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 2018  agosto 03 Venerdì calendario

Calciomercato Serie A: verso il miliardo tra rate e prestiti

A rate. In prestito. In prestito con diritto di riscatto. O con recompra, che è poi la novità fresca fresca dell’estate. L’era del «calciomercato in leasing» (pare che la genesi pubblica dell’efficace definizione sia ascrivibile a Mino Raiola, non fatichiamo a crederlo) offre ormai svariate modalità per prendere o dar via un calciatore, tutte naturalmente finalizzate non tanto a risparmiare quanto a lucidare i bilanci, che è poi il principale pensiero di tutti. 
Si tratta di aritmetica semplice: quest’anno ti prendo in prestito così rientriamo nei paletti del fairplay finanziario, tranquillo che fra un anno ti compro. Con Higuain, per intenderci, fra Milan e Juve è andata esattamente così. Tutto perfettamente legale, tutto perfettamente conveniente. Eppure la spesa aumenta, anzi s’impenna. Spesa proprio come cash: secondo il sito specializzato Transfermarkt gli investimenti sul mercato estivo della serie A non sono mai stati così elevati, quasi 900 milioni di euro, per la precisione 886, a ieri. La Juve da sola ne ha messi oltre 220, 117 per CR7 più 40 per Cancelo e altrettanti per il riscatto di Douglas Costa. Roma (109), Napoli (84)e Inter (72) hanno invece anche venduto: il saldo è più meno in pari. Ad ogni modo, ragionando sul fatto che alla chiusura delle trattative (ore 20 del 17 agosto) mancano ancora due settimane, è del tutto verosimile che si arrivi a sfondare quota-choc del miliardo. Record? Quello l’abbiamo già abbondantemente superato: chi assicurava che la dissipata estate 2017 (832 milioni spesi dai 20 club) sarebbe stata un’eccezione, si è dovuto ricredere. A scanso di equivoci anche il saldo (la differenza fra entrate e uscite) è da primato: -236 milioni, il doppio del dato finale di un anno fa quando si chiuse a -119.
Effetto Cristiano Ronaldo? Non solo. Secondo Alessandro Altobelli la questione non è tanto l’emulazione quanto i quattro posti Champions. «Sono un obiettivo ormai vitale, di sopravvivenza pura, quindi pur di entrarci si arriva a fare investimenti a volte anche difficili da sostenere», la riflessione dell’ex centravanti dell’Inter. In effetti la vera impennata della serie A riguarda gli ultimi tre anni: nell’estate 2014 furono 338 i milioni immessi nel mercato. Quasi un terzo rispetto a oggi.
Ma anche allargando l’analisi al resto dell’Europa non mancano sorprese: detto che la Liga segue il trend di crescita della A mentre tedeschi e francesi fanno economia (in questi tre campionati il mercato però chiude il 31) sorprende soprattutto come la ricchissima Premier sia ferma sul miliardo di euro, ben lontana dal dato dell’estate scorsa (1,6) che difficilmente verrà raggiunto visto che lassù la sessione chiude il 9 agosto. A parte il Liverpool che ha sganciato 180 milioni, un terzo solo per Alisson della Roma, gli altri sono tutti sotto i 100. Inclusi i Manchester: un’estate fa in due arrivarono a 400. 
Una crepa nel magico mondo della Premier? Improbabile. Anche se c’è chi (come la società londinese di analisi finanziarie Vysyble) da tempo mette in guardia i tifosi sulla sperequazione fra spese e ricavi, pare un azzardo profetizzare tempi cupi per un torneo che incasserà 350 milioni di euro nel 2018/19 solo dalle sponsorizzazioni sulle maglie. Premier era, Premier resterà. Con o senza shopping selvaggio.