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 2018  agosto 03 Venerdì calendario

Sparita la celebre attrice cinese Bingbing, nei guai con il Fisco

Bella, famosa, ricchissima, molto amata e scomparsa misteriosamente. Milioni di ammiratori di Fan Bingbing, divina del cinema cinese, sono in ansia per il suo destino. L’attrice non compare in pubblico dal primo luglio, quando visitò un ospedale pediatrico per sollecitare donazioni a favore dei bambini ricoverati. Silenzio da diverse settimane anche sul suo account di Sina Weibo, il social network dove Fan ha 62 milioni di follower: ultimo post il 2 giugno, per propagandare un’iniziativa caritatevole, poi una serie di like su post di altri il 23 luglio. Per il resto niente, solo voci insistenti sulla possibilità che l’attrice sia stata inghiottita dalla macchina della giustizia a Pechino. I guai giudiziari sono dovuti a un caso di evasione fiscale denunciato a maggio che ha avuto anche conseguenze politiche. 
L’industria del cinema macina miliardi di dollari in Cina e pur non essendo notissima all’estero, Fan Bingbing, 36 anni, nella lista di Forbes ha superato anche Julia Roberts per guadagni ed è al quinto posto tra le attrici mondiali, con oltre 45 milioni di dollari nel 2017. Ma questa cifra potrebbe essere anche molto più alta, perché a maggio sono spuntati due contratti per lo stesso film intestati a Fan: uno falso, da 1,5 milioni di dollari, presentato al fisco; l’altro vero, da 7,8 milioni di dollari, tenuto riservato per non pagare le tasse. Un sistema largamente utilizzato nell’industria dell’intrattenimento in Cina (e non solo, naturalmente), definito «contratto yin-yang»: un gioco di parole che ruba i termini filosofici degli opposti dialettici per dire che si denuncia all’ufficio delle imposte un compenso fasullo invece di quello reale. Gli oltre 6 milioni di compensi rimasti nell’oscurità «yin» hanno fatto aprire un’indagine fiscale a carico di Fan Bingbing. 
Sono seguite le smentite di rito da parte della casa di produzione. Le autorità giudiziarie, com’è costume in Cina, se si sono davvero mosse lo hanno fatto in segreto, senza dare informazioni alla stampa. Unica certezza: Fan è scomparsa dalla scena. La settimana scorsa un giornale finanziario che di solito risulta attendibile ha pubblicato un’inchiesta secondo la quale diversi collaboratori dell’attrice sono sotto interrogatorio per concorso in evasione fiscale e al fratello è stato ritirato il passaporto. Anche lei avrebbe ricevuto l’ordine di non muoversi dalla Cina e di non farsi vedere. Il 29 luglio, mentre sul web piovevano commenti preoccupati di decine di migliaia di ammiratori della divina, l’articolo è stato rimosso dal sito web della rivista: probabilmente per intervento della censura. Fino a ieri né Fan né il suo agente hanno risposto alle richieste della stampa locale e internazionale di farsi vivi, di spiegare la lunga assenza. Nessuna risposta su Weibo nemmeno alla valanga di appelli degli estimatori artistici di Fan. 
L’attrice sul mercato occidentale ha trovato spazio, oltre che sul red carpet dei festival, nella saga «X-Men», dove ha partecipato alla puntata «Giorni di un futuro passato», interpretando nel 2013 il ruolo della mutante ribelle Blink. In ossequio alla potenza del botteghino cinese (8 miliardi di incassi nel 2017), i produttori di «Iron Man 3» le hanno riservato una partecipazione speciale solo per le sale della Cina, facendola girare in scene che poi sono state tagliate in Europa e Usa. 
«Ci manchi da morire», «Dacci notizie» si legge sul suo account di Weibo, ma lei da settimane non risponde. Molto strano per un personaggio che oltre a recitare lavora come influencer e testimonial di griffe della moda e marche di cosmetici.
Lo scandalo dei «contratti yin-yang» delle star ha già avuto un risultato visibile. A giugno il Partito comunista è intervenuto con una «legge di sinistra» stabilendo che gli attori di ogni singolo cast non potranno guadagnare più del 40 per cento del costo totale della produzione; i protagonisti non potranno incassare oltre il 70% del totale dei compensi per gli attori, comparse incluse. Motivazione: «Evitare la divinizzazione del denaro, l’evasione fiscale, il sogno cieco di celebrità da parte delle giovani generazioni».