Il Messaggero, 11 agosto 2018
Ullrich, dai trionfi nel ciclismo al carcere. «Ha tentato di uccidere una prostituta»
Drammatica è l’estate di Jan Ullrich, l’ex campione tedesco di ciclismo, capace di vincere il Tour de France nel 1997, un oro olimpico a Sydney nel 2000 e tre titoli mondiali. Drammatica e, in fondo, rivelatrice di un fiume di disperazione, nel quale lentamente ora il fuoriclasse scolorito rischia di naufragare. Per intendersi, non più tardi di una settimana fa, è stato arrestato a Maiorca per aver aggredito il regista Til Schweiger. Ieri mattina, invece, è stato fermato dalla polizia di Francoforte con l’accusa di tentato omicidio nei confronti di una escort incontrata in un albergo di lusso. Avrebbe cercato di abusarne e di strangolarla. Interrogato dagli investigatori, naturalmente adesso è indagato: anche se in serata è stato rilasciato dopo essersi avvalso della possibilità di non rispondere. «Le condizioni per la carcerazione non sono state soddisfatte», ha spiegato la polizia.
I FATTI
Vale la pena, allora, di ricostruire l’andare degli eventi. Ullrich, 44 anni, ieri era ospite dell’hotel Villa Kennedy di Francoforte. Cinque stelle, un affaccio sul fiume Meno, a un soffio dalla stazione centrale. Sotto l’effetto di alcol e droghe, Ullrich ha trascorso la notte con una donna: poi d’improvviso l’avrebbe colpita, cercando pure di strangolarla sul pavimento. Fortunatamente, però, la giovane è riuscita a divincolarsi e a lasciare la camera, urlando. Spaventata. Ha avvertito la polizia, che poco dopo è piombata nella stanza, trovando Ullrich ubriaco, drogato, irascibile. E non basta. Perché gli agenti hanno anche sequestrato diversi grammi di droga. Finito in manette, come detto Ullrich non ha risposto alle domande degli inquirenti, ma ha comunque ottenuto di essere rilasciato dopo una lunga discussione tra la polizia e la procura di Francoforte. Va ricordato che è indagato per tentato omicidio, oltre che per lesione gravi e pericolose. Quanto alla ragazza, ha avuto bisogno di «cure mediche». Insomma è chiaro che Ullrich attraversi un momento buio della propria vita personale. Venerdì scorso, del resto, a Maiorca aveva scavalcato la recinzione della villa di Til Schweiger mentre il regista festeggiava l’uscita del nuovo film Honey in the Head con alcuni amici. E lo aveva aggredito. Rilasciato, era tornato così in Germania per dedicarsi alla terapia e almeno per provare a combattere la dipendenza dalla droga e dall’alcol. Non è inutile annotare, comunque, che giusto qualche mese fa Ullrich ha divorziato dalla moglie Sara, chiudendo un matrimonio lungo tredici anni. «La separazione da Sara e la distanza dai miei figli, che non vedo da Natale e con i quali quasi non ho potuto parlare, mi hanno portare a fare e prendere cose di cui mi pento», ha confidato l’ex ciclista qualche settimana fa. «Per amore dei miei figli sto facendo terapia. Sono diventato agorafobico, non potevo dormire. È stata una delle prove più difficili della mia vita». Dunque alla fine del matrimonio e alla lontananza dai figli è intrecciata la spirale in cui Ullrich si avvita da tempo: precipitando e facendo del male a sé e agli altri.