Corriere della Sera, 5 agosto 2018
Genio degli scacchi a 9 anni
Quando gli storici del futuro esamineranno questo 2018 cosi bizzarro, è certo che riserveranno almeno una pagina dei loro libri alla volta in cui il governo britannico prese una decisione totalmente incomprensibile e la voce della ragione che si levò fu quella del fondatore di uno dei gruppi comici più famosi della fine del XX secolo, maestro di humour demenziale, famoso tra le altre cose per uno sketch in cui impeccabile in abito scuro e bombetta camminava in modo ridicolo, da buon funzionario del «Ministero delle Camminate Ridicole». Perché un ministero vero del governo britannico, non quello finto del vecchio sketch televisivo, ha appena spiegato a una famiglia indiana che dovrà lasciare il Regno Unito alla scadenza del visto di lavoro del capofamiglia tra poche settimane. La cosa davvero incredibile è che la famiglia è composta da padre e madre – Jitendra e Anju Singh – e dal piccolo Shreyas Royal, nove anni, genio degli scacchi, che secondo tutti gli osservatori tra qualche anno potrà tranquillamente diventare campione del mondo.
I genitori hanno fatto appello al buon senso, facendo presente che Shreyas è ovviamente un «asset», una risorsa per il Regno. Inutile. Hanno cercato di fare qualcosa dei parlamentari, chiedendo di fare un’eccezione per quel futuro grande maestro di scacchi. Niente.
Ecco allora che, via Twitter, è entrato nella discussione John Cleese, fondatore dei Monty Python, l’uomo delle «camminate ridicole» e del film «Un pesce di nome Wanda», assurdo Lancillotto in «Monty Python e il Sacro Graal». Gli è bastato un tweet: «Riguardo alla imminente deportazione di Shreyas Royal, prodigio degli scacchi, e dei suoi genitori: la famiglia non può rinnovare il proprio visto perché il padre guadagna meno di 120mila sterline l’anno. Preoccuparsi dei soldi invece che del talento è tipico di questo orrendo governo». Fine del tweet.
Visto che Cleese, uno dei principali umoristi della nostra epoca, non poteva non avere dei «follower» spiritosi, il primo commento al suo tweet è stato quello di un utente che, nello spirito dei Monty Python, suggeriva di incaricare il giovanissimo genio delle trattative per la Brexit con l’Unione europea, di compensarlo con 120mila sterline permettendogli così di restare nel Regno Unito.
Carolyn Nokes purtroppo, ministro per l’Immigrazione (nota al pubblico più che altro per la figuraccia fatta qualche mese fa, quando ammise di non aver mai letto gli Accordi del Venerdì santo per la pace in Irlanda del Nord), pur ammettendo che Shreyas è una «immensa promessa» ha ripetuto che entro il 10 settembre la famiglia deve lasciare il Regno Unito.
Impressiona, oltre al paradosso di John Cleese che scavalca ampiamente il governo in quanto a lucidità e ragionevolezza, che la stampa britannica generalmente divisa su quasi tutto si sia pronunciata in coro a favore di Shreyas. Dal progressista Guardian che ha lanciato la notizia al popolare e conservatore Daily Mail, dagli euroscettici ai filo-Ue, tutti sono d’accordo sulla necessita’ di fare un’eccezione, almeno in questo caso.