La metamorfosi hi- tech è già cominciata. A spingere verso il futuro ci sono i numeri del settore, il trasporto aereo è in pieno boom: nel 2017 ha superato per la prima volta il muro dei 4 miliardi di utenti e nel 2035 — secondo le previsioni della International air transport association (Iata) — avrà quasi raddoppiato i suoi volumi a quota 7,2 miliardi. C’è spazio per tutti? No, anzi: il 45% dei maggiori aeroporti mondiali ha già adesso problemi di capacità. Troppo poche le piste, limitati i check-in, piccole le hall. E nei prossimi 15 anni verranno spesi 1.200 miliardi — non proprio noccioline — per adeguarli a una domanda in pieno boom e cavalcare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
Dal parcheggio dell’auto al decollo, non c’è momento del viaggio o angolo d’aeroporto che rimarrà uguale a oggi. Prendiamo un esempio tutt’altro che banale: i posteggi, che da soli rappresentano un quinto delle entrate degli scali. Con l’arrivo delle vetture a guida autonoma non esisteranno più. Il passeggero verrà scaricato all’ingresso e l’auto si muoverà da sola verso casa. E anche il trasferimento da e per le stazioni di treno o metrò potrà essere garantito da veicoli intelligenti senza autista. Fantascienza? Mica tanto. Due veicoli di questo tipo sono già in sperimentazione all’aeroporto business di Parigi per il trasferimento in alcune aree dedicate. E a Londra Gatwick a breve si userà un servizio analogo per muovere il personale.
Una volta arrivati ed entrati nello scalo, la rivoluzione sarà percepibile a vista d’occhio. La corsa a ostacoli di oggi ( lo stop al check- in, la trafila per spedire il bagaglio, il controllo passaporti, la security con il rito delle scarpe e della cintura levate e lo svuotamento delle tasche dagli spiccioli) dovrebbe, garantiscono gli architetti, andare in archivio. Merito dei sistemi di riconoscimento biometrico — già in uso per esempio al terminal 4 dell’avveniristico Singapore Changi — che consentiranno a ogni passeggero di essere identificato una volta sola all’ingresso con il rilevamento dell’iride, il riconoscimento del volto o delle impronte digitali per poi arrivare alla porta dell’aereo senza altri controlli.
« Il 99,9% dei viaggiatori sono persone perbene: bloccare tutti ogni due passi per verificare il passaporto o cercare armi ed esplosivi è un enorme spreco», spiega Seith Young del Center for aviation studies dell’Ohio University. In futuro penseranno a tutto le macchine. La lettura biometrica ci aprirà le porte e i varchi senza dover continuare a tirare fuori passaporto e carta d’imbarco. Laser intelligenti posizionati nell’aeroporto saranno in grado di scovare esplosivi e armi in zaini e bagagli in remoto, senza fermare il passeggero. Segnalando alla sicurezza solo i casi sospetti.
L’arsenale 4.0 destinato a rivoluzionare l’interno degli aeroporti prevede anche robot che si prenderanno carico dei bagagli (che potranno essere seguiti dal proprietario grazie a codici a barre che daranno a ogni valigia un’identità digitale), strumenti di realtà aumentata per saper sempre quali sono le toilette più vicine, dove trovare — magari pagandolo in anticipo mentre si cammina e recuperandolo alla cassa — un profumo o un liquore. Mentre altri sistemi avanzati consentiranno di riconsegnare i bagagli dove scegli il cliente: all’autonoleggio, all’ingresso del treno, alla banchina per le auto a guida autonoma.
Questa rivoluzione libererà molti spazi. Che un po’ a sorpresa — dicono tutti i grandi architetti di aeroporti — non saranno riempiti con negozi, oggi la gallina dalle uova d’oro dei conti degli scali. Amazon & C. hanno reso accessibile in ogni angolo del mondo molti degli oggetti che una volta si trovavano solo nei duty free. Il trend ora è quello di riempire il vuoto lasciato dai negozi con attrazioni che trasformino lo scalo «in un posto dove si va per divertirsi e non solo per partire», dice Andy Bell di Corgan. A Singapore ci sono già un giardino di farfalle, una cascata luminosa e uno scivolo di quattro piani, a Honk Kong un cinema, a Seoul un anello di pattinaggio, a San Francisco la sala yoga. In futuro le offerte si moltiplicheranno e l’idea è di aprire questi spazi anche a chi non vola ma vuole passare una giornata diversa. Succede già nell’aeroporto di Pittsburgh (previo controllo di identità).
L’ultima rivoluzione hi-tech riguarderà la torre di controllo. Per guidare un aereo sulla pista di rullaggio e poi indirizzarlo fino a quella d’arrivo non è più necessario essere sul posto. Il traffico verrà gestito a distanza in torri virtuali e remote. In Svezia è già così. E presto anche l’Enav in Italia smantellerà in alcune città le vecchie torri per centralizzare la pianificazione su pochi centri in uffici a centinaia di chilometri di distanza. Come in un videogioco, ma muovendo aerei veri.