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 2018  agosto 05 Domenica calendario

Lettera a Vittorio Feltri: L’amore ostacolato da mamma e papà perché avevamo soltanto sedici anni

Carissimo direttore, sono una giovane studentessa che da poco ha concluso uno dei cicli più suggestivi, disperati e temuti: 5 anni di liceo classico. I nostri cari professori ci reputano macchine, banali recettori di concetti o, indegnamente, numeri. La verità è un’altra! Siamo esseri umani a 360 gradi, il che non lo ribadisco per esimermi dal mio compito di studentessa quale sono, bensì poiché i nostri titolati insegnanti trascurano la parte più importante di noi: le passioni, le emozioni e i sentimenti. Tutto questo perché volevo raccontarle la mia esperienza svoltasi nel pieno della mia carriera scolastica. Attualmente i metodi cosiddetti di “rimorchio?” li conoscerà anche lei. La dolce e incantevole lettera ha perso il sopravvento per lasciare spazio a banali e repentini SMS. E fu proprio così che la questione iniziò. Con un messaggio ricevuto da un ragazzo abbastanza carino che gentilmente richiedeva un vero e proprio primo appuntamento. Ci tengo a precisare che, da ragazza timida quale sono, fu il mio primo approccio con un individuo del sesso opposto e anche l’ultimo. Vuole sapere perché? La soluzione si concentra nella parola “genitori”. Andò proprio così. I miei genitori vennero prematuramente a conoscenza della frequentazione. Decisero così di troncare l’approccio poiché una ragazza dell’età di 16 anni fu ritenuta troppo piccola e insicura per affrontare le difficoltà e le avversità di una relazione. Ovviamente se un bimbo viene privato del gelato, lui strilla e piange. Lo scenario non fu il medesimo, ma la guerra interiore e il peso di questo divieto imposto lo percepivo solamente io all’interno del mio cuore. Volevo sapere la sua opinione in merito. I miei genitori potrebbero essere considerati antichi, vecchio stampo e conservatori, ma un fondo di verità dietro quest’esperienza devo confessare di averla ereditata, senza trascurare una buona dose di tristezza e oppressione. Ho pagato a caro prezzo questo insegnamento e le dirò di più. Si ricorda di quel bambino che pestava i piedi per terra poiché voleva il gelato? I genitori che non lo accontenteranno subito faranno la scelta migliore, perché quel gelato assumerà un altro sapore. Vero, deciso e genuino. Questo poiché sarà frutto di sudore, fatica e conquista. Sono valori passati di moda, ma fanno crescere e apprezzare la vera essenza delle cose. 
Simona M.
Cara Simona,
a sedici anni si può soffrire e piangere per amore. Lei ha frequentato il liceo classico e ricorderà Leopardi che scrisse: “Tornami in mente il dì che la battaglia d’amor sentii la prima volta e dissi: ahimè, se questo è amor com’ei travaglia». Ho citato a memoria e magari ho sbagliato qualche parola, ma il concetto è comunque chiaro. L”amore adolescenziale è intenso però fortunatamente poco durevole. Il ragazzo o la ragazza, è lo stesso, che si prende una cotta vive in uno stato non di grazia, bensì di disgrazia. Ha il cuore a pezzi. Sogna ad occhi aperti, immagina incontri e abbracci improvvisi con la persona che lo ha stregato. La mortificazione forzata del suo sentimento è frustrante. I giovanissimi hanno un animo dolcestilnovistico, per loro la donna è un angelo senza un corpo che abbia funzioni anche fisiologiche. Pensano a lei come a un essere superiore che non rutta, non ha un intestino, non emana cattivi odori. E qui Dante ci aiuta a comprendere. Poi gli esseri umani crescono: continuano a innamorarsi, tuttavia tengono i piedi a terra. Vanno sul concreto. Si sposano, si accoppiano con chi capita, puntano sull?erotismo. E l?incanto finisce nel momento in cui si sente lo scroscio del bidet. Queste mie parole sono brutte ma realistiche. Le confesso che rimpiango i tempi in cui pure io subivo lo sbalordimento degli innamoramenti nell’età dello sviluppo. Lei Simona dimostra di essere saggia, però sono convinto le piaccia rammentare l’infatuazione di qualche anno fa. Sarà difficile che in futuro potrà godere spiritualmente del piacere, un po? masochistico, di annegare negli sguardi del suo perduto fidanzatino. Vero. I genitori severi ci educano, ciononostante spesso ci tolgono la gioia di sbagliare e di formarci con la nostra pur debole volontà. In alcune circostanze, ai miei amici confido che, pur essendo vecchio, mi innamoro mediamente due volte al giorno. Evidentemente scherzo, apprezzo le belle donne. In realtà rimpiango l’epoca lontana, quando il cuore andava in subbuglio se lei, a scuola, mi stringeva la mano sotto il banco, in classe. Era amore.