il Fatto Quotidiano, 3 agosto 2018
E Renzi restò con 600 euro l’anno
Il disastro finanziario del 2008 è partito dai mutui subprime, garantiti a chi aveva un lavoro precario e un reddito incerto. La lezione è servita? Sembra di no, a guardare la storia del mutuo concesso a Matteo Renzi: 900mila euro per l’acquisto di una casa a Firenze del valore complessivo di 1,3 milioni di euro con un acconto di 400mila euro che l’ex premier ha versato cash all’atto del preliminare di vendita. L’analisi per la concessione di un finanziamento si deve basare innanzitutto sulla capacità reddituale del richiedente (quanto guadagna) e poi, in secondo luogo su una eventuale garanzia (se non mi paga, su cosa vado a rivalermi), come l’ipoteca sull’immobile.
Per determinare il reddito minimo necessario che un richiedente debba avere per sopportare il pagamento delle rate di un nuovo mutuo, le banche seguono un criterio: l’ammontare annuo delle rate del prestito non deve essere superiore al 30% (o al massimo al 35) del reddito netto dei richiedenti.
Renzi, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, ha un reddito lordo di circa 107.000 euro che, al netto della tassazione (supponiamo un’aliquota media del 40%), significa un introito netto di circa 65.000 euro.
Siccome il mutuo è stato contratto in cointestazione con la moglie, dobbiamo aggiungere anche il reddito da lavoro dipendente di una insegnante di ruolo in un istituto superiore che, secondo una analisi di Economia Italia pubblicata dal ministero dell’Istruzione può aspirare a un guadagno medio di circa 25.000 euro lordi annui che, sempre al netto delle imposte (immaginiamo un aliquota del 23%), equivale ad una entrata netta annua di circa 19.000 euro. Totale dei redditi netti disponibili della famiglia Renzi: 84.000 euro.
Come ricostruito da Davide Vecchi sul Fatto, i Renzi hanno già impegni mensili (rate di altri mutui) per circa 4.250 euro, pari a 51.000 euro annui che, sottratti al reddito netto, determinano un “reddito disponibile” di soli 33.000 euro circa. Per essere considerati affidabili come debitori per il nuovo mutuo della villa, i Renzi dovrebbero impegnare soltanto il 30% (o il 35%) di questo importo. Quindi una cifra compresa tra i 10.000 (30%) e i 12.000 (35%) euro circa.
Ora supponendo che Renzi, in virtù di una convenzione che preveda tassi agevolati per i parlamentari, abbia stipulato un mutuo alle migliori condizioni possibili e cioè a 30 anni e a un tasso variabile del 0,5% (quasi in perdita per la banca visto che l’euribor ad un mese è -0,37), la rata mensile dovrebbe essere di circa 2.700 euro, cioè circa 32.400 euro annui. Gli rimarrebbero quindi circa 600 euro all’anno per soddisfare i suoi bisogni primari. Vorrei confrontarmi con chi, in quella banca, ha deliberato quel mutuo e chiedergli se questi criteri vengono applicati anche ai comuni mortali.