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 2018  agosto 08 Mercoledì calendario

Il delitto di Sharon Tate e la follia di Charles Manson

«Per favore, ti chiedo solo qualche giorno. Ti prego, lasciami vivere ancora due settimane». Sharon Tate, 26 anni, incinta di 8 mesi e mezzo, pensava di passare la serata in casa con gli amici: suo marito, il regista Roman Polanski, a inizio agosto 1969 era a Londra per un sopralluogo. Ma adesso lei è seminuda, in salotto, immobilizzata. «Non ne potevo più di sentirla implorare – racconterà Susan Atkins, che di anni ne ha 21, e un figlio di due – così le ho detto: senti, tu stai per morire, e io per te non provo nessuna pietà... Ero strafatta di acido». La pugnala 16 volte, poi prende uno straccio, lo intinge di sangue e scrive sulla porta la parola «pig», maiale. Prima di quella notte Susan Atkins e gli altri assassini non avevano mai incontrato Sharon Tate, né le altre vittime. Non sapevano nemmeno chi fossero.
La mattina del 9 agosto nella villa al 10050 di Cielo Drive, a Bel Air, gli agenti trovano cinque corpi senza vita. Tate, modella e attrice emergente, era nata a Dallas e da adolescente aveva vissuto in Veneto, seguendo il padre colonnello dell’esercito di stanza alla caserma Ederle; quello tra la bellissima Sharon e il geniale Polanski, nel gennaio del 1968 a Londra, per i cinefili era stato il matrimonio dell’anno. Accanto a lei, distesi sul pavimento, vengono identificati: Jay Sebring, il parrucchiere delle star; Wojciech Frykowski, regista polacco; la sua compagna Abigail Folger, erede di un impero del caffè; fuori dalla porta Steve Parent, 18 anni, ragazzo delle consegne che passava lì per caso, ucciso con un colpo di pistola a bruciapelo.
All’una di notte del 10 agosto, Atkins e i suoi amici fanno irruzione a casa di Leno e Rosemary LaBianca, proprietari di una catena di supermercati. Dopo averli torturati e uccisi, imbrattano le pareti di insulti scritti con il sangue, e aggiungono due strane parole: «Helter Skelter». Ad attenderli in macchina questa volta c’è anche un altro uomo, il loro leader. Si chiama Charles Manson.
Per settimane i negozi di armi sono invasi da persone terrorizzate. Warren Beatty, grande amico di Sebring, mette una taglia da 25 mila dollari sugli autori della doppia strage; Steve McQueen assume una guardia del corpo. Serviranno tre mesi agli inquirenti per arrivare alla pista giusta. Merito della stessa Susan Atkins: arrestata per un altro delitto, in cella racconta a due compagne le idee e le pratiche della Famiglia.
La FamigliaNato a Cincinnati, in Ohio, da una madre alcolizzata, cresciuto tra riformatori e carceri, Charles Manson arriva a San Francisco a 33 anni, all’inizio del 1967, in tempo per la Summer of Love. Grande ammiratore dei Beatles, sogna di diventare pure lui una stella della musica. Riesce a incontrare Neil Young; per qualche settimana si installa a casa di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys; ottiene un provino con il potente produttore Terry Melcher, figlio di Doris Day. Ma i suoi tentativi di diventare famoso sono tutti fallimentari. In compenso ha carisma e un grande fascino sulle ragazze, così fonda una comunità hippie installata allo Spahn ranch, un vecchio set di film western abbandonato con la crisi del genere. Della Famiglia, come viene chiamata la comune, fanno parte una cinquantina di persone, per la maggior parte giovani donne in fuga dai mariti o dai genitori.
Si pratica il sesso di gruppo, ma soprattutto il culto della personalità del leader. Il ranch è a sole 25 miglia da downtown L.A., ma nessuno può raggiungere la città. Non sono ammessi giornali, orologi né calendari. La sera, Manson si siede sopra una pietra con la sua chitarra: canta, prega, filosofeggia partendo dai manuali di Scientology che ha letto in carcere. Nessuno parla senza il suo permesso. I soldi dei piccoli furti che ordina ai membri della Famiglia servono a procurare i viveri e l’Lsd. La comune è rigidamente maschilista: le donne non possono avere soldi, devono cucinare e fare i lavori più umili.
