la Repubblica, 8 agosto 2018
Dal caso Lockheed a Fincantieri, la parabola Vitrociset
Edoarda Vesselovsky, in arte Edy Vessel, vedova Crociani, alla fine ce l’ha fatta. La sua Vitrociset, gruppo che opera nella difesa, logistica e aerospaziale, è stata venduta a Fincantieri e MerMec, leader mondiale dei sistemi di sicurezza ferroviaria del gruppo Angel di Vito Pertosa. Torna così sotto l’ombrello pubblico un gruppo strategico della Difesa nato negli anni in cui le società delle partecipazioni statali erano sotto il controllo dei partiti e manovrate dai quelli che furono definiti “boiardi di Stato”.
Edoarda provava a vendere da qualche anno, ma non è facile far passare di mano una realtà complessa che partecipa alla costruzione degli F35 e ha clienti come il ministero della Difesa, l’Esercito, l’Agenzia spaziale europea. E gestisce dossier riservati, per non dire segreti, sulle tecnologie che fanno “parlare” Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, o sull’organizzazione dell’Aeronautica militare dall’acquisto delle divise allapreparazione degli stipendi. Un socio pubblico, com’è appunto Fincantieri, garantirà ora la riservatezza e punterà sullo sviluppo nel supporto logistico delle navi militari. Ma soprattutto farà cadere un velo sullo scomodo passato degli eredi Crociani.
Edoarda ha guidato finora l’azienda con piglio da generalessa tenendo testa al management che negli anni ha visto avvicendarsi militari del calibro di Mario Arpino, capo di Stato Maggiore fino al 2001, o dirigenti come Tommaso Pompei, ex Wind e Tiscali. Ma soprattutto da ballerina di Wanda Osiris e attricetta di film di serie B si è trasformata in un capo azienda che ha ben saputo navigare tra commesse pubbliche, cambi di governo e faide familiari con soldi trasferiti all’estero e matrimoni con teste coronate.Del resto Vitrociset gli scandali li ha nel dna essendo stata creata da Camillo Crociani, ex amministratore delegato di Finmeccanica, condannato per le tangenti Lockheed e morto nel 1980 in Messico dove era fuggito con tutta la famiglia. Da allora Edoarda guida la Ciset, società fondata dal marito, che cresce e si trasforma in Vitrociset nel 1992.
Riesce a mantenere il cordone ombelicare ben collegato alle partecipazioni statali e allo stesso tempo gestire il patrimonio di famiglia disseminato tra vari paradisi fiscali. I soldi, come svelano i Paradise Papers, sono tra le Mauritius e Curacao, la collezione di quadri da Picasso a Chagall, da De Chirico a Matisse, sono nella casa di Montecarlo e il controllo di Vitrociset fa capo a una serie di società estere. A complicare la gestione di un patrimonio stimato oltre due miliardi contribuisce lo scontro tra Edoarda affianca dalla figlia Camilla, maritata con Charles principe della Real Casa Borbone due Sicilie, e l’altra figlia Cristiana.
La guerra familiare va avanti da qualche anno a colpi di litigi, denunce e colpi bassi con persino l’accusa di Cristiana a madre e sorella di aver tentato di rapire le nipotine. Ora sarà importante capire come la faida familiare e il coacervo delle partecipazioni estere influenzerà la cessione al tandem Fincantieri-MerMec. A luglio il Tribunale di Roma ha ordinato il sequestro conservativo cautelare dei beni di Edoarda e Camilla tra cui le azioni della società di controllo di Vitrosicet e vari immobili tra Roma, Cortina e la Sardegna. È possibile che la vendita sancisca la pace familiare ma non è escluso che possa arrivare qualche altro colpo di scena.
Infatti per perfezionare la cessione c’è bisogno che il governo si pronunci non esercitando la golden power (cioè il diritto di veto se l’impresa è considerata strategica). Insomma sulla vendita non è ancora detta l’ultima parola.