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 2018  agosto 08 Mercoledì calendario

Allarme siccità, il Sud Africa prende un iceberg

In Svizzera stanno portando l’acqua sugli alpeggi con gli elicotteri, per dissetare le mucche al pascolo. In Austria e in Germania le campagne sono all’asciutto da mesi, e il sole ardente ha costretto ad anticipare la vendemmia addirittura ai primi di agosto. In Argentina la mancanza d’acqua ha penalizzato le coltivazioni tanto da trascinare pesantemente in basso il pil del Paese. In Australia si registra la peggiore crisi idrica degli ultimi 50 anni, in alcune regioni in pratica non piove da 16 mesi. Il mondo fa i conti con l’acqua che non c’è, si studiano piani a breve e a lungo termine per prepararsi a un futuro in cui la siccità potrebbe diventare una malattia cronica per l’intero pianeta. Tra tutti i progetti elaborati in questa caldissima estate, il più originale è probabimente quello proposto da Nick Sloane, l’uomo che in Italia tutto conoscono per aver guidato cinque anni fa l’impresa del recupero del relitto della nave Costa Concordia all’Isola del Giglio. L’esperto di grandi operazioni marine ha suggerito al governo sudafricano una soluzione per risolvere l’emergenza siccità nella regione di Città del Capo. Come? Raggiungendo l’Antartide e fissando un telo isolante attorno ad un iceberg per rimorchiarlo fino alla baia di Sant’Elena, a pochi chilometri dalla Capitale.
LA MINACCIA
All’inizio di quest’anno infatti, in piena estate sudafricana, Città del Capo si è trovata più volte a un passo dalla completa crisi idrica: il rischio era di dover razionare l’acqua per i residenti. Solo il provvidenziale arrivo delle piogge autunnali ha salvato la situazione. Tuttavia, la minaccia è annuale, e probabilmente si riproporrà anche la prossima stagione. Da qui, la proposta – un po’ folle – avanzata da Sloane e dalla società Svizzera Water Vision al governo Sudafricano: trainare un iceberg, ben selezionato, per circa 2.000 chilometri. Secondo i calcoli realizzati dal team dell’esperto marinaio, si dovrebbe riuscire a trainare l’iceberg anche se si tratta di un oggetto vivo. La difficoltà sta nel calcolare come l’ammasso di ghiaccio reagirebbe allo spostamento: potrebbe sciogliersi velocemente in punti non previsti, o addirittura spezzarsi, rendendo l’impresa pericolosissima. Per questi motivi la scelta dell’iceberg perfetto è fondamentale: ci sono voluti diversi mesi per individuare, attraverso droni e scansioni radiografiche, un iceberg con una superficie completamente piatta, lungo circa 800 metri, largo 500 e, soprattutto, profondo 250.
«L’idea sembra folle – ha ammesso il Capitano – Però se andiamo a guardare i dettagli con precisione, non è poi così irrealizzabile». Secondo Sloane infatti si tratta di «qualcosa di già visto. In Russia da tempo utilizzano questo metodo per allontanare gli iceberg dalle piattaforme petrolifere. Certo, lì si tratta di formazioni abbastanza piccole, mentre qui stiamo parlando di circa mezzo milione di tonnellate». In questo caso, il trasloco dell’iceberg verrebbe effettuato con una superpetroliera e due rimorchiatori. Le autorità del Paese africano restano ancora caute, ma non è escluso che alla fine il Capitano verrà autorizzato ad avventurarsi verso l’Antartide. Neppure i costi sembrano essere un reale ostacolo: si stima che per l’intera operazione si spenderanno circa 100 milioni di dollari; a questi però ne andrebbero aggiunti altri. Non basterà infatti portare il ghiaccio in posizione, sarà necessario anche renderlo utilizzabile. La Sloane Marine, però, ha già la soluzione pronta: ancorare l’iceberg a un vecchio canale sottomarino, nei pressi della Baia di Sant’Elena. L’insenatura, a pochi chilometri a ovest di città del Capo, è battuta dalle correnti fredde provenienti dall’Antartide, che riescono a mantenere una temperatura costante vicina agli 0 gradi e, quindi, impedirebbero uno scioglimento troppo veloce. Si ipotizza di usare fresatrici, grossi macchinari in grado di fratturare il quantitativo necessario volta per volta. L’acqua verrebbe allora raccolta ogni giorno, pompata in cisterne e trasportata ai cittadini della Capitale. «Riusciremmo a coprire circa il 30% del fabbisogno annuale» ha continuato il capitano, fiducioso.