il Giornale, 11 agosto 2018
Nel cuore operativo della Guardia Costiera
Imrcc, Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia costiera a Roma: è qui che si gestiscono le operazioni di soccorso nella zona Sar nazionale e, spesso, anche in altre parti del Mediterraneo. Una realtà negli ultimi anni protagonista soprattutto per il salvataggio dei migranti, ma che è fondamentale per il controllo dell’intera area di competenza italiana, che si estende per 500mila chilometri quadrati, lungo 8mila km di coste, controllate da più di 300 comandi dotati di motovedette pronte a muoversi in pochi minuti in caso di necessità. I dati parlano chiaro: per il contrasto all’immigrazione clandestina nel corso del 2017 la Guardia costiera, comandata dall’ammiraglio Giovanni Pettorino, ha eseguito 84 tra fermi e arresti. Nei primi sei mesi del 2018 sono state 16 le persone assicurate alla giustizia per lo stesso motivo. Al 29 luglio gli immigrati salvati dal personale della Guardia costiera sono stati 2.633, i mezzi soccorsi 231. Nell’attività di polizia marittima nei porti, sul demanio e sulle navi, nel 2017 sono stati effettuati 291.846 controlli, 127.690 nei primi sei mesi di quest’anno. Per la vigilanza dell’ambiente marino sono stati fatti 163.354 accertamenti nel 2017 e 63.162 da gennaio a giugno 2018. Poco meno di 700 i sequestri lo scorso anno e 350 nel 2018. Le persone soccorse in mare tra diportisti, pescatori e marittimi sono state 5.586 nel 2017 e 1.115 finora. Per la sicurezza in mare di sportivi e bagnanti d’estate la Guardia costiera avvia anche l’operazione «Mare Sicuro»: 4.174 i verbali amministrativi, 291 le unità soccorse, 769 le persone salvate. Altro obiettivo è il corretto utilizzo delle nostre coste: in questo contesto è stata avviata l’operazione di polizia giudiziaria «Spiagge libere», con oltre 5mila controlli per quasi 170mila euro di sanzioni e 250mila metri quadri di spiagge libere restituite alla fruizione di tutti. «Da qui spiega l’ammiraglio Sergio Liardo monitoriamo tutte le unità mercantili che battono bandiera italiana, anche se sono dall’altra parte del mondo. Anche le piattaforme presenti nei nostri mari offshore sono vigilate con satelliti e mezzi aerei».
Nella centrale operativa, dove operano 24 ore su 24 in media 15 persone, le chiamate che arrivano vengono immediatamente smistate a chi deve intervenire. Può capitare, soprattutto quando si parla di flussi migratori, che chiamino persone che parlano dialetti africani: ecco perché è stato messo a punto un sistema di traduzione di 27 lingue, dialetti compresi. Ma cosa appare di fronte agli operatori nella sala sistemi? Monitor che raccolgono dal mare ogni tipo di informazione necessaria per le missioni della Guardia costiera attraverso sistemi radio e satellitari: sicurezza della navigazione, tutela ambientale e vigilanza pesca. C’è anche il sistema Pelagus, messo a punto in house, che visualizza in tempo reale tutti i dati in arrivo dai nostri mari, che incrociati con quelli forniti dagli altri Paesi europei consentono di vedere cosa fanno 50mila navi nel Mediterraneo.
E per l’emergenza migranti? Prima di tutto, si sta cercando di risolvere un’antica controversia tra Italia e Malta per una piccola area di mare, che comprende anche l’isola di Lampedusa, in cui le zone Sar dei due Paesi si sovrappongono. La questione è già all’attenzione del ministero degli Esteri. La Libia, invece, non è dotata di un centro di coordinamento e controllo come l’Imrc, ma di un centro transitorio. Attraverso un progetto europeo affidato alla Guardia costiera italiana sarà realizzato da qui al 2020. «Tutto prosegue l’ammiraglio – passa per la stabilizzazione di Tripoli. Non abbiamo cambiato modus operandi e continuiamo a fare il nostro lavoro. La differenza rispetto al passato è che adesso i libici, che intanto hanno dichiarato una loro area Sar, assumono il coordinamento delle operazioni e intervengono per soccorrere i migranti». Sulle coste italiane da inizio anno sono arrivati circa 12mila migranti, mentre i libici ne hanno recuperati 11.300: se si tiene conto dei rimpatri gestiti dall’Oim si arriva a 35mila partenze. Insomma, i flussi non sono affatto fermi, e dall’Imrcc si può ben vedere. Basta notare quei cerchietti che mostrano tre barconi partiti da poche ore dalla Libia. La Guardia costiera di Tripoli ha assunto il coordinamento. Due motovedette libiche stanno già raggiungendo i migranti.