la Repubblica, 10 agosto 2018
Verdure e riservatezza, chi è Denis Dumont all’assalto di Creval
Riservatissimo, misterioso. Ricco: dal 2008 compare stabilmente nella classifica dei 500 uomini più ricchi di Francia stilata dal sito Challenges. Nato a Lione nel luglio di sessanta anni fa, ora vive in Svizzera e investe in Italia. E in Italia Denis Dumont, un impero fondato sui prodotti freschi e la grande distribuzione, è diventato famoso. Prima comprando una quota di poco inferiore al 6% nel Creval nel primo semestre del 2017 – cioè a ridosso dell’annuncio di un aumento di capitale monstre da 700 milioni, sei volte la capitalizzazione di Borsa – poi seguendo l’aumento, determinato a non ridurre la quota. Ieri la banca ha comunicato una semestrale in utile – per 824 mila euro – e la conclusione del turnaround.
Il suo amministratore delegato, Mauro Selvetti, ieri ha dato un’apertura di credito importante ad un altro azionista di peso della banca, il Crédit Agricole (al 5% e potenzialmente al 9,9%). Il rapporto tra due gruppi «potrebbe sfociare in una partnership complessiva», ha detto parlando con gli analisti. Ma Dumont aveva già puntato i piedi all’assemblea di bilancio – attraverso il suo rappresentante – per chiedere al più presto un cambio del consiglio di amministrazione; lo ha fatto di nuovo due giorni fa, inviando richiesta formale di convocazione di un’assemblea per nominare un nuovo consiglio, che rispecchi l’azionariato post aumento.
Toni decisi, per “l’imprenditore seriale” del fresco, come è stato definitito Oltralpe. La sua fortuna viene proprio dalla catena Grand Frais, “supermercati” fortemente innovativi fondati nel ‘92: l’aspetto è quello di un grande mercato coperto, con vari stand e quattro settori merceologici, frutta e verdura, formaggi, carni e pesce. In alcuni casi in partnership con i produttori locali. Un impero cresciuto al ritmo di 15-20 nuovi negozi all’anno. La maggioranza è stata ceduta, nel marzo 2017, al fondo di private equity Ardian, ma Dumont ha reinvestito nel gruppo. Riservato al punto da non andare a ritirare il premio vinto nel 2009 della rivista specializzata Lsa, che lo incoronava miglior operatore del settore, pur di non apparire in pubblico. In circolazione non ci sono foto dell’imprenditore, non ha mai rilasciato un’intervista e men che meno ha fornito cifre sulla transazione con Ardian, ma al momento della vendita Grand Frais contava su 185 punti vendita (ora è già a quota 200, per un totale di ottomila dipendenti) e un giro d’affari superiore al miliardo.
L’Italia evidentemente ha un fascino tutto suo sull’uomo d’affari. E infatti tra le pochissime diversificazioni all’estero della grande catena c’è la zona di Torino, dove sono stati aperti due supermercati. Banco Fresco, si chiamano da noi. E vendono anche prodotti della Valtellina (salumi e formaggi), come del resto fanno i negozi in Francia. Primi esempi di sinergie?