti di Roma, si porta a casa. Un vero Bengodi per la famiglia veneta. Che forte della ricchezza prodotta in patria si è spinta allo shopping internazionale.
Pochi mesi fa Atlantia ha trovato l’accordo con la Acs del madrilista Florentino Perez e la sua controllata tedesca Hochtief per papparsi la spagnola Abertis su cui Atlantia da sola aveva lanciato nel maggio scorso un’Opa da 16 miliardi sul 100% del concorrente iberico. Mossa che aveva fatto scatenare la controffensiva spagnola. Ora c’è un accordo a tre. Hochtief lancerà l’Opa in contanti su Abertis e a monte verrà costituita una holding dove Atlantia avrà il 50% del capitale più un’azione. Il gruppo dei Benetton entra così in Abertis dal piano superiore. Con un evidente risparmio di risorse. Una mossa che la dice lunga sull’abilità della famiglia di Ponzano Veneto di giocarsi alla grande i suoi investimenti. In primis Autostrade che gronda utili e che permette di giocarsi l’espansione estera. Con ricavi certi e crescenti nel tempo (con le tariffe che superano costantemente il tasso d’inflazione) basta agire sui costi per rendere ancora più ricca finanziariamente la società.
Si dirà che i Benetton devono spendere per mantenere efficiente e in sicurezza la rete. Vero. Ma leggendo i bilanci si scopre che gli investimenti non sono che una piccola quota di quanto incassa ogni anno la società. Nel 2017 infatti gli investimenti operativi sono stati di 556 milioni, di fatto solo il 14% del monte fatturato annuo, in forte calo sul 2016 quando si erano attestati sopra il 700 milioni. Ci sono anche gli oneri di concessione da spesare. Ma anche questi pesano per una parte residuale del bilancio. Valgono poco più di 450 milioni di euro. Poca cosa se fatturi quasi 4 miliardi ogni anno che passa. Utili tali da veder crescere il patrimonio cumulato che è arrivato a 2,4 miliardi. Tanto grasso che cola al punto da staccare un dividendo dalle riserve l’anno scorso per 1 miliardo.
Sono proprio i dividendi distribuiti negli anni a dire quanto quel monopolio abbia reso felici i Benetton. La holding che possiede Autostrade, Atlantia ha staccato tra il 2012 e il 2016 denaro per la bellezza di 1,5 miliardi. Soldi risaliti lungo la catena societaria e approdati prima in Sintonia e infine in Edizione, la cassaforte della famiglia di Ponzano. Niente male per i Benetton che avevano capito già 20 anni fa che i business regolati erano una miniera d’oro. Come documenta R&S Mediobanca, a primavera del 2017 Atlantia ha ceduto due pacchetti del 5% di Autostrade con una plusvalenza di ben 732 milioni.
Ricchi, ricchissimi, un vero tesoro Autostrade/Atlantia per i Benetton. Laddove invece si confrontano con il mercato, come per i maglioni Benetton, i successi non sono affatto evidenti.