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 2018  agosto 10 Venerdì calendario

Dodi Battaglia: “Tornerei con i Pooh anche domattina. Perché ci siamo sciolti?”.

I Pooh di nuovo insieme? Ne sarei felice, tornerei nel gruppo anche domani mattina. Non nego che non ho mai capito perché ci siamo sciolti e quando gli altri mi hanno detto che avremmo smesso di essere i Pooh al compimento dei 50 anni di carriera ho abbozzato ma non ero d’accordo. Ma come? I Rolling Stones, Roger Waters, David Gilmour, Paul Mc Cartney o Ringo Starr - e potrei continuare - fanno concerti davanti a folle oceaniche, si divertono come pazzi e noi smettiamo? Perché?».
Dodi Battaglia, eppure l’anno scorso negli ambienti musicali si diceva che insieme a D’Orazio lei era stato fra quelli più convinti.
«Niente di più falso. Non solo non mi è mai andata giù la decisione, ma oggi posso dire che non sono d’accordo per come è stato gestito il “dopo”. Va bene l’anno dei concerti d’addio, bello che l’altra sera Canale 5 abbia mandato in onda un nostro show ma mi sarei aspettato altro. Magari un film sui Pooh con degli attori a interpretare le nostre parti da giovani (mio figlio è uguale a me da ragazzo e sarebbe stato perfetto) o un docufilm in più puntate. La storia dei Pooh ha significato troppo per meritare un finale da fuochi artificiali e nulla più».
Però Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, così come Red Canzian, si sono subito rimboccati le maniche e hanno partecipato allo scorso Festival di Sanremo.
«Credo che al Festival ci si debba presentare quando si ha una canzone per vincere e non per andare a far la gara e perderla contro Lo Stato Sociale. I Pooh ci andarono nel ‘90 con Uomini soli e vinsero, così si deve fare quando sei un artista con quella storia lì».
Quindi lei non seguirebbe le orme dei suoi colleghi?
«Se avessi la canzone giusta, lo farei. Ma dovrebbe essere una bomba e non qualcosa giusto per partecipare».
Per il prossimo anno se lei proponesse un pezzo al direttore artistico Claudio Baglioni facciamo fatica a immaginare un diniego.
«Claudio è il più bravo, talentoso e bello di tutti noi che facciamo questo mestiere. Lo è sempre stato. Fa una cosa e la fa bene perciò che ci sia lui al timone anche per il 2019 mi fa felice. Baglioni ha detto che avrebbe messo “la musica al centro” e lo ha fatto seriamente, proteggendo ed elevando il lavoro dell’artista. Per quanto mi riguarda: mai dire mai».
Il 26 ottobre partirà dal teatro Verdi di Montecatini il suo tour che ha intitolato «Perle» con i brani più nascosti della discografia dei Pooh.
«Tempo fa ho riascoltato le canzoni che abbiamo registrato negli Anni 70 durante il nostro “periodo Prog” e sono trasalito. Non ricordavo che avessimo composto e suonato canzoni così aperte, bellissime, con grandi testi e musiche da lasciare senza fiato. Ho fatto il certosino e le ho scelte una dopo l’altra mettendo insieme una scaletta della quale vado orgoglioso. Cercami, Sei tua, sei mia, Classe ‘58, Air India, ma anche la meravigliosa Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla con un testo di Valerio Negrini saranno la spina dorsale del concerto».
Non l’avevamo mai sentita così carico. Forse è ancora eccitato per il successo che ha avuto il concerto con il quale ha celebrato i 67 anni compiuti il 1° giugnoe di cui il 6 settembre uscirà il dvd?
«Be’ un po’. Mi sono regalato una serata per festeggiare le nozze d’oro con la musica a Bellaria, Igea Marina in provincia di Rimini, un posto legato alla mia infanzia. È stata una festa in mezzo alla gente, distante anni luce dai riflettori degli stadi. L’ho chiamato “Dodi Day - 50 anni in musica” e sono venuti tutti a parte Roberto Facchinetti, Red Canzian e Riccardo Fogli».
Prego?
«Mi hanno detto che in quei giorni erano impegnati. Prove, registrazioni, eventi tv, nemmeno mi ricordo ma non importa: Stefano D’Orazio pur impegnatissimo c’era, così come Marco Masini, Gigi D’Alessio, Mario Biondi, Luca Carboni, Enrico Ruggeri, Silvia Mezzanotte, Ignazio Boschetto de Il Volo e tanti altri. Un cast da serie A». 
In questi 50 anni ha collaborato con grandissimi artisti italiani e internazionali, ma forse in pochi sanno che è sua la chitarra nei brani «Una canzone per te», «Va bene così» e «Toffee» di Vasco Rossi.
«Bello che lei lo ricordi. In questo Paese si tende a dimenticare tutto ma mi permetta di aggiungere che oltre a Vasco ho lavorato anche con Al Di Meola, Tommy Emmanuel, Gino Paoli, Enrico Ruggeri, Raf, Gianluca Grignani, Mia Martini, Giorgio Faletti, Alice, Massimo Ranieri. Esperienze eccezionali che mi hanno dato moltissimo».