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 2018  agosto 13 Lunedì calendario

Il ministro xenofobo, la rifugiata iraniana e l’amore imprevisto

BERLINO È proprio vero che l’amore sposta le montagne, prosciuga gli oceani e scioglie persino i cuori più gelidi. E se la Disney non compra i diritti per questa storia, vuol dire che ha perso il tocco magico.
Lui è Per Sandberg, un norvegese populista di destra anti immigrati. Lo era già negli anni 90, quando non era politicamente conveniente com’è oggi. Nella sua autobiografia spiega che papà aveva la mano pesante, «tanto che oggi i servizi sociali avrebbero preso in carico me e i miei tre fratelli». Come da manuale di psicologia, il giovane Sandberg ne risente. Si rifugia nell’esercito e, in Libano, fa il cuoco del reparto. Finalmente a 27 anni, scopre la politica. «Razze, religioni e culture non devono mescolarsi se vogliamo mantenere una Norvegia serena». «Se continuiamo così in certi fiordi della Norvegia regnerà solo la sharia (la legge islamica, ndr)». «Fermiamo gli zingari alla dogana, portano solo guai». Crescendo politicamente le sue proposte si fanno più concrete: un braccialetto elettronico per gli stranieri in attesa di asilo, la chiusura delle frontiere ai non europei o l’espulsione per gli immigrati che tornano in vacanza nel loro Paese. Una volta si trova davanti un immigrato che lo insulta («ricco, grasso, razzista») e lui lo abbatte con un pugno: 3 mila corone di multa.
Niente lo ferma. Da una compagna danese e una moglie norvegese purosangue ha tre figli. Sempre rieletto deputato da oltre 20 anni, diventa vice del Partito del progresso nel 2006 e ministro della Pesca nel 2015. Poi improvvisamente, alla verde età di 58 anni, nella sua vita spunta Bahareh Letnes. Lei ha occhi grandi e profondi, capelli come la notte e la pelle color dell’ambra. In effetti è stata reginetta di bellezza, con tanto di fascia numero uno nel 2013 e si vede ancora benissimo perché i giudici l’abbiano scelta. E poi ha 30 anni meno di lui. Cupido è scatenato, gli archetipi delle relazioni sentimentali anche. Lo xenofobo Per, appena divorziato, non si stacca più dalla sua principessa. Sono cose che succedono a ogni latitudine. Il problema è che la bella Bahareh è un’iraniana con asilo politico in Norvegia. Teoricamente rientra in quel genere di musulmani stranieri scrocconi che da legislatore ha combattuto tutta la vita.
Il resto è cronaca spiccia di colleghi di partito invidiosi e di avversari politici approfittatori. Sandberg e Bahareh vanno in vacanza in Iran? E loro lo accusano di legittimare un governo repressivo. Lui fa una telefonata da Teheran con il cellulare da ministro? E loro lo attaccano perché gli ayatollah potrebbero spiarlo. Lei ha una ditta di import-export di salmone norvegese e caviale iraniano? E loro accusano lui che è ministro della Pesca di interesse privato. Insomma piccolezze davanti al trionfo dell’amore. A Oslo non si parla d’altro, le tv lo aspettano sotto l’aereo che atterra dall’Iran, Sandberg si difende. «Un conto è la vita privata e un altro quella pubblica», dice, ma non c’è da preoccuparsi. Prima o poi la bella Bahareh lo farà ricredere anche su questo.