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 2018  agosto 03 Venerdì calendario

«Molestie alle orchestrali». L’Orchestra Reale di Amsterdam licenzia il direttore Daniele Gatti

Daniele Gatti non è più il direttore musicale della Orchestra Reale del Concertgebouw di Amsterdam. L’ha annunciato ieri l’amministrazione dell’orchestra sinfonica olandese con un secco comunicato nel quale si dichiarano venute meno le condizioni per il prosieguo della cooperazione con il 56enne maestro milanese e che i concerti già programmati saranno diretti da altri interpreti. 
Il clamoroso licenziamento di Gatti, direttore stabile del Concertgebouw dal settembre 2016, ospite dell’istituzione da 13 anni, e che solo tre settimane fa aveva firmato il rinnovo del proprio contratto per altri quattro anni, è l’esito di una inchiesta interna dalla quale sarebbe emerso che «alcune colleghe donne dell’orchestra» – la cui identità non è però resa nota – «hanno riferito di esperienze con il maestro Gatti che sono da ritenere inappropriate in considerazione della sua posizione di direttore musicale». Tale inchiesta è atto conseguente all’accusa di molestie sessuali che due soprani, Alicia Berneche e Jeanne-Michèle Charbonnet, hanno lanciato attraverso le colonne del Washington Post lo scorso 26 luglio, per fatti che risalgono rispettivamente al 1996 e al 2000. 
A tali accuse Daniele Gatti aveva risposto dichiarando di «essere completamente estraneo ai fatti che mi sono attribuiti» ma «se ho offeso qualcuno, chiedo scusa sinceramente».
Il maestro ha affidato una propria dichiarazione allo Studio Avvocato Chiusano, nella quale, dicendosi esterrefatto, respinge fortemente ogni atto di accusa. Ha inoltre dato mandato ai suoi legali di tutelare la propria reputazione e di intraprendere eventuali azioni qualora tale «campagna diffamatoria» nei suoi confronti dovesse proseguire.
Benché nelle ultime ore Daniele Gatti abbia ricevuto numerosi attestati di stima e solidarietà da parte di diversi membri dell’orchestra, sia uomini sia donne, è difficile ipotizzare che il suo rapporto con il Concertgebouw si possa ricucire. Approdando alla guida della formazione di Amsterdam, una delle più gloriose al mondo, diretta negli ultimi decenni da direttori del livello di Bernard Haitink, Riccardo Chailly e Mariss Jansons, Daniele Gatti aveva avuto la definitiva consacrazione di una prestigiosa carriera che lo vede dirigere regolarmente a Salisburgo, Bayreuth e alla Scala, dopo essere stato guida stabile dell’Orchestre National de France. Insieme con Muti e Chailly, Gatti è infatti il maestro italiano più conosciuto a livello internazionale.
Oltre ai concerti in sede, nei prossimi mesi Gatti avrebbe dovuto dirigere la compagine olandese in varie città europee, mentre a febbraio avrebbe dovuto guidare una tournée americana, che farà tappa anche a Washington, dove è iniziato quello che per i suoi avvocati è una gogna mediatica. Secondo alcuni, il Concertgebouw si è mosso con tempestività per evitare di esibirsi negli States, patria del movimento metoo con un direttore «discusso». E del resto, il licenziamento di Gatti ricorda quello attuato dal Metropolitan di New York nei confronti di James Levine. Sembra confermato invece l’impegno di inaugurare la stagione dell’Opera di Roma con «Rigoletto», il prossimo ottobre.
Dall’Olanda all’Austria, un altro caso di direttori accusati di molestie sessuali. Ieri pomeriggio Gustav Kuhn ha rassegnato le proprie dimissioni dal Festival di Erl, in Austria, a seguito di una lettera di accuse di comportamenti scorretti pubblicata a mezzo stampa da cinque musiciste.