Corriere della Sera, 6 agosto 2018
Il nuovo fenomeno del nuoto è Alessandro Miressi: a 19 anni anni oro europeo nei 100 stile
Alessandro Miressi è il futuro che arriva all’improvviso: 48 secondi di schiuma, furia e velocità, e la vita non è più come prima. Dicono che è giovane (compie 20 anni il 2 ottobre) e che è acerbo: pure ieri, sembra strano, pare abbia commesso degli errori tecnici. Anche per questo ci si chiede che cosa diventerà, una volta plasmata, la Colonna di Moncalieri che ieri si è presa l’oro europeo dei 100 stile libero con autorevolezza rara e potente leggerezza, sia nel nuotare sia nel gestire la presunta pressione della corsia 4. Il sentiero del favorito a volte zavorra anche i più sgamati. Ale invece si è gasato. Dunque: passaggio quarto ai 50 (23”22), ritorno in crescendo (24”79), totale 48”01 e ciao a tutti; al britannico Scott (48”23), al francese Metella (48”24) e a Luca Dotto, quinto in 48”45 dopo un passaggio choc in 22”71 che ha pagato esplodendo negli ultimi 10 metri.
È proprio a Luca («Il mio idolo insieme a Magnini») che Miressi succede sulla cima d’Europa inserendosi nel filone che, a ritroso, attraverso Magnini e Lamberti, arriva a Paolo Pucci, primo azzurro campione europeo a Budapest 1958. Allora i 100 stile si nuotavano in 56”1. Oggi il crono di Miressi, primato personale a soli 5 centesimi dal record italiano di Dotto, testimonia l’ascesa di un atleta nato non solo per il nuoto, ma per lo sport tutto. Con i suoi 202 cm per 94 kg, Ale è un baskettaro fan dei Los Angeles Clippers e un ex calciatore («Ero un buon difensore bravo a impostare») figlio di una padre, Elio, che giocava a baseball, di una madre, Piera, ex nazionale di softball, e cugino di Maria Clara Giai Pron, canoista di livello olimpico. Con un Dna simile aveva l’imbarazzo della scelta, la mamma ha deciso per lui: «Ci teneva che io e mia sorella facessimo lo stesso sport e ci ha iscritto entrambi in piscina». Grazie, mamma visionaria.
Alessandro si definisce «un tipo tranquillo con la testa sulle spalle», ma ora ammette quasi stupito di sentire addosso una «adrenalina assurda». Tesserato per Canottieri Torino e Fiamme Oro, allenato da Alessandro Satta, studia scienze motorie a Torino «perché quando avrò finito la carriera dovrò fare qualcosa. Per lo studio sacrifico le serate con gli amici». Ieri avrà capito quanto ne vale la pena, timidamente felice con quell’inno appena sussurrato sul podio e l’ammissione quasi vergognosa alla tv: «Era il mio sogno nel cassetto. Un podio così ti fa commuovere, stavo per piangere. Ma adesso bisogna andare avanti: un oro europeo è una gioia ma anche un peso da sostenere…».
In questa Nazionale così bella, la Colonna non sarà mai sola nelle sue fatiche. Tra le 5 medaglie di giornata – oltre ai bronzi di Paltrinieri e, nei 100 rana, di Arianna Castiglioni (una veterana di 20 anni al bis dopo quella del 2014) – due appartengono a cinque tipi futuribili e insoliti come pochi. Uno è Federico Burdisso, riammesso alla finale dei 200 farfalla in extremis solo per la rinuncia dell’inglese James Guy. Problemi? Figurarsi. All’ala, in corsia 8, il pavese che studia matematica, scienze e fisica a Londra ha fluidificato alla grande chiudendo dietro all’aspirante nuovo Phelps, l’ungherese Milak, e il suo connazionale Kenderesi: per Burdisso, che compirà 17 anni il 20 settembre, personale di 1’55”97 e carriera svoltata. Proprio come quella dei ragazzi della 4x200 stile che, anche senza l’infortunato Gabriele Detti, conquistano un bronzo enorme dietro Gran Bretagna e Russia. Futuribili e terribili, i loro nomi sono Alessio Proietti Colonna (20 anni), Filippo Megli (21, migliore frazione di tutti in 1’45”44), Matteo Ciampi (21) e Mattia Zuin (22). Segnatevi anche questi. Sono i degni eredi di una tradizione che non finisce mai.