Il Messaggero, 5 agosto 2018
Cuba riconosce i matrimoni omosessuali, così la figlia di Raul vince la sua battaglia
lla fine ha vinto Mariela, la figlia lesbica di Raul Castro, che da almeno trent’anni si batteva per i diritti civili dei gay cubani. La bozza di riforma costituzionale da poco approvata dall’Assemblea Nazionale e che presto sarà sottoposta ad approvazione con un referendum popolare, include la legalizzazione del matrimonio tra gay.
INNOVAZIONE
Il legislativo cubano ha lavorato per mesi alla formulazione della nuova carta costituzionale, che aggiorna quella del 1976 e introduce riforme di portata rivoluzionaria. Scompare la costruzione di una società comunista, finora indicato come il principale intento della nazione. Al suo posto resta uno stato socialista governato dallo stato di diritto. La nuova costituzione riconosce la proprietà privata, finora un diritto strisciante, amministrato a suon di dollari a Miami dai parenti esuli, mentre all’Avana si traslocava da una casa all’altra. Viene creata la figura di un primo ministro che affianca il presidente, si proclama la sovranità del diritto internazionale, e vengono stabilite le priorità della lotta al terrorismo, la denuclearizzazione, e il rigetto della cybercriminalità.
Tra le varie discipline, l’apertura dell’istituto matrimoniale alla comunità Lgtb è una delle più controverse, avversate dalla potente chiesa cattolica e dagli evangelisti cristiani. La rivoluzione castrista aveva proclamato la libertà sessuale nel 1959, ma la pressione religiosa e il pregiudizio personale di Fidel avevano messo al bando l’omosessualità. I famigerati lager per i gay accomunavano la repressione sessuale con quella politica, confondendole nella sanità mentale.
È stato in gran parte merito della visibilità di Mariela, lesbica impenitente se il dibattito sulla fine della repressione è stato affrontato dai politici del suo paese. Si è dovuto comunque aspettare fino al 2010 per vedere il lidèr maximo fare abiura della persecuzione e ammettere le ingiustizie perpetrate,
PROTAGONISTA
Mariela Castro ha preso quell’anno in mano le redini del Cenesex, il Centro per l’Educazione Sessuale, e da allora ha promosso l’assistenza pubblica nelle operazioni di cambio di sesso, le campagne di sensibilizzazione contro l’omofobia e la transfobia, e la diffusione di programmi di prevenzione di Hiv e Aids. Negli ultimi anni la scena gay si è popolata, caso unico al mondo, di locali di proprietà statale apertamente dedicati alla popolazione Lgtb, e i bar delle principali città sono oggi frequentati da transessuali e drag queen che siedono pacificamente al fianco delle famiglie eterosessuali.