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 2018  agosto 01 Mercoledì calendario

Il sogno di Dazn, la Netflix dello sport, debutta con la partita del debito

Juventus-Napoli e Roma-Lazio alla settima d’andata si potranno vedere solo su Sky, come Inter-Milan della nona o Juventus-Inter della 15esima. Attenzione però, perché per chi vorrà vedere in Tv – o meglio in video visto che parliamo di una piattaforma in streaming – Inter-Juventus della 15esima di ritorno o Juventus-Roma della 17esima di andata o il derby della Mole, Torino-Juventus, alla 16esima di andata, non ci sarà alternativa a Dazn. E anche per i tifosi del Napoli non ci sarà scelta: le prime due giornate solo sulla piattaforma di Perform Group.
Meglio incominciare a familiarizzare con la “Netflix dello sport”, che per le prossime tre stagioni ha deciso di lanciare la sua scommessa sul calcio in Italia. Una sfida giunta ieri al suo primo passaggio chiave, con la definizione del palinsesto per le prime tre giornate – e con la scelta dei 20 big match esclusiva di Sky (16) o Dazn (4) – di una Serie A che sperimenterà, per la prima volta, l’esclusiva tv per prodotto. E quindi sette partite su 10 ogni giornata si vedranno solo su Sky. Per le altre 3 (fra cui l’anticipo del sabato sera) c’è la piattaforma di Perform, che ambisce a ritagliarsi il ruolo di “Netflix dello sport”. 
Non ci saranno più quindi partite visibili su più piattaforme, in contemporanea e grazie a più gestori (il satellite per Sky e il digitale terrestre per Mediaset Premium fino all’ultima stagione). Da ieri il tifoso vede avvicinarsi l’eventualità-necessità di organizzarsi per seguire la Serie A senza perdersi la polpa. Due le scelte, non si scappa: o doppio abbonamento (se fatto via Sky con uno sconto di 2 euro rispetto ai 9,99 euro da aggiungere come prezzo di listino di Dazn al proprio abbonamento) o bar e amici, come ai vecchi tempi. Anche gli abbonati a Mediaset Premium sono in qualche modo interessati. Ma solo perché avranno l’abbonamento a Dazn compreso nella loro offerta a 19,90 al mese: più costoso che abbonandosi separatamente a Dazn (9,99 euro con un mese di prova gratuita) ma puntando a far breccia con l’offerta di cinema e serie tv. Del resto Mediaset non ha di suo alcun diritto di trasmissione per la Serie A in tv per il prossimo triennio.
Il campionato “a due padroni” è arrivato così al primo dunque. Il settore dell’intrattenimento sportivo è uno dei pochi ad aver resistito alle trasformazioni tecnologiche di questi anni. Ma ora c’è un’azienda britannica (Perform Group) controllata da un miliardario americano di origini ucraine (Len Blavatnik) che con il lancio di una nuova piattaforma di streaming (Dazn) vuole fare quello che Netflix ha fatto ai grandi network televisivi: mettere in atto quella che in gergo si chiama «disruption», ossia una forma di concorrenza basata sull’impiego di nuove tecnologie tale da mettere in discussione il modello di business delle aziende che finora hanno dominato il mercato. Che poi è quello che Amazon sta facendo al settore delle vendite al dettaglio, oppure che Google e Facebook stanno facendo al mondo dei media tradizionali.
La scommessa di Perform si basa soprattutto su un ricorso al debito molto intensivo. Un fardello che continua a crescere di pari passo con l’espansione del business e che, al 31 marzo di quest’anno, era pari a 787,7 milioni di sterline (al netto dei 111,4 milioni di cassa il saldo è a 676,3). La società ha emesso in questi anni bond con scadenza 15 novembre 2020 per un ammontare di 215 milioni di sterline su cui l’azienda paga una cedola maxi dell’8,5 per cento. Il resto del debito è rappresentato da un prestito contratto con una finanziaria che fa riferimento al suo principale azionista (Access Industries, holding di Blavatnik) su cui paga, anche in questo caso, interessi molto alti, pari all’8 per cento. 
Il prestito dovrà essere rimborsato entro il 12 agosto 2019, ma con ogni probabilità sarà rifinanziato se non convertito in azioni perché ad oggi la società non genera cassa ma la brucia. Il lancio della nuova piattaforma Dazn ha del resto richiesto investimenti notevoli. Solo nel primo trimestre Perform ha dovuto sostenere costi operativi per 108 milioni, serviti a pagare i diritti tv ma anche gli investimenti tecnologici e in marketing, a fronte di ricavi per 114,9 milioni. Se si sommano tutte le altre spese sostenute (come gli interessi sul debito) l’ultima riga del conto economico al primo trimestre fa registrare un rosso pari a 82,9 milioni di sterline. Una perdita che si va a sommare ai 485,5 milioni persi nel 2017 e ai 104,6 del 2016. Perform, che al 31 marzo aveva un patrimonio negativo per 331,5 milioni, ha bruciato cassa per oltre 86 milioni di sterline in soli tre mesi. Gli restano risorse per 111 milioni, buona parte dei quali servirà a pagare gli interessi sul debito.
Secondo Standard & Poor’s, che un anno fa ha declassato del rating della società portandolo a CCC+ (giudizio che si assegna a titoli estremamente speculativi) «la struttura di capitale dell’azienda è insostenibile nel lungo termine». I mercati tuttavia non sembrano dare segnali di allarme e i bond a oggi quotano sopra il prezzo di emissione. Come mai? Molto probabilmente perché il principale azionista, nonché principale creditore, è il 48esimo uomo più ricco al mondo secondo Forbes, titolare di un patrimonio personale stimato intorno ai 20 miliardi di dollari. 
La tenuta del gruppo in questa sua fase di espansione dipende soprattutto dalla sua disponibilità a continuare a dare supporto finanziario alla società. Almeno fintanto che non sarà in grado di camminare da sola. Il nome di Blavatnik rappresenta evidentemente una garanzia per il colosso giapponese della pubblicità Dentsu che quest’anno ha rilevato il 10% delle azioni Perform per 300 milioni di sterline. Numeri che implicano una valutazione di 3 miliardi per la società e fanno di Perform la startup tecnologica di maggior valore nel Regno Unito. Prezzi giustificati? Per scoprirlo bisognerà vedere se e in che misura il pubblico degli appassionati di sport, in Italia e negli altri mercati dove l’azienda ha lanciato la sua piattaforma, sarà disposto ad abbandonare i canali tradizionali e scegliere Dazn.