il Giornale, 2 agosto 2018
Dopo due mesi di lavoro parlamentari già in ferie: Camere chiuse 34 giorni
È iniziato il conto alla rovescia per le ferie dei parlamentari. Domani termina l’ultima settimana lavorativa «piena» delle Camere prima delle vacanze estive. Restano poi le sedute di lunedì 6 e martedì 7 agosto, quando Montecitorio e Palazzo Madama chiuderanno i battenti per riaprirli l’11 settembre. Un mese abbondante di pausa che si avvicina al record dei 39 giorni segnati l’anno scorso sotto il governo Gentiloni e sotto gli strali anticasta del Movimento Cinque Stelle. Che quest’anno, più che delle apparenze di un Parlamento che lavora, sembra preoccuparsi della «sostanza» di leggi bandiera: portare a casa il decreto Dignità del ministro Luigi Di Maio prima delle ferie agostane. All’ordine del giorno delle prossime sedute, infatti, c’è in primis il provvedimento grillino. E poi il cosiddetto decreto milleproroghe, in una inedita versione estiva necessaria per consentire al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di bloccare la legge renziana sulle intercettazioni, e l’istituzione delle commissioni bicamerali Antimafia e Rifiuti.
Di certo per ora c’è solo il calendario del Senato: le commissioni torneranno a riunirsi il 4 settembre, l’Aula invece è convocata per l’11. La Camera invece non ha ancora fissato il rientro dalle vacanze, ma solo l’ultima seduta fissata per martedì: in programma ci sono la cessione di unità navali alla Libia, il riordino dei ministeri e la ratifica di trattati. Toccherà alla conferenza dei capigruppo di lunedì programmare poi la convocazione per settembre di aula e commissioni, anche se molti si aspettavano un segnale controcorrente dal presidente di Montecitorio Roberto Fico: dopo il taglio dei vitalizi, la scure delle ferie. Invece a quaranta giorni dall’inizio dei lavori dei parlamentari – dopo la lunga impasse post elezioni solo il 23 giugno scorso si sono formate le commissioni dando il via alla effettiva attività di deputati e senatori – scatta una nuova pausa. Una chiusura in linea con i dati delle scorse legislature, visto che il parlamento si era riunito fino al 9 agosto nel 2013, fino al 7 agosto nel 2014, fino al 5 agosto nel 2015 e nel 2016, scrive Openpolis. L’anno scorso invece i lavori si erano interrotti il 2 agosto, con uno stop record di 39 giorni. Tra l’altro ora la maggior parte del lavoro parlamentare serve per convertire in legge i provvedimenti del governo. «Un problema – scrive Openpolis – che avevamo già denunciato durante la scorsa legislatura, e che sembra continuare anche nell’attuale. L’abuso dei decreti legge, utilizzati fin troppo spesso per implementare l’agenda di governo, sta monopolizzando l’attività di camera e senato. Alcuni dei provvedimenti in discussione, in particolare il decreto dignità, sembrano non rientrare nella definizione standard di decreto legge, in quanto non omogenei e non urgenti». Uno strumento peraltro sempre criticato dai pentastellati. Così come le ferie.