Corriere della Sera, 2 agosto 2018
Il documentario su «Psyco», una goduria per tutti i cinefili
Una pura goduria per cinefili. Assistito da cineasti e critici, tra cui Guillermo del Toro, Bret Easton Ellis, Jamie Lee Curtis (la figlia di Janet Leigh), Eli Roth e Peter Bogdanovich, il regista Alexandre O. Philippe esamina le 78 posizioni della macchina da presa e i 52 tagli usati da Hitchcock per la leggendaria scena della doccia di «Psyco» (Studio Universal).
«Psyco» uscì nel 1960 e all’epoca Hitchcock era un regista ormai ampiamente affermato, avendo all’attivo capolavori come: «La finestra sul cortile», «Caccia al ladro», «Intrigo internazionale». «Psyco» nasce dall’esperienza televisiva di «Alfred Hitchcock Presents» (CBS, 1955-60): per l’uso del bianco e nero e soprattutto per l’utilizzo della stessa troupe che lavorava per i telefilm.
Durante la realizzazione della serie, infatti, il regista scrive il film, lo finanzia e lo produce con la Shamley Productions, la casa di produzione da lui fondata. Il titolo «78/52» si riferisce, appunto, al numero di inquadrature e al numero di tagli della famosa sequenza della doccia in cui viene accoltellata la protagonista Janet Leigh.
Un’intera settimana dedicata solo a quella scena, che dura tre minuti, rispetto alle quattro che ci sono volute per girare l’intero film. Una delle scene più iconiche della storia del cinema, citata decina di volte in altri film e, come tutte le scene madri, soggetta a mille interpretazioni.
Come sempre, quelle sociologiche sono le meno interessanti (la paura della guerra, il corpo femminile sotto attacco…), mentre Alexandre O. Philippe analizza il quadro che Norman (Anthony Perkins) toglie per poter spiare Marion che fa la doccia.
Il quadro è dell’inizio del XVII secolo, s’intitola, «Susanna e i Vecchioni» e tratta una storia di moralità, di adulterio ma anche di voyerismo. Quel quadro è la chiave di lettura, almeno una delle più significative.