la Repubblica, 13 agosto 2018
Gangs of London, morire di rap nella guerra per bande
Qualche giorno fa ho intrapreso un viaggio in una parte di Londra che pochi conoscono: salito in centro sulla linea metropolitana di Bakerloo, sono sceso al capolinea per poi prendere un treno diretto a Oval, nel sud di Londra. Ci ho messo quasi un’ora. La stazione d’arrivo è davvero ovale e sulle pareti sono dipinte immagini di rilassati giocatori di cricket.
Tutti bianchi. Il contrasto con il mendicante ubriaco e i suoi amici di colore che bivaccano in strada non avrebbe potuto essere maggiore. Una volta sceso, ho camminato per circa 20 minuti. La mia meta era Warham Street, codice postale SE5. Non è un indirizzo prestigioso. Qui pochi giorni fa è stato accoltellato un giovane rapper di 23 anni, Siddique Kamara, noto al suo pubblico col nome di “Incognito”. Warham Street è una terra di confine. Da queste parti inizia il territorio dei Mosca-17, una gang famosa per produrre musica rap detta drill (‘il rap di guerra’), che racconta le lotte tra gang, ma anche l’amore e la malinconia ai tempi dell’austerity dei giovani neri cresciuti nei casermoni di Warham Street e della via parallela, intitolata allo scrittore e artista ottocentesco John Ruskin. Come spesso accade con i nomi delle strade, i raffinati acquarelli di John Ruskin non hanno nulla a che vedere con questi luoghi. Piuttosto vengono alla mente le Vele di Scampia. Gli Zona 2, che hanno il loro quartiere generale a Peckham, sono i nemici giurati dei Mosca-17. Nelle loro canzoni i due gruppi si provocano a vicenda. “Controllate il vostro punteggio/state perdendo/come farete a mettervi alla pari?”, cantano gli uni. Gli altri rispondono: “Ci rimbocchiamo le maniche/vi faremo esplodere tutti”. Il primo agosto due giovani in bicicletta hanno imboccato Warham Street a tutta velocità, inseguito Siddique fino a quando non è caduto a terra e lo hanno pugnalato a morte. Una passante ha fatto di tutto per fermare l’emorragia. Senza successo. E così Siddique è diventato un’altra statistica da aggiungere alla lista delle cinquantuno persone uccise con armi da taglio a Londra dall’inizio dell’anno. In tutto il paese questo tipo di crimini sono aumentati del 16%. Si prevede per la fine del 2018 una crescita degli omicidi del 28% rispetto al 2017. A Warham Street un altro membro dello stesso gruppo è stato ucciso due mesi fa. I Mosca-17 sono in difficoltà e la tensione è alta.
Quando finalmente arrivo alla mia meta, vedo il luogo dove è caduto Siddique. I Mosca-17 hanno eretto un rudimentale monumento alla memoria del compagno. Le piccole candele sul bordo della strada disegnano le iniziali di Siddique, S. K. Vi sono messaggi, versi, alcune bottiglie di spumante vuote e altre ancora da stappare. E tantissimi bouquet di fiori. Mi rendo conto di essere entrato in casa d’altri. Cerco di fare una foto. Con la coda dell’occhio vedo due giovani che stazionano dall’altra parte della strada. Sono in piedi dietro un tavolo da campeggio su cui sono appoggiati diversi oggetti. Mi ricordano i ragazzini americani che vendono limonata e giornalini vecchi per integrare la paghetta settimanale. I due mi si avvicinano e mi chiedono perché faccio foto, se sono in cerca di guai. Ben presto però la conversazione si fa più tranquilla. «Siamo qui per onorare la memoria di Incognito», mi dicono.
Attraversiamo la strada insieme e ci avviciniamo al tavolino. Capisco che chi vuole rendere omaggio al morto può comprare una candela, dei fiori oppure una bottiglia. I due giovani hanno meno di vent’anni e indossano magliette con il logo dei Mosca-17. Sospetto che siano armati. Dapprima mi sembrano sicuri di sé, poi li vedo impauriti e fragili. Sanno che da un momento all’altro potrebbero essere le prossime vittime di questa guerra. Nei paraggi non si vede la polizia. Forse anche loro si sentono lasciati soli dai propri ‘superiori’, ma non ho il coraggio di chiederglielo.