Nella sua autobiografia Barbara Hoyt, testimone d’accusa al processo, racconta come è entrata nel gruppo: «Avevo litigato con mio padre, non ricordo nemmeno più per cosa. Ero scappata di casa e avevo fatto l’autostop. Mi presero due ragazze – una era Deirdre Shaw, figlia di Angela Lansbury – e mi portarono allo Spahn ranch. Mi accompagnarono da Manson la sera stessa. Tirò fuori la chitarra, mi guardò negli occhi e cominciò a cantare Cease to exist. Faceva: “Bella ragazza, smetti di esistere... Vieni qui e dimmi che mi ami. Lascia il tuo mondo, perché io sono come te, io sono il tuo tipo”. Mi sentii subito accettata e compresa, senza condizioni. Ma voi ve lo ricordate cos’è avere 17 anni?».
Helter SkelterNelle settimane prima delle stragi, Manson predica una nuova teoria: «Stiamo entrando nell’era dell’Helter Skelter». È il titolo di una canzone del White Album dei Beatles e secondo lui contiene una profezia segreta: sta per esplodere una guerra razziale e alla fine toccherà proprio a Manson portare il Nuovo Ordine. Ma prima bisogna accendere lo scontro, con una serie di delitti a caso. Così il guru chiama i seguaci più fidati e dà l’ordine di uccidere.
Da bimba Susan Atkins aveva cantato nel coro della parrocchia. Leslie Van Houten era stata la reginetta di bellezza della scuola; Charles «Tex» Watson alle superiori era un atleta e uno studente modello. Patricia Krenwinkel aveva fatto anche l’insegnante di catechismo.
Il processo si apre il 24 luglio 1970 e per il vice procuratore Vincent Bugliosi la sfida si annuncia difficile. Contro Manson non ci sono prove materiali e gli altri imputati sono disposti a tutto, anche alla sedia elettrica, pur di proteggerlo. Fuori dal tribunale gli altri membri della Famiglia manifestano per mesi; hanno tatuata una croce sulla fronte (più tardi Manson trasformerà la sua in una svastica). La svolta arriva da Linda Kasbian, autista del gruppo: in cambio dell’immunità, rivela i dettagli dell’organizzazione. Tutti gli imputati sono condannati a morte, ma il verdetto viene commutato in ergastolo perché la Corte suprema californiana abolisce la pena capitale (sarà reintrodotta nel ‘78).
È nata una stellaNegli Stati Uniti non ci sono leggi che vietano di vendere magliette con la faccia di Manson: su Amazon se ne possono ordinare una trentina di modelli. I sociologi hanno scritto che al 10050 di Cielo Drive è stata uccisa l’utopia degli anni Sessanta; ma è anche nata l’icona pop del male assoluto. Nel 2019 uscirà il film di Quentin Tarantino sulla tragedia, l’ultimo di una lunga serie: C’era una volta a Hollywood. La sorella di Sharon, Debra, ha ottenuto che almeno non venga distribuito il 9 agosto, giorno del cinquantesimo anniversario.
Scritto da Bugliosi dopo il processo, Helter Skelter è il libro di «True crime» più venduto della storia. I Beatles hanno spiegato che il titolo della loro canzone era ispirato semplicemente allo scivolo di un luna park. La figlia di Angela Lansbury, che non era stata coinvolta negli omicidi, è diventata proprietaria di un ristorante italiano a Los Angeles. Altri ex membri della Famiglia sono spesso ospiti in tv.
L’uomo che voleva diventare il padrone del mondo, o almeno una rockstar, è morto per un cancro al colon il 19 novembre 2017. Su Twitter, i baby boomer hanno cercato di spiegare ai millennial che «Rip, Charles Manson», «Riposa in pace, Charles Manson», non era il commento più appropriato.
Sharon Tate oggi avrebbe 75 anni; il suo cortissimo abito da sposa color avorio andrà all’asta il 17 novembre a Los Angeles. Non ha mai saputo che aspettava un maschio.