la Repubblica, 1 agosto 2018
Dai pochi medici ai ricoveri inutili, le cause del disastro dei pronto soccorso
da inappropriata da parte dei pazienti. I problemi dei pronto soccorso sono difficili da risolvere perché derivano da più fattori. Andrebbero sistemati tutti per migliorare le cose e offrire una servizio di emergenza efficiente in tutto il Paese.Le carenze di personaleLa specializzazione in medicina di urgenza è nata da pochi anni, nel 2009. Solo per 2018 si è deciso un aumento importante delle borse di studio, passate da 181 a 256. È però un dato di fatto che i pronto soccorso (dove possono lavorare anche gli specializzati in medicina interna) siano i reparti che soffrono di più per le carenze degli organici.La Simeu, società scientifica della medicina di emergenza, ha appena avviato un’indagine proprio per sapere «quanti sono i medici che effettivamente lavorano nelle strutture dell’emergenza e quanti ne mancano rispetto al necessario».Un lavoro duroLe Regioni assumerebbero anche ma quando si fanno i concorsi in pochi si presentano. In più capita che i medici dei pronto soccorso dopo qualche anno si stanchino e chiedano di essere spostati. «Si tratta di un lavoro molto duro, che sottopone a uno stress grandissimo», spiega Stefano Grifoni, consigliere Simeu e direttore del pronto soccorso di Careggi a Firenze, una struttura da circa 130mila accessi l’anno. «Si fanno molti turni di notte e nel weekend, l’attività è usurante e ci sono pochi sbocchi di carriera. In più è molto difficile fare attività libero professionale. E poi in questi anni è molto aumentata l’aggressività delle persone che si rivolgono a noi».I problemi organizzativiSe nelle stanze dell’emergenza spuntano le barelle, vuol dire che nei reparti non ci sono posti letto dove ricoverare i malati. In certi ospedali i lettini di fortuna sono una presenza costante, specialmente al Sud. «Sono stati tagliati troppi letti in questi anni, senza pensare ad alternative valide – dice Grifoni – Abbiamo una popolazione sempre più anziana, che ha bisogno di essere ricoverata». E così i pronto soccorso si intasano e qualcuno aspetta sulla barella anche per 3-4 giorni.Scarso filtro del territorioPrima di finire al pronto soccorso, se non sono gravi i cittadini dovrebbero avere delle alternative. E invece spesso non ci sono. Magari perché nel weekend non c’è il medico di famiglia e non si vuole chiamare quello di guardia. A volte invece è una questione di fiducia, che viene riposta solo nell’ospedale.InappropriatezzaCome il resto della sanità, anche l’emergenza vede richieste inappropriate. Le alte percentuali di codici bianchi o azzurri (circa il 25% del totale) che ogni giorno devono essere affrontati dai pronto soccorso sono lì a dimostrarlo. Grifoni su questo ha una sua idea. «La gente ha capito che l’unico punto dove ti danno una risposta rapidamente è il pronto soccorso. E noi non possiamo dire al malato cosa sia appropriato o cosa no, perché quello vuole una risposta. Del resto se trovassero una soluzione diversa per i loro problemi non verrebbero in ospedale». Spesso si va in pronto soccorso per avere l’accertamento che fuori richiederebbe troppo tempo ma così si contribuisce a intasare il lavoro dell’emergenza.