Il Messaggero, 4 agosto 2018
L’intelligenza del corvo
Emma ha un carattere vivace e un’intelligenza brillante, pronta a imparare cose nuove e soprattutto a sviluppare creativamente il progetto iniziale. Sembra una nota di merito sulla pagella di una studentessa, è invece la valutazione della dottoressa Sarah Jelbert del Jesus College di Cambridge sulle performance di un corvo che ha rivelato capacità mai riscontrate in nessun altro cranio al di fuori dell’Homo Sapiens. È quanto emerge dallo studio effettuato su una famiglia di otto esemplari della Nuova Caledonia, messi dinanzi a una sorta di distributore di cibo a gettoni. Al posto dei gettoni, Emma e i suoi parenti dovevano individuare tra i vari oggetti sparsi nella gabbia un particolare cartoncino rettangolare utile per sbloccare il premio, inserirlo nella macchinetta e ottenere un pezzettino di carne. Fin qui applausi per tutti, ma niente di inedito.
DESIGNER COL BECCO
I ricercatori hanno voluto osare, mettendo un foglio di cartone di grandi dimensioni nella gabbia. Dopo un iniziale momento di perplessità, con qualche abile colpo di becco e aiutandosi con le zampe l’animale riesce confezionare un quadrato che somiglia nella forma e nelle dimensioni al campione con cui ha ottenuto il cibo dal distributore. Questo giochino ha dimostrato che i corvi hanno la capacità di memorizzare il design di un oggetto e di riprodurlo a distanza di tempo. Ma non solo. Nei successivi test, sei degli otto soggetti hanno imitato Emma smentendo la possibilità di un esemplare più sveglio degli altri. Inoltre, valutando la successione degli esperimenti, è stato notato che i corvi miglioravano la qualità della la produzione del cartoncino, avvicinandosi sempre di più alle caratteristiche dell’originale.
Sull’intelligenza dei corvi esiste una lunga letteratura di casi straordinari. Alcuni esemplari selvatici, ad esempio, hanno imparato a utilizzare le automobili che passano sulla strada per schiacciare le noci troppo dure, insegnando la tecnica agli altri membri del branco. O ancora, in un test fatto dalla BBC, un corvo di nome 007 in due minuti e mezzo è riuscito a risolvere un percorso in otto passaggi, uno dei più complessi mai eseguiti con animali. Anche gli esperti dell’Università di Cambridge sono sempre stati dei fan degli uccelli total black, sostenendo che i corvi possono eseguire compiti che bambini di tre o quattro anni non sono in grado di risolvere. Uno di questi riguardava la produzione di utensili (in questo caso un bastoncino) di varie forme e lunghezze per riuscire a prendere un pezzo di cibo, anche qui con becco e zampe a fare da strumenti di lavoro.
I FURBETTI
Oltre a particolari doti mnemoniche, i corvi dimostrano un comportamento sociale estremamente evoluto. Gli scienziati dell’Università di Vienna hanno indagato sulla capacità di raggiungere un obiettivo attraverso la cooperazione, scoprendo un inedito atteggiamento punitivo nei confronti dei furbetti. L’esperimento ha visto gli uccelli tirare contemporaneamente una corda da due lati per arrivare a vari pezzetti di formaggio. Senza addestramento i corvi hanno svolto tranquillamente il compito. Ma quando uno degli esemplari ha rubato anche il cibo che spettava al collega, nei successivi esperimenti è stato estromesso dal gruppo e punito per il suo atteggiamento individualista. Un comportamento di polizia sociale mai osservato al di fuori degli umani e di altri primati. Ma tra la popolazione alata non ci sono solo i corvi a tenere alta la bandiera dell’intelligenza. Un tipo di airone verde, ad esempio, utilizza vermi, insetti o pezzetti di cibo come vere e proprie esche facendole galleggiare sull’acqua per attirare i pesci in superficie e naturalmente predarli.
I PAPPAGALLI
Anche i pappagalli hanno il loro genio, con la varietà neozelandese chiamata Kea che per anni ha tormentato gli allevatori di pecore locali danneggiando i greggi, dato che nella sua dieta c’è il grasso animale tra i primi posti. Dai racconti di ovini spinti verso dei dirupi da stormi di questi animali per poi cibarsi della carcassa, alla destrezza nello scasso di qualsiasi contenitore, questo parrocchetto gigante si è meritato il titolo di uccello più intelligente del mondo.
Dal punto di vista scientifico si è cercato di capire come un cervello che al massimo pesa una decina di grammi possa sviluppare processi cognitivi a livello dei primati, scoprendo che corvi e pappagalli hanno delle aree cerebrali con una densità molto più elevata di neuroni. La funzione del volo nell’evoluzione di queste creature ha probabilmente imposto la riduzione del peso, massa cerebrale compresa, ma ha compensato sviluppando un design delle connessioni molto più efficiente e compatto di quello dei mammiferi. E comunque, anche Einstein aveva un cervello che pesava 1230 grammi, contro i 1500 della media, ma come i corvi della Caledonia lo sapeva far lavorare alla grande.