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 2018  agosto 05 Domenica calendario

L’antica falconeria è tornata

La falconeria è un’arte antichissima, millenaria, portata in Europa dagli arabi attraverso la Sicilia. Fu Federico II di Svevia a dedicarvi un trattato nel 1260 e fu proprio l’imperatore a introdurre il cappuccio di cuoio, ancora in uso ai nostri giorni. Oggi i più appassionati seguaci della caccia con il falcone, riconosciuta come patrimonio vivente dell’umanità dall’Unesco nel 2016, sono i ricchi emiri. A gennaio nei dintorni di Dubai presso l’Hamdan Bin Mohammed Heritage Center si disputa il Fazza Championship, dove si praticano diverse gare di falconeria. Oltre ad essere una prova di abilità, che fa parte della tradizione, è il motivo di numerose esperienze private che tour operator e hotel propongono ai turisti tutto l’anno (la stagione più appropriata però va da ottobre a marzo). Platinum Heritage, ad esempio, organizza escursioni luxury nel deserto comprensive di dimostrazioni dell’antica arte di caccia con splendidi esemplari di falconi e colazione sotto le tende del Al Maha Desert Resort che si trova all’interno del Dubai Desert Conservation Reserve, primo parco nazionale negli Emirati Arabi. In Italia la falconeria è spesso legata al mondo delle rievocazioni e quindi di chi cerca di ricostruire anche il paesaggio umano del medioevo, mentre in Austria, Germania e Gran Bretagna è diventata un modo per mantenere vecchi castelli che altrimenti sarebbero destinati ad andare in rovina. 
Una giornata a Landskron 
Uno dei centri di rapaci che offrono eventi e corsi è proprio Landskron, a Villach in Carinzia, a due passi dal confine di Tarvisio. Herr Schüttelkopf, uno dei due soci che gestisce l’Adler Arena, racconta di essere stato chiamato quasi trent’anni fa dal proprietario del ristorante del castello, di Landskron, preoccupato dal calo dei clienti. Ebbene, i numeri totalizzati oggi indicano che l’antica arte conta molti estimatori: 100mila visitatori a stagione, da fine aprile a fine ottobre, due o tre dimostrazioni al giorno, in un’arena che può contenere 750 spettatori (e il fatto che in un anonimo lunedì pomeriggio di luglio ce ne fossero oltre 400 la dice lunga sull’interesse di questo spettacolo). Il biglietto costa 13 euro per gli adulti e 6,5 per i bambini, su prenotazione si può anche trascorrere «un giorno da falconiere»: sei ore imparando i rudimenti dell’arte al costo di 190 euro (gruppi di sei persone al massimo). Ci lavorano dieci persone, tra dipendenti e collaboratori, il centro ospita 60 volatili di 25 specie diverse, negli spettacoli sono impegnati dai cinque ai dieci uccelli, secondo le condizioni atmosferiche. «Nessuno show è uguale a un altro – spiega Schüttelkopf – perché rispettiamo la natura dei rapaci, per esempio se c’è il sole volano più volentieri e più in alto, portati dalle correnti ascensionali». 
Lo spettacolo consiste in una dimostrazione delle capacità venatorie dei rapaci, ogni specie è specializzata in un diverso tipo di cattura: a terra, in volo, sull’acqua; in quest’ultimo tipo di caccia è impegnata una coppia di spettacolari aquile dalla testa bianca nordamericane, ma sono solo due delle specie esotiche ospitate nel centro, le altre sono tutte autoctone, comprese le maestose aquile reali.
Da Gradara alle Dolomiti 
E in Italia? Qui la burocrazia regna sovrana: ci sono voluti 15 anni di scartoffie a Massimo Lanatà per replicare nel castello di Gradara, provincia di Pesaro e Urbino, quel che normalmente si fa nei castelli di mezza Europa. “Il teatro dell’aria” è aperto dal 2014 e l’incremento di pubblico, anno dopo anno, dimostra che anche al di qua delle Alpi ci sarebbe spazio per questo tipo di turismo. La dimostrazione dura circa un’ora e sono impegnati circa un terzo dei 90 rapaci ospitati a Gradara. 
A Cortina d’Ampezzo è al momento sospesa (riprenderà nel 2019) l’attività di Fausto Menardi, ampezzano doc tanto da essere regoliere, che aveva cominciato nel 2013 a tenere esibizioni sul passo Giau, che con i suoi 2200 metri è un luogo particolarmente adatto ai rapaci montani. Non lontano, a Borca di Cadore, è invece possibile passeggiare con i falchi nel parco dello storico Park Hotel des Dolomites. Il contributo è libero e, osserva Pierluigi De Marzio, «il nostro scopo è fornire un po’ di nozioni sui rapaci con lo sfondo delle Dolomiti». Ospite del parco è talvolta Guglielmo Ventimiglia di Monforte, uno dei più importanti maestri di falconeria in Italia che sovrintende anche alle esibizioni di rapaci che si tengono, in uno scenario del tutto diverso, nel parco Oltremare di Riccione.