Libero, 7 agosto 2018
All’orto botanico di Palermo un film su sette ragazzi che fanno l’amore con le piante
Un passionale ragazzo orientale pratica sesso orale con un bocciolo, continua a leccarlo, con viso gaudente, lo mette in bocca, poi lo estrae, poi lo slinguazza di nuovo, mentre se ne sta disteso nudo sul terreno; un altro giovane, sempre privo di vestiti, si accoppia con una pianta, manifestando un piacere esagerato. Insomma, l’erba gli fa perdere la testa. È una natura a luci rosse quella fruibile all’interno dell’Orto Botanico di Palermo da adulti e bambini. La chiamano “arte”, parola usata per giustificare ogni bruttezza contemporanea o per dare valore ad ogni volgarità, ma più che altro si tratta di pornografia nuda e cruda, proiettata non nella sala buia di un cinema deputato a questo genere di spettacoli, dove ci si reca consapevoli di ciò a cui si assisterà, bensì in pieno giorno, all’aperto, in mezzo a foglie e fiori tra i quali passeggiano turisti nonché famiglie palermitane soprattutto durante il weekend. È in mezzo ad alberi lussureggianti, che circondano un percorso espositivo, che ci si imbatte all’improvviso in un film della durata di 37 minuti e dal titolo “Pteridophilia”, di un certo Zheng Bo. Nella presentazione della pellicola si legge: «Sette giovani camminano in una foresta di Taiwan stabilendo un contatto intimo con le felci. Fanno l’amore con le piante, percependone la morbidezza, il profumo, la piacevolezza. Instaurano relazioni affettive affidandosi al corpo, piuttosto che alla parola». Del resto, sarebbe stato difficile stabilire una conversazione con una felce, ci verrebbe da pensare. Ma almeno ci consola apprendere che si tratta di «relazioni affettive» e non di rapporti da una botta e via. Magari alla fine il tipo, che definire “amante della natura” sarebbe riduttivo, avrà detto «ti amo» al vegetale con cui ha copulato, accendendosi subito dopo una sigaretta.
TRA LE ORTICHE
Ma non è tutto, il testo informativo si conclude così: «Solo facendo un esercizio di immaginazione possiamo imparare ad apprezzare la complessa esistenza di tutti gli esseri viventi e solo allora sapremo vivere in modo migliore su questo pianeta». A noi sembra che di complesso qui ci sia solo la mente di chi ha partorito questo documento disgustoso. Rispettare la natura non implica affatto abusare sessualmente della flora del nostro pianeta cercando di immaginare di essere a letto con Cameron Diaz o George Clooney, mentre ci strofiniamo convulsamente su un cespuglio gemendo. Magari fosse stato un bel cespo di ortica o di rovi! Magari al protagonista sarebbe passato il vizio di molestare la vegetazione. In fondo alla scheda di presentazione del video appare poi un avviso: «Attenzione. Contenuto non adatto ai minori di 16 anni». Purtroppo, anche se si volesse impedire ai propri pargoletti di assistere all’inquietante proiezione, sarebbe impossibile, dal momento che chiunque può giungere davanti a quello schermo sul quale scorrono immagini sconcertanti. Una volta varcata la soglia dell’orto botanico, i genitori si sentono al sicuro e lasciano i propri bimbi liberi di scorrazzare qua e là. Di certo mamma e papà non immaginano che, passeggiando lieti lungo i sentieri della struttura con prole al seguito, si troveranno sotto gli occhi un filmato che potrebbe essere stato estrapolato da un sito di video hard. Numerosi sono stati i padri in difficoltà quando le loro piccole hanno chiesto: «Babbo, ma perché quel signore lecca in quel modo strano la foglia? Vuole mangiarla?». Adulti e minori sono tornati a casa turbati da quelle scene ripugnanti.
EVENTO CULTURALE?
Più che attori i personaggi del film sembrano pervertiti sessuali o sfigati che, non riuscendo a trovare una donna che sia disposta a concedersi, vanno a felci nella foresta, lasciando sulle foglie tracce inequivocabili del loro transito, che siamo sicuri non rischierà di produrre gravidanze indesiderate. Ciò che risulta davvero incredibile di tutta questa storia è che codesto film si inserisce nell’ambito di Manifesta 12, “biennale nomade europea” di arte contemporanea che si svolge quest’anno nel capoluogo siciliano e che prevede giornate dedicate alla famiglia anche all’interno dell’Orto Botanico, il quale costituisce una delle sedi dell’evento culturale in corso. Speriamo solo che non diventi una cultura la coltura di piante da scopare.