Il Messaggero, 15 agosto 2018
Vienna è la città più vivibile del mondo
La città più vivibile del mondo è Vienna; perla del Danubio, capitale politica, economica e culturale dell’Austria. La Intelligence Unit della rivista The Economist nel rapporto appena pubblicato per il 2018, si è finalmente allineata al primato che l’altra autorevole fonte: Mercer Quality, riconosceva già da nove anni all’ex città imperiale. Le qualità che la segnalano per questo riconoscimento (l’omogeneità architettonica, l’offerta culturale, il rapporto ideale tra popolazione e territorio) non sono cambiate al punto di motivare il sorpasso ai danni di Melbourne, che negli ultimi sette anni ha capeggiato la lista dell’Economist. Quello che invece l’ha avvantaggiata nell’ultimo anno è il riscatto dalla minaccia terroristica, e la percezione di una maggiore sicurezza per i suoi abitanti. Il rapporto Global Liveability Index (l’indice globale della vivibilità) è stilato sulla base dei cinque parametri. Al primo posto la stabilità, intesa come controllo della sicurezza, della conflittualità sociale e della minaccia di attentati; al secondo la qualità della salute, dalla cura ospedaliera all’impatto ambientale; poi la cultura e lo spettacolo, il livello complessivo dell’educazione scolare, e l’integrità delle infrastrutture. Per ogni categoria le 140 città esaminate ricevono un punteggio da uno a cento. Poi scatta la media.
IL CALO
Per l’Italia i due centri che entrano sotto la lente dell’Economist sono Milano e Roma, metropoli di enorme rinomanza mondiale e di grande richiamo turistico. Quest’ultimo aspetto non è necessariamente un fattore di vantaggio, perché spesso l’alta affluenza si traduce in una maggiore difficoltà nel gestire la viabilità urbana e governare le infrastrutture. Le due città: Milano al 46° posto e Roma al 55°. La Capitale perde ben cinque posizioni rispetto al 2017, tre il capoluogo lombardo. «Sono nella fascia più alta della vivibilità a livello globale ha commentato per Il Messaggero il capo economista della Intelligence Unit Robert Wood ma sono in posizione arretrata rispetto ad altri centri europei per via di un punteggio più basso per salute e infrastrutture». Handicap a parte, le due città italiane si trovano in buona compagnia con Miami (44ma), Londra che è al 48mo posto, e Lisbona (54). Precedono invece centri come New York (57), Seul (59) e Mosca (68). L’eccellenza europea è principalmente collocata al nord, con Copenhagen al nono posto, Francoforte (12) Amsterdam e Amburgo rispettivamente in 17ma e 18ma posizione. Seguono Parigi (19) e Berlino (21).
LA TENDENZA
Nella top ten’ con l’eccezione della nuova arrivata Tokio (al settimo posto alla pari con Toronto), non ci sono megalopoli con più di dieci milioni di abitanti, né si trovano le cattedrali della modernità di nuova costruzione in Asia e nei paesi del Golfo Persico. Anche in questo caso la desiderabilità indotta da una urbanizzazione accelerata non gioca a favore del parametro qualificante della ricerca, che è invece la qualità della vita e quindi la godibilità di un centro urbano. La classifica si chiude con il piazzamento di Lagos, Dhaka e Damasco agli ultimi tre posti tra i 140 della lista. I ricercatori non hanno nemmeno provato a verificare le condizioni di centri come Baghdad e Kabul, e quindi non le indicano come le più invivibili, ma il loro piazzamento è ugualmente un monito per i problemi di povertà e di conflitto che ancora affliggono tanta parte del mondo.