La Stampa, 4 agosto 2018
Morto l’uomo più vecchio d’Italia. Aveva 110 anni
Pantaloni corti, occhiali da sole e cappello pànama in testa, aveva fatto la sua prima vacanza al mare a 108 anni, un desiderio di Ferragosto esaudito da figlia e nipoti. «L’aria mi fa bene, mi ricorda la gioventù» raccontava Lorenzo Berzero ai turisti a passeggio sul lungomare di Varazze, sorretto dalla figlia Maria Teresa. L’uomo più anziano d’Italia si è spento giovedì a 110 anni alla casa di riposo «San Francesco» di Novara. L’addio questa mattina a Quinto Vercellese, dove aveva trascorso gran parte della sua vita: era nato il 2 marzo del 1908 a San Germano Vercellese e conservava la memoria di un mestiere antico, quello dei «cavallanti» che nelle campagne coltivate a riso portavano le mondine dalle stazioni ai campi, le merci tra le cascine. E quando la tecnologia ha spazzato via quel mondo, è entrato in una cooperativa come dipendente fino alla pensione. «Si può dire che ha sfruttato tutto il tempo che ha avuto», racconta il nipote Alessandro Ferraris. «In casa di riposo è entrato a 106 anni, dopo un intervento chirurgico per un tumore. L’operazione era rischiosa ma aveva voluto affrontarla lo stesso. Voleva vivere – ripeteva – una buona vecchiaia».
Il segreto della longevità
Il segreto della longevità lo raccontava scherzando a tutte le feste di compleanno che negli ultimi anni diventavano via via più affollate di parenti, amici, consiglieri comunali, l’ultima il 2 marzo in casa di riposo: «Mangiare e bere bene, tirare il fiato» ripeteva spesso. Era questa la domanda ricorrente: «Tutti volevano sapere come era arrivato alla sua età senza mai prendere una medicina», ricorda il nipote, «ci chiedevano della dieta, se aveva mai fatto sport. Macché. Lui amava mangiare e fino a 106 anni cucinava per sé, ma amava i piatti della tradizione contadina, come la «paniscia», che non sono proprio leggeri. Credo che il suo vero segreto fosse la positività».
In 110 anni ha visto due guerre e il lavoro fin da ragazzino, ha perso la moglie Virginia e un figlio, si è ripreso dopo un grave incidente e ha superato la malattia, ma continuava a fare progetti: «Voleva andare al mare, aveva 108 anni e lo abbiamo portato. Diceva, si sta molto meglio qui. Sicuramente la genetica lo ha aiutato, ma il carattere ha fatto molto di più», racconta il nipote. «Parlava con tutti, amava chiacchierare e nei i miei 43 anni non ricordo di averlo mai sentito lamentarsi di nulla. Era positivo, amava la vita e si è consumato poco per volta dopo averla vissuta tutta».