Libero, 3 agosto 2018
Whatsapp torna a pagamento
Whatsapp ritorna a pagamento. Ma soltanto per le aziende. Per ora. Dopo settimane di indiscrezioni la notizia è stata pubblicata da Facebook, proprietario del sistema di messaggistica istantanea più diffuso al mondo, sul proprio blog dedicato al business. Le aziende potranno rispondere gratuitamente alle richieste dei loro clienti entro 24 ore. Oltre questo termine, i messaggi Whatsapp verranno fatturati. Il meccanismo che penalizza gli utenti business lenti nel rispondere, è stato messo a punto dopo alcuni test condotti da Menlo Park in collaborazione con una novantina di imprese, incluse Singapore Airlines e Uber. Il costo non è proibitivo ma neppure trascurabile e andrà da 1 a 9 centesimi di dollaro per ogni messaggio «ritardatario», in funzione del tempo trascorso oltre la soglia delle 24 ore dalla ricezione della richiesta del cliente. Più tempo passa e più l’azienda ritardataria paga.
FATTURAZIONE
Non è ancora stata fissata una data ufficiale entro la quale scatterà la fatturazione. Ma nel corso delle prossime settimane, quasi sicuramente entro la fine di agosto, Facebook renderà disponibile un servizio di pubblicità per la piattaforma Whatsapp destinata a stimolare gli utenti a conversare con le aziende. E a partire dall’inizio del 2019 gli utenti business potranno inserire contenuti pubblicitari nello spazio dello stato che già ora accoglie contenuti multimediali. Una funzione che ricorda da vicino le «storie» di Facebook e di Instagram. E non è un caso, visto che la proprietà è la stessa. In realtà non si tratta comunque di una novità assoluta. Il sistema di messaggistica creato dal nulla, nel 2009, da Jan Koum e Brian Acton, due ex dipendenti fuorusciti da Yahoo, è stato a pagamento per quasi tre anni. Dal 2013 fin quasi alla fine del 2016, per utilizzarlo bisognava pagare un abbonamento annuale. Poca roba, 89 centesimi di euro per dodici mesi, ma sufficienti comunque a portare nelle casse della società un gruzzolo ragguardevole. Facebook comprò Whatsapp quattro anni fa per circa 14 miliardi di euro e due anni or sono abolì il canone. L’obiettivo del colosso fondato da Mark Zuckerberg era quello di «connettere le aziende con le persone» sulla piattaforma di messaggistica. Creando un canale per collegare le imprese ai loro clienti. Ma finora si è visto poco o nulla di tutto questo. I prossimi mesi saranno decisivi.
CODICI GRATUITI
In attesa di capire cosa possa succedere, bisogna registrare il rilascio da parte di Menlo Park delle Api, i codici di programmazione per integrare Whatsapp sui siti di aziende e istituzioni, facendolo diventare, di fatto, il sistema di messaggistica ufficiale attraverso il quale interagire con i propri clienti. I codici sono gratuiti, ma qualora l’azienda che se ne serva impieghi più di 24 ore per rispondere al messaggio del singolo cliente dovrà pagare quella risposta da 1 a 9 centesimi, in relazione all’entità del ritardo. Per contro, le api consentono alle aziende di inviare ai loro clienti messaggi a pagamento, ad esempio per l’emissione di un biglietto aereo o il voucher per una vacanza. Nel decimo compleanno, che cade nel 2019, Whatsapp cambierà radicalmente il modello di business.