Il Messaggero, 10 agosto 2018
Degrado Capitale: rissa per un selfie a Fontana di Trevi
Non bastavano i pediluvi nella Fontana dei Quattro fiumi. Non bastavano i pic nic coi cartocci unti di pizza sulla Scalinata di Piazza di Spagna, e nemmeno le orde di turisti schiamazzanti a torso nudo, spesso obesi e maleodoranti, che si aggirano ubriachi cantando a squarciagola per il centro di Roma. Il degrado della capitale d’Italia ha toccato un nuovo culmine con la rissa davanti alla Fontana di Piazza di Trevi tra due turiste in cerca della perfetta angolatura per un autoscatto.
La scena ha qualcosa di surreale, visto il luogo, uno dei più belli del mondo, reso ancora più straordinario da quel genio di Federico Fellini che in un’epoca ormai remota, quando l’eleganza era di casa anche a Roma e le signore si vestivano di nero e camminavano sui tacchi a spillo per farsi portare la sera a cena fuori, si inventò una delle scene più indimenticabili del cinema del Novecento, col famoso tuffo di Anita Ekberg sotto lo sguardo incantato di Marcello Mastroianni. Tempi non solo remoti, ma sepolti in eterno, a giudicare dalle ultime prodezze che si son viste a Piazza di Trevi. Una turista italo-americana quarantenne e un’olandese diciannovenne, durante le vacanze romane con famiglia al seguito, si sono trovate fianco a fianco davanti al capolavoro di Nicola Salvi. Era l’ora del tramonto, quando il sole ancora caldo è restio a andare via, e la giornata cede all’indolenza. Le due turiste volevano farsi un selfie e avevano scelto, entrambe, la stessa postazione. Mancanza di classe, disprezzo per le forme, alterazione dovuta all’afa, non si sa per quale ragione, ma hanno iniziato un alterco, che è subito degenerato in un accapigliamento da bestie primitive, con urla, schiaffi, pugni, spintoni, minacce, e l’intervento dei rispettivi familiari che anziché interporsi cercando di rappacificarle, hanno cominciato a dare manforte alle due menadi, partecipando direttamente alla contesa e distribuendo a loro volta calci e pugni fra la folla.
Triste destino per una delle più scenografiche piazze d’Italia, dove sin dall’epoca di Agrippa, I secolo avanti Cristo, i romani sistemarono le vasche di raccolta per l’acquedotto dell’Acqua Vergine, e dove tra Rinascimento e il Barocco misero le mani i migliori architetti del mondo, da Leon Battista Alberti a Giacomo Della Porta, persino Bernini, che progettò per Urbano VIII una fontana mai realizzata, salvo ispirare cent’anni dopo l’opera di Nicola Salvi, con la grande fontana che copre ancora tutto il lato di palazzo Poli.
Chi lo sa, forse le due turiste erano provate dal caldo, dal nervosismo, da una città bellissima, ma impossibile. Di sicuro, il fatto che abbiano superato ogni decenza prendendosi a schiaffi e strappandosi i capelli, dimostra poco rispetto per se stesse. Prima che per il patrimonio storico, ma soprattutto la dice lunga sul degrado che deve averle ispirato. Trovandosi in una città abbandonata a se stessa, sporca, maleodorante, coi rifiuti che tracimano per giorni e giorni dagli osceni sacchetti di plastica con funzione di pattumiere a vista, fra nugoli di spiattellatori di palline che si liquefanno al suolo e di venditori ambulanti di borsette contraffatte in regime di perfetta anarchia, si saranno sentite libere di esprimere gli istinti primordiali, dando corso alla violenza e alla sopraffazione, per calpestare anche loro senza ritegno le ultime vestigia di civiltà. Difficile immaginare che la stessa rissa potesse scoppiare a Parigi a Place Vendôme, oppure a Londra, davanti al Big Ben. La rissa a Roma, purtroppo, ha un suo perché.