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 2018  agosto 12 Domenica calendario

La Dolce Vita raccontata da Rino Barillari: «Il marito della Bardot voleva ammazzarmi»

«Si scrive privacy, si legge provaci». Rino Barillari, futuro King dei Paparazzi e inarrestabile fotoreporter del Messaggero, non era ancora maggiorenne ma il concetto l’aveva già chiaro in testa. «Per strappare la foto di una celebrità non esistono fatica, rischio, paura: bisogna essere pronti a tutto», racconta ispirato il King nell’agosto romano propizio ai ricordi. Nostalgia canaglia. Se gli idoli dell’era digitale sono quattro buoni a nulla capaci di tutto, privi di talento ma ricchi di follower sui social, chiacchierando con il King riafforano nomi mitici, radicati per sempre nell’immaginario collettivo: Bardot, Soraya, Loren, Taylor, Sordi e via di questo passo. «Ai tempi della Dolce Vita le star erano la mia ossessione. E io la loro. Non davo tregua. Non mangiavo, non dormivo, mi appollaiavo sugli alberi, sfidavo le botte pur di portare a casa degli scatti che gli altri non avessero».
Così, negli anni sovreccitati che accompagnano la ricostruzione e poi il boom economico, un nuovo territorio di caccia, l’Appia Antica, si aggiunge alla celebrata Via Veneto, all’affollatissima Piazza di Spagna, ai ristoranti e night del Centro storico in cui i ricchi e famosi (che ancora non si chiamavano vip) trascorrevano notti folli e fingevano poi di respingere i paparazzi pronti a beccarli ubriachi o al braccio di partner clandestini.

SUCCURSALE DI HOLLYWOOD
 Nei Cinquanta e Sessanta l’antica strada consolare romana era diventata la succursale di Hollywood e Cinecittà messe insieme: è lì che, sperando nella pace e nella riservatezza, le star italiane e straniere avevano stabilito la propria residenza in una gara a chi avesse la villa più fastosa, l’entrata più inaccessibile, la piscina più spettacolare, i cani da guardia più feroci. L’Appia Antica, insomma, per i divi della Dolce Vita faceva status symbol esattamente come la Rolls, i gorilla, i capricci sul set, gli amori da copertina, le risse con i fotografi.
«Sull’Appia abitavano i pezzi da novanta», rievoca Barillari, «e la più inseguita da noi paparazzi era Liz Taylor che si faceva recapitare le mozzarelle di bufala da Mimmio Cavicchia, l’avvocato proprietario della Taverna Flavia, segretamente innamorato di lei. Ma c’erano anche Carlo Ponti con Sofia Loren, l’ex imperatrice di Persia, Soraya, che viveva nel lusso ma aveva sempre gli occhi tristi, Franco Zeffirelli anfitrione di feste memorabili, Gina Lollobrigida che teneva i fagiani in giardino».
La guerra è guerra. «Noi fotografi d’assalto ci organizzavamo. Con me c’erano Paolo Pavia, Antonio Trivici, Elio Sorci, Marcello Geppetti, Gilberto Petrucci, Giacomo Alexis. Arrivavamo in gruppo e poi ci sparpagliavamo: bisognava distinguersi dagli altri, portare a casa lo scatto originale. Io mi arrampicavo su un albero per restarci anche 14 ore di fila e senza la sicurezza di riportare un bottino decente: i divi, per paura dei ladri, si rifiutavano di posare dentro le ville così, per svoltare la giornata, le foto dovevi rubarle».

L’AUDACIA
Spesso la fortuna premiava l’audacia e la folle abnegazione di quei segugi scatenati. «Una volta praticai un buco nella siepe della villa Ponti-Loren e pizzicai la celebre coppia sul bordo della piscina», ricorda Rino con gli occhi che si accendono. «Poi mi piazzai all’entrata della residenza di Dino De Laurentiis e, infilando il teleobiettivo tra le foglie, fotografai Alberto Sordi che faceva il bagno, ospite della sua cara amica Silvana Mangano, moglie del produttore: la foto andò a ruba, l’attore era popolarissimo ma altrettanto geloso della sua vita privata».
Altro scoop targato Appa Antica: «Beccai Soraya con il divo austriaco Maximilian Schell con cui, dopo il ripudio dello Scià, fece coppia per tre anni. Però vendetti bene anche le foto di Ulla Bergryd, l’attrice svedese che nel kolossal La Bibbia, in lavorazione a Cinecittà, interpretava Eva e perfino quelle di Irina Demick, famosa per aver girato Il giorno più lungo». Ma poteva, nella scalpitante carriera in ascesa del King, mancare la rissa con la celeb di turno? Non poteva, ed è legata a un servizio memorabile del paparazzo che oggi ha all’attivo ben 164 rivoveri per le botte ricevute in servizio. «Anche Brigitte Bardot, che nel 1966 aveva sposato il playboy miliardario Gunther Sachs a Las Vegas, per un periodo abitò sull’Appia Antica in una villa infestata da un fantasma», racconta il King. «Ti pare che me la facevo scappare. Mi apposto, aspetto, torno indietro a mani vuote, mi ripresento, mi piazzo sull’albero e alla fine ti becco la diva francese. Nuda in piscina! Emotion. La foto finisce sulla copertina di un settimanale che viene subito sequestrato. E Sachs, un tipo facile ad accendersi, va su tutte le furie. Si mette a cercarmi e, quando m’incrocia sul basolato della celebre strada, m’insegue per darmele. Ma ero più giovane di lui, correvo più veloce. E mi sono salvato».

IN VENDITA
Sull’Appia Antica oggi sono rimasti solo gli ultranovantenni Zeffirelli e Lollobrigida. La villa che appartenne a Ponti e Sofia, un trionfo di piscine riscaldate, saloni esagerati e mosaici romani, è stata appena messa in vendita per 19 milioni di euro. Fine di un’era. La Dolce Vita sopravvive negli scatti di Barillari. Ma il King non smette di andare a caccia: la guerra è guerra, l’istinto non si placa. «Si scrive privacy, si legge provaci», ride Rino sotto i baffi. «È la mia legge. Forever».