la Repubblica, 2 agosto 2018
Il sovrappeso del turismo sfianca gli asini a Santorini. Piano d’emergenza
Meno lavoro, più ombra. E soprattutto – la cosa a cui tenevano di più – basta maltrattamenti. Pena il ritiro della licenza al conduttore. La battaglia sindacale più surreale dell’estate si è chiusa con un successo a 360 gradi dei lavoratori. Non c’è stato bisogno di assemblee né di scioperi.Siamo nell’era della comunicazione globale e tre video virali (più una petizione su Change. org che ha raccolto in un attimo 75mila firme) hanno cambiato per sempre la vita ai mitici asini di Santorini. Un branco di 300 dannati del turismo costretti a sciropparsi 5-6 volte al giorno il Calvario di 600 gradini tra il porto e Fira, scarrozzando turisti che ogni anno – misteri del girovita pesano qualche chilo in più. L’iconografia delle vacanze cicladiche ha regalato a questi animali un’immagine idilliaca.Sono da decenni il simbolo di Santorini, il folcloristico comitato accoglienza per i crocieristi che sbarcano a centinaia sui moli e – al modico prezzo di 5 euro – risalgono in sella i 220 metri di dislivello fino alla capitale. La realtà però, a giudicare dai tre video spuntati in rete, è un’altra.Nel primo l’animale quasi non si vede. Si intuiscono quattro zampe che spuntano sotto un carico disumano di 11 sacchi-condominio della spazzatura e barcollano penosamente nelle strettissime vie di Oia. Il secondo è più drammatico: una comitiva di tre bestie si blocca a una curva a gomito sulle scale. E il padrone colpisce con violenza sul muso il capofila con un bastone per convincerlo a riprendere la marcia. Il terzo, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, testimonia in venti secondi l’aggressione di tre energumeni agli ambientalisti che protestavano contro i maltrattamenti e lo sfruttamento degli animali, costretti a trasportare carichi (e turisti) oversize.L’immagine -in questi casi – è tutto. E quando gli albergatori dell’isola hanno visto spuntare l’hashtag #Boycottosantorini tra i topic trend di Twitter hanno deciso di intervenire per minimizzare i danni. E in una riunione con tutte le parti in causa – dai proprietari delle bestie ai “verdi” – è stato stilato il nuovo decalogo dell’asino di Santorini. Un accordo che fissa la quota di ombra minima, l’acqua da garantire, gli orari massimi di lavoro, le punizioni per le violenze e le regole sul pensionamento dei più anziani.Il problema, dicono gli scettici, è farlo rispettare. Nel 2007 – dopo un’altra ondata d’indignazione scatenata dalle foto di una bestia ferita causa sovra-utilizzo – si era trovata un’intesa simile. Ma senza controlli e sanzioni si è rivelata solo una lista di buone intenzioni. L’Unione europea nel 2017 ha approvato incentivi per chi tratta in modo umano gli asini che lavorano nel turismo (ci sono quelli di Rodi, e i cugini – messi forse ancora peggio – di Petra, in Giordania). Ma nessuno ne ha fatto richiesta a Santorini. «La situazione è insostenibile – ha spiegato il portavoce di Help Santorini Donkeys -. I manuali di zoologia dicono che un asino non può portare più di 50 kg., qui siamo ben oltre». Qualcuno a Fira ha iniziato a incrociarli con i cavalli per ottenere muli, più grandi e in grado di caricare fino a 80 kg. Peccato che la stazza media del crocierista da mettersi in groppa ecceda spesso – e di tanto – la soglia. Il sindaco Nikos Zorzos sta provando a correre ai ripari. Quest’anno ha ridotto da 12mila a 8mila al giorno i turisti ammessi, una sorta di numero chiuso che ha costretto molte crociere a rivedere i loro itinerari. «Lo faccio per salvare l’isola. La stanno soffocando», ha detto. Anche gli asini, nel loro piccolo, hanno apprezzato. Sognando il giorno in cui – per visitare Santorini – esisterà un limite di peso.