Libero, 10 agosto 2018
Cartofilia, o la morte delle cartoline illustrate
Avete mai sentito parlare di deltiologia, o cartofilia?Probabilmente no, eppure, forse, siete deltiologi o cartofili a vostra insaputa. Deltiologi o cartofili infatti si definiscono i nostalgici che non vogliono rinunciare a inviare, ricevere, collezionare cartoline illustrate. Ricordate? Quei cartoncini rettangolari con amene vedute dalle località più disparate (impagabili le famose London by night et similia) e poche entusiastiche righe di saluto nel verso, che spesso imbottivano la cassetta della posta al ritorno dalle vacanze estive. A volte erano una maledizione, con i saluti di parenti, amici o conoscenti da paesini diruti e ritratti in bianco e nero o con colori sparati, ma a volte si ricevano sospirati «baci da Capri» che sembravano venirci stampati sulla guancia solo a leggerli. E vogliamo mettere la durevolezza del souvenir? La cartolina veniva riposta come un gioiello in uno scrigno o usata come segnalibro e ci accompagnava come nessuna foto su Instagram sa fare. Inutile dire che deltiologi o cartofili non risolleveranno le sorti di una pratica salutatoria ormai quasi del tutto soppiantata dai social fulminei. Le origini della cartolina illustrata sono alquanto controverse e si confondono con le cartoline postali, le cartoline commerciali in cui le ditte reclamizzavano i loro prodotti con vivaci illustrazioni, e le cartoline commemorative come quella emessa nel 1895 per il 25° anniversario della liberazione di Roma. Ma la vera cartolina illustrata, quella vacanziera, sembrerebbe essere nata in Germania intorno al 1870 quando il turismo diventava un’industria. Allora si ebbero i primi cartoncini con la scritta prestampata «Saluti da» e il nome della località, corredata da collage litografici. Nel volgere di un decennio l’usanza invase anche l’Italia e proseguì per oltre un secolo, fino a essere spazzata via dall’uragano della rete. Tutti quei promontori di un verde irreale, quelle cime innevate sotto cieli paradisiaci, quelle marine scintillanti di un blu caramelloso, quei borghi da veduta naif, sono stati accartocciati dall’urto irresistibile della digitalizzazione. Ma in un mondo dove tutto è social, anche la nostalgia delle cartoline illustrate è social, e così ecco che su Facebook si trovano pagine e gruppi come «Cartoline che passione» o «Le cartoline illustrate» (ma ce ne sono innumerevoli) che riproducono splendide cartoline postali o illustrate d’antan. Poco importa il paradosso che per preservare la memoria di quei documenti, che implicavano materiali e pratiche tangibili come carta, inchiostro, penne, buche delle lettere, oggi si ricorra all’impalpabile strapotere della rete che tutte quelle cose ha mandato al macero. Non è poi così male se, invece di doverci recare in qualche sperduto museo dagli orari cervellotici, possiamo in ogni momento sederci davanti al computer o strisciare il nostro smartphone per rivedere i paesaggi pittoreschi e le formule di saluto talora ingenue o goffe che si scambiavano i nostri avi predigitali. E anche fuori da Internet, resiste una sparuta minoranza di romantici che continua a sobbarcarsi all’enorme fatica di acquistare, scrivere, affrancare e spedire una cartolina illustrata che ha eroicamente viaggiato (effettivamente viaggiato, attraverso concreti servizi e disservizi postali, non semplicemente irradiata per i campi elettromagnetici del wireless) dagli Stati Uniti, da un’isola nell’Egeo o dall’Australia per raggiungerci, e depositarsi, quasi intrusa o, letteralmente e anche per modo di dire «imbucata» nella festa dei solleciti, bollette e depliant di agenzie immobiliari, nella cassetta postale. A quel punto sovviene il senso di colpa di aver perduto l’uso di fare altrettanto, come vorrebbe la buona educazione. Si è colti dal fuggevolissimo rimorso di essersi irrevocabilmente convertiti alle cartoline da Instagram, che poi non sono mai vere cartoline, non essendo personali, ma più esibizionisticamente rivolte a centinaia (o anche migliaia) di follower. Si versa una piccola lacrima sulle care vecchie buone maniere che non ci sono più, e si passa a aggiornare il proprio status o la propria pagina con raffiche di cartoline digitali giustamente ricompensati da una gragnuola istantanea di cuoricini.