Libero, 5 agosto 2018
Madonna Boschi gira le feste per provare a riprendersi il Pd
Non per il gossip, non per i paparazzi che la inseguono fino a Formentera, ma l’estate 2018, la prima della più nera crisi del Pd, vede ancora una volta fra le sue icone Maria Elena Boschi. Non è più la pappagallina che ripete a comando qualsiasi cosa dica Matteo Renzi e anzi la sola volta in cui le sia capitato di farlo nelle ultime settimane (rilanciando le quattro marronate che l’ex segretario aveva snocciolato sulle uova a Daisy Osakue), ha rimediato una tale figuraccia da tenersene alla larga per lungo tempo. Maria Elena resta però una flebile icona di quel che resiste in casa democratica, e per qualcuno potrebbe essere anche una delle figure della possibile riscossa. Non sarà un caso se la fanno girare come una trottola per feste dell’Unità dove ha trascorso gran parte delle sue serate di luglio e di questo inizio agosto. Si è concessa a giugno un po’ di riposo in una beauty farm di Merano dove c’era pure Silvio Berlusconi, un week end con qualche amica a Punta Ala, e per il resto in marcia per dibattiti e semplici visite fra gli stand della festa di partito da Santomato (Pistoia) a Roccella Ionica, dal biellese a Forlì, da Rivoli nel torinese a Villalunga, da Roma a Montemurlo, dal bresciano a Forte dei Marmi. Passando senza sosta da un faccia a faccia con Maria Teresa Meli del Corriere a una visita agli stand, da un selfie con le cuoche a uno con i grigliatori di braciole. Di ogni occasione resta traccia sui suoi social, dove deposita flash e pensieri volanti raccogliendo sempre meno fischi e sfottò (che pure ancora abbondano) e un buon esercito di affezionati sostenitori che le perdonerebbero qualsiasi cosa.
SOSTEGNO O IRONIA?
Non sempre facile distinguere gli uni dagli altri, come dimostra il primo dei suoi fan – tal Paolo Bagnardi, leghista e sovranista convinto – che la tampina come uno stalker, cercando sempre di posizionarsi al primo posto fra i commentatori di ogni cosa che faccia Maria Elena di fronte a cui si sdilinquisce forse ironico, forse no: «Maria Elena presto potresti tornare trionfalmente al governo.../ Maria Elena, Palazzo Chigi ti calza e pennello e prima o poi ci tornerai. Hai sicuramente inciso positivamente e ti ringraziamo.../ Presidente Boschi prenda per mano il partito e lo riporti agli antichi splendori.../ Presidente Boschi ai suoi tempi i provvedimenti governativi erano studiati meglio.../ Presidente Boschi il suo carisma è riconosciuto anche dalle maestranze...», e via così cinguettando. Nelle fila dei sostenitori virtuali – inutile nasconderlo – gran parte è di sesso maschile e non lesina complimenti all?avvenenza della signora del Pd che pur si fa in quattro per cercare simpatie nel gentil sesso con uscite femministe. Non a caso il solo atto parlamentare fin qui a sua firma è una interrogazione al presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla morte di una prostituta albanese a Torino, gettata da un’auto in corsa sulla tangenziale. È stata l’occasione per farsi paladina delle «circa 90 mila prostitute provenienti prevalentemente dall’Est Europa (Romania, Bulgaria, Ucraina, Albania) e dall’Africa (Nigeria)», oggetto di tratta e sfruttamento ai limiti dello schiavismo. Nobile battaglia, che però fa pochi proseliti e non scatena applausi particolari. Quelli continuano ad arrivare dagli uomini che la incitano a resistere e a prendere in mano le redini del partito con parole commoventi, spesso da veri innamorati. Non è una debolezza, anzi: anche la bellezza può essere arma politica non secondaria e non sono tempi per storcere il naso sui particolari dalle parti del Pd.
LA VITTORIA A LATERINA
Per altro funziona: solo un mese fa per invitarla nella Arezzo dove un tempo dominava Banca Etruria gli organizzatori di un convegno delle Acli avevano previsto eccezionali misure di sicurezza e un dibattito rigorosamente a porte chiuse, impedendo anche alla stampa di avvicinarla. A fine luglio invece contro ogni previsione proprio a Laterina, dove Maria Elena aveva mosso i primi passi per mano a papà Pierluigi, il Pd della Boschi si è ripreso la guida del comune che nel frattempo era stato fuso con quello limitrofo di Pergine. D’accordo: il simbolo era un po’ celato dietro quello di una lista civica che imbarcava anche ex del centrodestra; la nuova sindaca, Simona Neri, ha visto la Boschi solo su Twitter (dove ha messo cappello sul risultato delle urne) per la prima volta la sera della sua vittoria. Ma anche se un po’ claudicante, e se i due comuni fusi superano di poco i 6 mila abitanti, è pur sempre il segno di una ripartenza. E in un anno in cui il Pd ha perso tutto ciò che poteva perdere, è comunque una vittoria che rialza le quotazioni di Maria Elena...