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 2018  agosto 10 Venerdì calendario

Elogio di Diletta Leotta

Ronzano attorno a lei, in quanto Diletta e soprattutto Leotta, le rosicone della tivvù e non soltanto. Bella carriera, una specie di razzo interspaziale, dalla terra al cielo, nel giro brevissimo di un paio d’anni, niente se controlliamo gli autovelox o i tutor della comunicazione contemporanea. 
Leotta Diletta va a miss Italia. Potrebbe anche vincere ma, in verità sarà lei la presentatrice, dunque fuori concorso, mannaggia. 
Non le bastano e non ci bastano i discorsi sul pallone, cross, corner, gol e parate che le hanno concesso gloria, fama e suiveurs allupati. Sono roba piccola, ormai passata, c’è la nuova emittente Dazn che si pronuncia Dazon con la o ben chiusa a culo di gallina, Leotta Diletta sarà lei a tenere il gioco, in studio, delle partite. E poi c’è la radio e poi ecco il concorso per la più bella del reame italiano, a fianco di Francesco Facchinetti che non ha ancora deciso che cosa farà da grande. 
Lei, la Leotta Diletta, invece, lo ha già deciso, scritto, programmato. Al diavolo quelle storiacce sulle fotografie hard messe in quel circuito che qualcuno chiama social ma è più antisocial che uno possa immaginare. Al diavolo le provocazioni, i selfie, quei fuorionda triviali e vigliacchi, al diavolo i commenti di umanità avariata su facebook e affini, tutta quella roba lì che oggi serve per farsi conoscere e riconoscere. 
Leotta Diletta si è messa addosso una corazza che nemmeno la lava dell’Etna, il vulcano di casa sua, potrebbe scalfire. Gli anni sono ventisei all’anagrafe ma la carriera ha già note, segni e caratteristiche da veterana. 
Le ragazze in corsa per la corona di miss Italia dovranno fare i conti con lei che in quanto a bellezza, astuta, sfolgorante, acchiappante, meriterebbe il trono, lo scettro, oltre al diadema. 
Leotta ha già vinto la sua partita, le sono bastati pochi minuti, nel senso di trasmissioni, per far capire al popolo televisivo che la ragazza ci sapeva fare, non soltanto con il fisico che invita a sognare e altro, ma con la testa oltre che con la faccia, per un totale che sta provocando, come detto in avvio, rossori e allegrie tra le sue rivali, concorrenti televisive, gelose e invidiose di tanto successo precoce e feroce. 
C’era una volta lo sgabello sul quale Alba Parietti posava il suo corpo pericoloso e inquietante, oggi come ti volti ti fulminano, su qualunque canale, a qualunque ora, se c’è lo sport ecco che spunta la bella che più bella non si può, scollata, scosciata, invitante. 
La Leotta Diletta è sbocciata dal nulla, imprevista e improvvisa e oggi anche Urbano Cairo l’ha fatta sua, su La 7, per il concorso regale di miss Italia. 
Non c’è giorno nel quale Leotta Diletta non venga annunciata e fotografata, costume a un pezzo, cappello da diva, nuota come la Federica Pellegrini, ha il fascino di Brigitte, si muove come una tigre. Madre santissima, tutto in una volta sola. Prevedibile per una adespota. Direte voi: ma che roba è? Quel nome non prevede onomastico, dunque è uno, nessuno centomila (un altro siciliano, da Girgenti), viene allora omaggiata e festeggiata sempre e mai. Prevedo nuove e acute forme allergiche tra le solite note che affollano il mondo della televisione, la bellezza è accettata più dagli uomini che dalle donne, il fatto poi che la ragazza di Catania si occupi ora, anche di miss Italia, oltre allo sport, alla voce pallone, la rende più amabile e amata, desiderabile e desiderata. Dilettevole. Anzi Diletta.