Il ‘rap di guerra’ nasce a Chicago una decina di anni fa nei ghetti dove il tasso di omicidi era più alto di quello di Los Angeles e New York combinato. La variante inglese emerge intorno al 2012 a Brixton e risente di influssi autoctoni, soprattutto il garage, il grime e il road rap. Questo genere ora trascende la funzione di sfida originaria ed è diventato la forma musicale con cui i giovani neri del sud di Londra si raccontano, mostrando una profondità e una ricchezza di temi ben superiori all’hip hop, come ha scritto il critico del Guardian. A differenza di band più famose (come il gruppo 67), i Mosca-17 producono video minimalisti: quattro o cinque ragazzi con il volto coperto, vestiti con giacconi invernali, si muovono in una stanza bianca, senza mobili, senza orpelli. Le liriche hanno incongrui riferimenti alla Russia, come It’s Moscow B/We’re the Russians B/[..] Let’s Moscow march and then lean/Unruly. Ma il tema principale delle loro canzoni è la difficoltà di crescere in questa zona di Londra, la paura di diventare adulti in un mondo che non offre loro speranze. La guerra tra gang è la cornice claustrofobica che permette a questi artisti di esplorare i temi dell’angoscia e dell’orgoglio. Mentre questi giovani cercano di fare qualcosa di costruttivo e di raccontare la loro vita, le autorità e molti politici inglesi sostengono che il drill rap sia la causa del recente aumento di omicidi. Trenta canzoni sono state rimosse da YouTube su ordine di Scotland Yard. La polizia ora può usare ingiunzioni speciali per impedire ai rapper di produrre musica, senza che vi sia bisogno di provare che una canzone abbia causato alcun danno (se vi fosse questa prova, si potrebbero usare i normali strumenti del diritto penale). Chi viola l’ingiunzione rischia anni di galera. Come ha dichiarato una avvocatessa che ha difeso questi giovani, «la misura è problematica. In base alla stessa logica si dovrebbero proibire i film di Lars von Trier o il Macbeth di Shakespeare».
Invece di incoraggiare i giovani a raccontare sé stessi e a riflettere sul male che li circonda e che loro stessi possono fare, il sistema giudiziario e politico inglese criminalizza le loro forme di espressione, allargando inesorabilmente il divario tra istituzioni e comunità. In un’intervista rilasciata poco prima di morire, Siddique ha ammesso che il rap di guerra spesso incita alla violenza, ma ha aggiunto: «L’uso dei coltelli e delle armi da fuoco nelle guerre tra gang esiste da molto prima che nascesse il drill rap. Sono dieci, vent’anni che la gente qui si fa a pezzi».
La maggior parte degli studiosi concorda che le cause della violenza recente siano da ricercarsi altrove. I tagli all’organico della polizia sono stati, dal 2011, pesantissimi (quasi 20.000 agenti in meno). Solo a Londra sono stati chiusi più di trenta centri sociali, come ha denunciato di recente il sindaco. I quartieri dove prosperano le gang sono tra i più poveri del paese. Nel frattempo il consumo di cocaina cresce. I video amatoriali dei Mosca-17 sono un dettaglio di un grande murales che racconta il fallimento delle politiche di integrazione. L’Italia che blocca i fondi per le periferie sembra fare di tutto per avviarsi nella stessa direzione. Mi intrattengo ancora un po’ a Warham Street. Chiedo ai due giovani del loro amico morto.«Era un buon padre di famiglia, con una figlia di sette anni, tifoso dell’Arsenal. Il fratello Michael è un calciatore semi professionista». Mi indicano l’appartamento dove viveva Siddique, nel casermone che oscura il cielo proprio sopra di noi. Poi tornano nel loro fortino. È ora di salutarci. Quando raggiungo l’incrocio li vedo guardare nella direzione opposta alla mia. Da lì arriva il pericolo.
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