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 2018  agosto 10 Venerdì calendario

Rovazzi si racconta e racconta la lite con Fedez

Uno si aspetta che Rovazzi sia un mattacchione come nei suoi video, come quando sul trattore in tangenziale canta Andiamo a comandare. Invece, ti si siede davanti con quel suo viso delicato d’altri tempi e sembra solo un ragazzo di 24 anni molto tranquillo, uno da serate sul divano con Netflix. Su Instagram ha un milione e mezzo di follower ma neanche una foto di vita privata. Due estati fa, Fabio Rovazzi, all’anagrafe Piccolrovazzi, esplodeva con quel primo video e quella prima canzone nati per gioco, sebbene già con guest star Fedez e J-Ax, che erano i suoi amici del cuore (erano, Fedez non più). Poi, il video ha fatto 160 milioni di visualizzazioni su YouTube. Fra quello, Tutto molto interessante e Volare, in cui duetta con Gianni Morandi, ha superato i 400 milioni di visioni e collezionato 11 dischi di platino. In mezzo, ci ha messo un film con Gennaro Nunziante, che è il regista di Checco Zalone, e una serie di spot per la Fiat. L’ultimo singolo, Faccio quello che voglio, è uscito il 13 luglio, con un video di otto minuti zeppo di ospiti. Gianni Morandi, Al Bano, Eros Ramazzotti, Nek, Emma Marrone, Fabio Volo, Flavio Briatore, Carlo Cracco sono solo alcuni.
Il video si apre con lei che dice a Morandi «ultimamente, non ho più idee». Davvero le succede di essere in crisi d’ispirazione?«Mi capita spesso di notte, quando devo uscire con un brano. Dico: è finita. Però non sono quello che scrive la canzone sotto l’ulivo guardando l’infinito. Oggi, devi avere un team, uno studio, un ecosistema». Ha mai paura di perdere il successo?
«C’è il pensiero di perdere la voglia, la passione. Mi è capitato di perdere una passione e trovarne altre. Avevo quella del disegno, mi ha stufato, poi l’ho ripresa per fare gli storyboard e i bozzetti dei miei video».Ha voluto Morandi e Al Bano perché loro non tramontano mai?«Volevo mostrare me e Morandi come coppia reduce da un successo, mentre peschiamo indossando camicie di Versace e parliamo della vita. Al Bano c’è perché lo stimo molto: in quel punto doveva cantare una persona credibile nel dare un consiglio».Nella vita, che consigli le ha dato?«Non è che lui o Gianni mi guardano negli occhi e mi danno un consiglio, ma stando con loro impari. Gianni, col successo che ha, potrebbe dire basta, ma vuole bene alla gente. Va lui da loro. Entra in un posto e dice: vuoi fare una foto con me?».E lei fa così? «Io sono il contrario. Sto molto a casa, sono 3.0, nel senso che da casa faccio tutto, faccio la spesa, vedo i film in Hd e gli amici».Da Al Bano cos’ha imparato?«Ha una concezione di sharing che non è normale. La sua tenuta pugliese è incentrata su di lui, ma dà lavoro a tanta gente. Molti artisti si costruiscono il loro castello e finisce lì. Lui no, riceve i fan, ha il ristorante, ha costruito l’asilo. Andarci mi diverte. Un giorno, il pescatore che gli porta il pesce di giornata è arrivato con due spada giganti. Scena: io e Al Bano con due pesci enormi in braccio che attraversiamo la tenuta e li portiamo in cucina».Come è cambiata la sua vita rispetto a due estati fa?«Ho più rapporti e possibilità. Allora, un video come quello di oggi non avrei potuto metterlo in piedi».Quanto vale in euro un clic su YouTube?«Zero virgola zero, veramente poco».Ma abbastanza per...? «L’obiettivo di comprare un appartamento è stato compiuto. E ho potuto investire tantissimo sull’ultimo video. Volevo che fosse il biglietto da visita della mia nuova casa di produzione, la Raw».Com’è il nuovo appartamento? «Attualmente, un cantiere. Ma è una casa normale: stanza da letto, sala, studio, cucina, due bagni e terrazzo».Non un attico extralusso alla Fedez?«Ma no. E comunque, se dovessimo votare dove vivono gli artisti, vince Al Bano».Perché ha lasciato la Newtopia e Fedez?«Perché Newtopia era in prevalenza discografica e io ho velleità diverse, volevo creare una mia realtà. Per me, la musica è sempre stata prima da guardare».Cosa resta del trio Rovazzi, Fedez, J-Ax?«Con J-Ax è tutto a posto, sul resto non rispondo».In conferenza stampa ha detto: «Spero che i rapporti si risanino». Da che dipende? Chi si deve scusare con chi?«Dipende dal tempo. Quando litighi o hai un’incomprensione, il tempo aiuta. Sulle scuse, sui motivi, non è che raccontandoli a un giornale migliori le cose».Soffre per via della situazione con Fedez? 
