il Giornale, 13 agosto 2018
Gabanelli populista gourmet se la prende con i superchef
I piedi nel piatto di Milena Gabanelli. Che per una volta si trasforma da giornalista austera e informata in un’agit-prop degli umori mefitici di quegli italiani che poco sanno ma su tutto hanno un’idea, magari trovata usata sulla prima bancarella.
Il tema su cui la Gabanelli si è incautamente espressa è l’alta cucina. Quella cosa che – come l’arte contemporanea sin dai tempi di Alberto Sordi e della sua moglie «buzzicona» spaparanzati su un’opera concettuale nella Biennale veneziana in un celebre episodio del film Dove vai in vacanza? – strizza sempre gli occhiolini ammiccanti di chi pensa che basti aver visto due puntate di Masterchef per essere gourmet (così come avere visto una Van Gogh experience in un museo per essere Vittorio Sgarbi).
La Gabanelli venerdì era a cena a Sasso Marconi, al ristorante Marconi, una stella Michelin. Ce lo comunica lei stessa, postando la foto di un piatto che ha risvegliato lo spirito di Bombolo che insospettatamente albergava da qualche parte dentro di lei: «Nulla di pesante. Questo è un antipasto. Non so cosa ho mangiato perché non sono riuscita a sentire il sapore (merluzzo mantecato c’era scritto). Ma questi chef...?!». Una qualunquistica presa di posizione sugli chef-artisti che alla fine stanno sulle balle quasi a tutti, almeno a quelli convinti che tali imbrattapentole chic chiedano 25 euro per un primo (questi i prezzi del menu del Marconi) arricchendosi e prendendo in giro quella minoranza di persone che può permettersi di andarci ma che comunque – sempre secondo la maggioranza con la camicia schizzata di sugo – farebbe meglio ad andare a ingozzarsi di amatriciana dallo Zozzone che almeno non ti frega o – meglio ancora – della parmigiana di zia Cesira, che risveglia i morti. E infatti gli odiatori h24 si sono spintonati per accodarsi alla recensione gabanelliana, che finalmente gliela cantiamo chiara a questi gastrofighetti.
Ebbene, la Gabanelli ha sbagliato più volte. Elenchiamo con necessaria sintesi:
1) il piatto, effettivamente assai scarno, era solo il primo boccone di un lungo percorso degustazione, fatto inevitabilmente di porzioni minime, che la bravissima chef Aurora Mazzucchelli propone peraltro a prezzi assai inferiori rispetto a molti altri chef stellati: 70 euro cinque piatti, 90 euro otto piatti;
2) la Gabanelli era ospite, come ha poi precisato, ciò che rende tutto squallido;
3) Supermilena non ha postato il commento sulla sua pagina personale, ma su quella di Dataroom, dando al commento una patente di oggettività che non ha; in quella pagina vanno inchieste, numeri, dati inoppugnabili e non commenti da bar sport;
4) soprattutto la collega ha con un solo post stupidino e magari agevolato da un bicchiere di Franciacorta fatto un danno incalcolabile a un settore – quello della ristorazione di qualità – che rappresenta un vanto del made in Italy e per cui lavorano decine di migliaia di persone che fanno ricerca, coltivano un pensiero, sgobbano duramente.
Per fortuna esiste la libertà. Nessuno punta la pistola alla tempia della «gggente» perché si sfami con le crazioni di Cracco o della povera Mazzucchelli. Al massimo ti invitano e ti pagano il conto. Ah, naturalmente se sei una celebre giornalista e non un postino.
Cara Milena, ci vediamo allo Zozzone. E stavolta paghi tu.