Corriere della Sera, 2 agosto 2018
Adesso Fausto Brizzi è pronto a chiedere alle ragazze il risarcimento dei danni
Dalla memoria del cellulare di Fausto Brizzi sono affiorati messaggi che, in un eventuale processo per violenza sessuale nei suoi confronti, avrebbero smobilitato l’accusa e imbarazzato la presunta vittima. Messaggi illogici se letti alla luce (frammentaria) della denuncia per molestie. Perfettamente coerenti, invece, se inquadrati in un contesto di reciprocità fra Brizzi e la donna. «Che belle sensazioni ho avuto» commenta in un messaggino riepilogativo post incontro lei, che a febbraio di quest’anno ha presentato la denuncia per violenza sessuale nei confronti del regista. Ed è proprio questo uno degli elementi che Brizzi utilizzerà per avviare una richiesta di risarcimento danni. L’autore di Notte prima degli esami ha invece escluso un’azione penale. Una contro denuncia per calunnia non è mai stata in ballo e non lo è neppure adesso. Secondo i legali è infatti molto complicato dimostrare che chi lo ha denunciato fosse consapevole della sua innocenza al momento in cui si è presentato agli investigatori.
È chiaro che si dovrà aspettare la decisione del giudice per le indagini preliminari. A seconda di quello che dirà in merito alla proposta di archiviazione della procura si misureranno i margini della manovra risarcitoria di Brizzi. Ma fin d’ora il suo avvocato, Antonio Marino, è convinto che sarà quello – il tribunale civile – la sede ideale della rivincita del suo cliente anche per arginare il fiume di testimonianze sui social o in tv. Secondo diverse deposizioni, alcune delle quali andate in onda a Le Iene, Brizzi avrebbe invitato le giovanissime in uno studio/appartamento per un casting, ma poi avrebbe tentato approcci sessuali e almeno in un caso si sarebbe anche spogliato davanti a loro. In particolare una, con il volto coperto, aveva riferito di essere stata costretta a cedere alle avances sempre più insistenti per costrizione. Quelle testimonianze, una decina, si erano ridotte a tre denunce in tutto. Due delle quali «improcedibili» perché depositate molto oltre i sei mesi entro i quali la legge prevede la denuncia di una violenza sessuale.
«D’ora in poi sarà tolleranza zero nei confronti di chi riproporrà insinuazioni o allusioni in ordine a presunte molestie sessuali da parte del regista» dicono dall’entourage di Brizzi. Si fa anche strada nella mente del regista il convincimento che dietro l’onda che ha quasi travolto la sua reputazione – mesi fa aveva dovuto farsi da parte anche con la sua casa di produzione – ci sia un’unica regia. Quanto al terzo esposto le indagini difensive hanno evidenziato altri elementi. Ad esempio che fra la ragazza e Brizzi ci sarebbe stato un altro incontro, nello stesso appartamento/loft, alcuni giorni dopo la presunta violenza sessuale. Il contenuto di altri due messaggini, anche questi spediti dalla ragazza al regista in seguito alla presunta violenza, si è rivelato importante: «Appena posso ti richiamo», ha scritto lei mostrando di voler conservare il rapporto con Brizzi. E un altro ancora, stavolta scherzosamente complice, dopo aver ricevuto in regalo un libro dal regista stesso: «Ti devi inginocchiare – scrive – perché non mi hai fatto una dedica». Su Facebook aveva invece postato commenti entusiastici sui film del regista.
«Quando c’era da accusarlo, tutti evidenziavano come Fausto fosse il regista della Leopolda. Oggi tutti zitti. Qualcuno sa che fine ha fatto il giornalista delle Iene che ha lanciato lo scandalo? Un piccolo indizio: seguite cinque stelle e troverete la soluzione», commenta Matteo Renzi parlando in riferimento al giornalista Dino Giarrusso che è stato candidato con i 5 Stelle ma non è stato eletto.