«Certo. I rapporti sono la cosa più bella nella vita».Deduco che non andrà al suo matrimonio con Chiara Ferragni...«Esatto».C’è una «Yoko Ono» in questa storia? «Nessuna. Mi fa impazzire che tutti cerchino il motivo della rottura... Anche sugli auguri per la nascita del figlio... Non è che se non li vedi su Instagram, non glieli ho fatti».Lei è come canta: «Non fumo canne, sono astemio»?«Astemio no, ma bevo poco. Le canne è vero: ho provato ma volavo via, è stato brutto».Una volta, sfoggiò una maglietta con scritto: «Sono disco d’oro, vuoi limonare?». Ora che ha undici dischi di platino, quanto potrebbe limonare? «Tanto, ma sono ragazze che non considero: sono innamorate del mio successo non di me».Sta ancora con Karina Bezhenar? «Ormai da un anno e mezzo».È romantico?«Non sono un romanticone. Ci vogliamo bene, stiamo insieme. Se arriviamo in albergo non le faccio trovare le rose. Non sono da grandi pensieri sull’amore né uno che guarda Titanic e piange. Da piccolo, vivevo di più l’ansia dell’innamoramento, ora meno».Chi era il Piccolrovazzi prima di diventare Rovazzi? «Sempre io, con meno conoscenze, con più dubbi su cosa fare della vita, ma in costante movimento. Al liceo, lavoravo in un negozio di computer, poi ho fatto il cameriere, l’animatore. Provavo a fare tante cose. Ho deciso di vivere da solo a 18 anni e un minuto. Mamma era preoccupata. Ma lì è nato in me un senso di responsabilità che mi ha portato a trovare un lavoro da videomaker».Suo papà è mancato quando lei aveva 16 anni, oggi che direbbe di suo figlio?«Sarebbe contentissimo. Era un grande interista e un superfan di Elio e le Storie Tese e ora io salgo sul palco con Elio, vado allo stadio con Javier Zanetti».Lei si è definito non cantante né rapper, ma comico.«Cerco anzitutto di divertire e poi metto dei significati sotto le mie cose, alcuni palesi, altri segreti».Me ne dica uno segreto.«In Faccio quello che voglio, parlo di me in questo periodo, del fatto che ognuno di noi crede di non avere il talento non avendo il talento di qualcun altro. Per esempio, io penso che non potrò mai essere cantante perché non ho la voce di quel cantante là. Di base, abbiamo tutti l’ambizione di essere qualcun altro. Ma l’essenziale è essere noi stessi».Cosa vuol fare Rovazzi da grande?«Per ora il cinema, il sogno è fare il mio film, scritto e diretto da me».Ha cominciato da attore ne Il Vegetale di Nunziante. «Quello e la serie Sky di Maccio Capatonda mi sono serviti a osservare le dinamiche del mestiere. Il lato attoriale non m’interessa, ma so che, per diventare il proprietario totale, devo mettermi al centro».Nel video di Volare, Capatonda le dice «La gente ti odia perché hai fatto successo!». L’odio l’ha mai sentito?«In Italia è conseguenza naturale del successo. Andiamo a comandare era ovunque a tutte le ore, molti avevano maturato una saturazione».Che vacanze farà?«Prendo una casa con gli amici, al mare, dove capita».Farete mattane come nei suoi video?«Ma va’. Quello è un personaggio».