Corriere della Sera, 9 agosto 2018
La Nasa in viaggio tra i misteri del sole
«Ci tufferemo nell’atmosfera del Sole come mai era stato possibile prima d’ora» dice l’astrofisico Marco Velli che a Cape Canaveral sta effettuando gli ultimi controlli su tutti gli strumenti scientifici a bordo della sonda Parker Solar Probe della Nasa. Lui è il responsabile e il lancio è imminente: sabato mattina alle 9.45 ora italiana si alzerà dalla rampa volando verso l’astro. Gli scienziati stanno sognando l’impresa dalla fine degli anni 50 quando il fisico Eugene Parker spiegava come la nostra stella proiettasse nello spazio un fiume di energia e particelle che colpivano anche la Terra. Ma era una teoria e la conferma dell’esistenza del vento solare, come veniva chiamato, sarà raccolta dalla sonda Mariner 2 nel 1962, anno di nascita di Marco Velli.
Potrà sembrare incredibile ma il Sole pur studiato da tempo con telescopi e satelliti mantiene segreti fondamentali. «Per capire la sua natura e il suo funzionamento capace di influenzare seriamente la Terra bisognava avvicinarsi, entrare nella coltre di gas che lo avvolge – aggiunge Velli —. Finora la tecnologia non ha consentito un’esplorazione tanto complessa e più di una volta i progetti per realizzarla sono stati cancellati».
Il primo è stato elaborato da Giuseppe Colombo, illustre meccanico celeste dell’Università di Padova, all’epoca collaboratore del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. «Cercheremo di risolvere – precisa – il mistero della temperatura dell’atmosfera che supera i due milioni di gradi mentre la superficie è di soli seimila gradi. Vorremmo capire, poi, come si scatenano nell’astro le tempeste magnetiche frutto di continue esplosioni nucleari e come sono accelerate le particelle del vento solare sino a una velocità di 750 chilometri al secondo che ci colpiscono. Finora abbiamo solo teorie, cercando conferme potremo difenderci o prevedere le conseguenze negative causate sulla Terra dall’attività solare come le tempeste geomagnetiche che disturbano le telecomunicazioni, le reti elettriche, e alterano il funzionamento dei satelliti compresi quelli che generano i segnali Gps».
Marco Velli è il supervisore dei quattro strumenti scientifici della sonda che a novembre compirà il primo avvicinamento all’astro, abbassandosi poi sempre di più sino ad arrivare a sei milioni di chilometri dalla superficie nel dicembre 2024. «E sarò il primo ad analizzare i dati che poi saranno condivisi con la comunità scientifica internazionale. Dal 1998 – racconta – divido il mio tempo tra l’Osservatorio di Arcetri e il Jet Propulsion Laboratory, collaborando ai progetti della Nasa. La passione e l’impegno dell’impresa, però, mi hanno trascinato sempre di più nei laboratori americani». E così nel 2014 è diventato professore all’Università della California e scienziato di riferimento della Parker Solar Probe. «Sono sempre stato affascinato dalle prime missioni spaziali – conclude —. Adesso, affrontando l’avventura del viaggio verso il Sole, riscopro la meraviglia e l’emozione che mi accompagnavano quando, da bambino, vedevo le immagini degli astronauti sulla Luna».