Corriere della Sera, 11 agosto 2018
Orlando Bloom interrompe il suo «Killer Joe» a teatro per un tablet acceso in platea
La barba incolta, la canottiera bisunta troppo stretta per i muscoli palestrati, il cinturone da cowboy e i jeans attillati. È Killer Joe Cooper, poliziotto texano corrotto che arrotonda lo stipendio facendo il sicario su commissione, protagonista della pièce teatrale Killer Joe.
In queste settimane, nel West End londinese, sta riscuotendo ottime recensioni e tutto esaurito al botteghino, con Orlando Bloom nei panni sudati di Joe. Eppure, qualche giorno fa, il Killer Joe di Bloom si è rivolto verso la platea e ha sibilato: «Metti via quell’iPad. Subito!». La pièce è ripresa regolarmente per qualche minuto finché, questa volta gridando: «Metti via subito quel ca... di iPad, io aspetto qui». E la pièce che si ferma. Nel silenzio.
Battute non comprese nel copione ovviamente, perché Bloom ce l’aveva con uno spettatore che trafficava con il tablet, illuminando le file circostanti nell’oscurità della platea.
Quello di Bloom è soltanto l’ultimo caso di una tendenza sempre piu spiacevole nei teatri del mondo. Nel caso specifico Bloom ha probabilmente perso la calma per la forte tensione della pièce, ma è del 3 luglio la notizia, che avrebbe fatto sorridere Paolo Villaggio, di una serata fantozziana sempre nel West End, questa volta nel teatro di Titanic: si giocava Inghilterra-Colombia, quella sera, e al momento dei rigori molti spettatori seguivano il match in diretta sui loro smartphone, esultando a ogni gol mentre sul palcoscenico i passeggeri del transatlantico annegavano. Proprio come nel film di Fantozzi, durante la proiezione della Corazzata Potemkin.
La soluzione? Sequestrare ogni device elettronico all’ingresso. Probabilità che questo accada? Prossime allo zero, per evitare complicazioni e lamentele.