Il Messaggero, 7 agosto 2018
Robert Redford annuncia: «L’ultimo film e poi l’addio»
Ottantuno anni. Sono abbastanza o troppo pochi per dare l’addio alle scene dopo una carriera sessantennale costellata di grandi film, interpretazioni memorabili, sfide, premi, successi? Robert Redford, che il prossimo 18 agosto spegnerà 82 candeline probabilmente tra le amate montagne dello Utah, il fisico sempre scolpito e il ciuffo ancora biondissimo, propende per la prima ipotesi. E, lasciando senza parole il mondo del cinema, ha annunciato la decisione di andare in pensione. Non subito, ma alla fine delle riprese del film The Old Man and The Gun, il vecchio e il fucile, in cui ha il ruolo di un personaggio realmente esistito: Forrest Tucker, un criminale che svaligiava le banche e, dopo aver messo a segno ben 17 rapine, evadeva regolarmente dalla prigione. La regia è di David Lowery, il cast schiera anche Casey Affleck, Danny Glover, Tom Waits e Sissy Spacek.
LA CONCLUSIONE«Mai dire mai, ma sono giunto alla conclusione che questo potrebbe essere per me il modo migliore per terminare la carriera di attore. Recito da quando avevo 21 anni. Mi sono detto: perché non uscire di scena oggi che mi sento ottimista e ricco di positività?»: con queste parole, Redford ha annunciato la sua decisione in un’intervista concessa a Entertainement Weekly. Decisione destinata forse a escludere la regia che lo ha visto impegnato nove volte e gli ha dato tante soddisfazioni: l’attore, premiato nel 1981 con l’Oscar per aver diretto il film Gente comune, ha collezionato quattro nomination e, nel 2002, una statuetta per l’insieme della carriera. Dopo l’addio al set dell’appena 61enne Daniel Day-Lewis, la scelta di Redford è un altro colpo al cuore degli amanti del grande cinema. Bellissimo, politicamente impegnato, generoso al punto di fondare negli anni Novanta un festival, il Sundance, riservato a lanciare i talenti indipendenti, l’attore sembrava tutt’altro che pronto ad uscire di scena. L’anno scorso aveva incantato la Mostra di Venezia ricevendo il Leone d’oro alla carriera in coppia con la storica partner Jane Fonda con cui aveva girato il film Our Souls at Night, Le nostre anime di notte, una delicata storia d’amore tra anziani. Ed era apparso in ottima forma. «In un cinema che tende a considerare solo il pubblico dei giovanissimi, ci tenevo a raccontare una storia che parlasse al cuore degli adulti», aveva detto. E, a proposito della vecchiaia, confessava senza complessi: «È difficile da gestire: devi stare attento a come ti muovi e rinunciare a molte cose, e questo non è bellissmo».
ICONA LIBERAL
Sarà. Ma Redford, nato a Santa Monica in California, due matrimoni e quattro figli, mai un capriccio o uno scandalo, sembra non avere età. Rimane per tutti l’icona della cultura liberal americana, il sincero democratico che ha sempre messo il proprio successo al servizio degli ideali in cui crede. Negli anni Sessanta l’attore esplose, accanto a Jane Fonda, nella commedia A Piedi nudi nel parco, poi girò l’irresistibile Butch Cassidy e nei Settanta consolidò il proprio successo interpretando Il candidato, La stangata, Il Grande Gatsby, Come eravamo, I tre giorni del Condor quindi, in coppia con Dustin Hoffman, il cult di Alan J. Pakula Tutti gli uomini del Presidente sullo scandalo Watergate.
POLITICA
Gli Ottanta lo vedono scintillare in La mia Africa, un decennio dopo Robert interpreta L’uomo che sussurrava ai cavalli, nel Duemila ritrova la politica in Leoni per agnelli, dibatte i dilemmi dell’informazione in Truth: il prezzo delle verità. E affronta la sfida più spericolata della sua carriera: in All is Lost, Tutto è perduto, è un navigatore solitario in balia dell’Oceano e pronuncia 30 parole in tutto (tra cui un’imprecazione: «fuck»). Oggi Redford continua a seguire il Sundance che ha ormai messo le ali, s’impegna nella difesa del pianeta, produce documentari per la tv (la serie Death Row Stories, ambientata nel braccio della morte), esprime un’opposizione a Donald Trump piuttosto discreta: «Non si può biasimarlo per quello che è: è sempre stato se stesso», ha detto, «la colpa è nostra perché l’abbiamo eletto». Davvero Redford vuole prendere le distanze dal cinema? Il pubblico lo ama ancora. E lui, a 81 anni, ha tutto il tempo per ripensarci. Dopo tutto, la sua amica Jane Fonda, classe 1937, lavora senza tregua e non si sogna di andare in pensione.