Il Messaggero, 5 agosto 2018
Ritratto di Gianluca Vacchi, il provocatore che sembra più agée
Erano gli 80. Gli anni fab della disco-music. Certo, la nostra un sottoprodotto di quello che avveniva gia da un po’ in America e in Inghilterra. Ma Sandy, nato Aleksander Marton in Zagabria, scoperta del grande Claudio Cecchetto, con un brano, un solo brano, ci fece assaporare un acerbo edonismo. Anche proibito. Il suo People from Ibiza mise in pista tutti quando Ibiza non era ancora per tutti, un’isola che conservava una sua magia, un sottotesto hippie che ne faceva ancora luogo di mistero e chi ci andava aveva poi il dovere di un racconto leggendario.
Oggi però che Marton festeggia 35 anni di carriera al Living di Misano, comune di Rimini, noi festeggiamo i cinquantuno anni di Gianluca Vacchi che da Ibiza va e viene. Chi è costui lo sappiamo senza fingere snobismi.
Vacchi from Ibiza è una certezza come e più del caldo che ci sta assillando. Per un attimo abbiamo pensato, per questa estate, di averli scampati e lui e l’anticiclone. Ed invece, madidi, ci tocca dal web lo spettacolo di sudditi ustilanti, aggrappati ad una consolle, quella di Amnesia, in attesa che mister Enjoy, lì dj resident, dica, faccia, smorfieggi, ammicchi, indugi, rida, urli, celebri qualsiasi cosa, qualsiasi qualunquistica cosa, che assomigli alla spensieratezza, al bon vivre, al sinceramente me ne fotto.
IN UFFICIOVacchi Gianluca da Bologna non è un uomo venuto dalla strada, un self-made-man, inquieto e per se stesso pericoloso. Ha ereditato fortune grosse (vedi Ima, Industrie macchine automatiche) e in ufficio andava pettinato con i capelli all’indietro come un bolognese da manuale, e in affari e nell’accento. E poi, per usare un’espressione che rende, chissà cosa gli avrà detto il cervello. Un giorno appare in un video e improvvisa un balletto. Abbronzato, tatuato, gambe nervose, muscoli lavorati, Gianluca Vacchi balletta. Senza grazia, ma con ritmo. Lo fa da prati verdi e terrazzini e spiaggette di yacht. Lo fa con flûte di champagnini tra le mani che a scriverlo è peggio che a dirlo. Lo fa con ragazze che, certamente non lo sono, ma ci appaiono quali figuranti di uno show usa e getta dei più insulsi e destrutturati, neanche le sigle del primo Biscione. Vacchi balletta e posta, con apparente autoironia. L’ultima uscita, dalla porta della sua finca di Ibiza, gli ha scatenato cinque milioni di visualizzazioni, le nostre comprese.
È un invito ad essere se stessi, a prendersi in giro, a non curarsi degli altri. Se la gente non lo capisce, pazienza.
Così ha dichiarato dai microfoni di Radio Deejay.
In costume intero, tacco 12, balletta sulle note di In my feelings, ultimo tormentone di Drake che ha dato vita alla Kiki challenge. Sfida aperta sul web al ritmo di questo brano, ma come lo fa Vacchi nessuno. Come invita lui ad essere stessi, nessuno! Vacchi è se stesso così conciato?
Non lo abbiamo capito, ma certo ha il gusto di libertà gratuite, leggere leggere. Da bolognese smart studia pure. Studia le musiche, i passetti, i video, le foto e gli arredi delle sue ville. E se Loro, l’ultimo bello ed incompreso film di Sorrentino, parte con una pecora che entra in un salotto di Villa Certosa per creparne stecchita, lui, Vacchi, nella sua villa a Miami le pecore se l’è messe di plastica, come un Mida che rende finto tutto quel che tocca. E qui il genio. Aver creato una Vacchiland, un luogo che non esiste, un paese dei balocchi dove l’unico balocco è lui. Burattino che se, riposto in baule, soldi non ne perde, se in scena, ne guadagna e pure tanti. Burattino che si fa visualizzare, prendere in giro, ammirare, imitare, biasimare con il solo suo apparire, che più che bizzarro è profondamente kitsch e allegro come un vera stanza dei giochi deve essere.
Gianluca Vacchi stravaccato sulle gioie della vita, vuole assurgere a guru provocatore, e ci riesce se come risultato finale raccoglie milioni di follower sul web e migliaia di corpi in pista che ad Ibiza vanno per sudare più di quanto non capiti a noi qui. Nel mentre il cugino conduce la loro multinazionale, egli si fa sempre più internazionale. E discoteche e radio se lo contendono.
L’ALLEGRIA
Ora però dobbiamo riflettere, spegnendo i riflettori, la musica, rientrando in rada, guardando l’alba e spiare Vacchi per quello che è. In una foto del 2008 è un quarantenne, anche un po’ cumenda, ma con la faccia di ragazzo. Oggi, proprio oggi, che compie solo cinquantuno anni, beh, ne dimostra tanti tanti di più. La sua giovinezza è proprio volata via. Gli dispiacerà, o forse lo saprà, ma gli manca quella freschezza che tanti suoi coetanei hanno. Il balocco abbronzato che cazzeggia quale icona di allegra ricchezza, non ha più nulla di giovane, al più è un giovanilista come fosse un anziano curato e di provincia baciato da fortune e donne. Non ha giovane la pelle, né lo sguardo. Non profuma di quella seconda chance che oggi a cinquanta ci concediamo un po’ tutti. E forse perché Vacchi gioca come i ragazzini a scuola, al parco, sulla sabbia. E questo fa vecchio, fa nonno che non si arrende. Vacchi dovrebbe stasera postare una foto di spalle al tramonto, una foto rubata. Abbracciato ad un amore vero. E i suoi follower, più che sorpresi, sì che alzerebbero il calice d’augurio con un sincero Enjoy yourself.