la Repubblica, 13 agosto 2018
Come facevano a esser bionde le donne brune della Venezia di Tiziano
Konrad Emil Bloch aveva visitato con metodo e passione quasi tutti i musei d’arte americani e aveva notato che nei dipinti veneti del Cinquecento donne e nobildonne veneziane avevano gli occhi neri e i capelli biondi: colore normalmente chiamato” rosso Tiziano”, ma nella realtà si tratta del colore delle spighe di grano mature ( flavus color). Era un ebreo tedesco, nato in Slesia nel 1912, aveva studiato chimica a Monaco e nel 1934 aveva capito che bisognava scappare, a un anno dalla presa del potere di Adolf Hitler, prima in Svizzera poi in Inghilterra e infine negli States. In America poté occuparsi serenamente di biochimica, insegnando in varie e prestigiose università americane per approdare infine come professore ad Harvard. La sua passione si concentrò sulla sintesi degli acidi grassi e del metabolismo del colesterolo. Il premio Nobel ottenuto nel 1964 in Medicina insieme al collega bavarese Feodor Lynen era servito per affibbiargli il titolo di” Mister Colesterolo”, che tutto sommato non gli dispiaceva. Gli piaceva molto meno la natura delle sue ricerche: dai calcoli del fegato alla diffusione degli steroidi. Ma – diceva – i calcoli biliari ( effetti del colesterolo) c’erano sempre stati mentre invece gli steroidi avevano creato Uomini Dunlop – come lui li chiamava. Ora una sua curiosità, oltre alle sue occupazioni universalmente riconosciute, era la passione per l’arte, la pittura in particolare. Abbiamo detto che visitando e rivisitando molti dei musei americani aveva notato che donne e dame raffigurate da pittori veneti del Cinquecento avevano gli occhi neri e i capelli biondi. Perché? – se le acque ossigenate ( i perossidi) erano state scoperte solo nel XIX secolo? Sempre in mente l’oggetto della sua curiosità, dopo la sua pensione e il congedo da Harvard, prese casa in Italia, nel Veneto, ad Asolo, un piccolo borgo medievale dove si era rifugiata l’ultima regina di Cipro, la veneziana Caterina Cornaro, una matura donna bionda. Sono stato testimone e accompagnatore nei suoi piccoli viaggi di ricerca tra ville, chiese, piccoli musei del territorio delle Venezie alla ricerca di” donne brune con i capelli biondi”. Dipinte. Agli inizi degli anni Ottanta, queste ricerche fatte a piedi, in bicicletta, con mezzi pubblici occasionali ci permisero di raccogliere un buon numero di donne brune con i capelli biondi, tranne il caso della Madonna che con gli occhi neri manteneva la sua capigliatura nera al naturale. Approfondire era necessario, e frequentando biblioteche, archivi privati e statali si riuscì a raccogliere almeno una cinquantina di ricette di” acque bionde”. Ricette le più svariate che le donne veneziane si fabbricavano in casa, per sé e per diventare bionde. Mister Bloch si chiese naturalmente perché tali” acque bionde” avessero la funzione si sviluppare l’effetto sbiancante dei” perossidi”. Ora le ricette le più diverse ( a base di bucce di melagrane, sterco di asino, mallo di noci, barbe di porro ecc.) erano usate come shampoo, ma poi era necessario che le donne si esponessero nelle altane con uno strano cappello chiamato” solana": senza calotta e a larghe tese per poterci stendere sopra i capelli. L’esposizione al sole produceva l’effetto desiderato di una capigliatura perfettamente bionda. Mister Bloch mi chiese, da tedesco, perché il biondo dei capelli veniva preferito al nero. Sapevo che nella tradizione della Grecia classica il biondo era molto raro ed era perciò messo in relazione prevalentemente a Venere, e alle tre Grazie. Non sapevo altro. Mister Bloch tornò in America e pubblicò un lungo saggio su questi argomenti che aveva studiato in Italia, in un libro molto curioso: Blondes in Venetian Paintings… and Other Essays in Biochemistry, Yale University Press ( New Aven- London, 1994), che nessun editore italiano si sognò di tradurre. Era il risultato di come il Nobel Bloch aveva spiegato il mistero del come avvenisse questa trasformazione del colore dei capelli, anche se non del perché – sosteneva. Sapeva bene che anche Leonardo da Vinci nel suo ( secondo) soggiorno a Milano, si era interessato ad alcune ricette di” acque bionde” [ cod. Arundel, f. 170r = P 5]. E da scienziato a scienziato non si stupiva che Leonardo si tingesse i capelli, pur non avendo ancora la barba, e usasse gli occhiali con la stanghetta ( sustentacolo), per poter leggere i suoi libri e dipingere i suoi quadri – all’età di cinquant’anni. Mister Colesterolo morì invece nel 2000, a ottantotto anni, come aveva desiderato. – L’autore, architetto e storico dell’arte ha scritto saggi come” Storia dei colori” e” Storia delle immagini”, pubblicati da Einaudi