Il Messaggero, 1 agosto 2018
Anna Lou, la figlia di Asia e Morgan, imbratta un bus e poi posta tutto
Le manine a V di vittoria accanto allo sfregio, la story di Instagram col titolo esplicativo, «Imbrattato», per mostrare i sedili del bus spruzzati di viola, il ghirigoro a mo’ di firma. Sembra dire: sono stata io. Anna Lou, la figlia 17enne di Morgan e Asia Argento, rischia una denuncia da parte dell’Atac e una multa fino a 1.000 euro per imbrattamento, così dice l’articolo 639 del codice penale per il «deturpamento delle cose altrui». L’episodio è venuto fuori ieri, dopo che un blog, Romafaschifo, ha pubblicato gli screenshot del filmato pubblicato dalla ragazza sul social network e poi cancellato, quando però era troppo tardi.
RISCHIA UNA MULTALa partecipata dei trasporti di Roma, come sempre avviene in questi casi, ha avviato un’indagine interna per capire quale sarebbe la navetta inzaccherata con la bomboletta spray; a quel punto dovrebbe partire un esposto alla Procura, solo così si potrebbe arrivare alla sanzione.
Lei, Anna Lou, su Instagram ieri notte si è detta pentita della «ragazzata», ma a modo suo: «Chiedo scusa – ha scritto – ma non in modo conformista». Non si è rivolta insomma a «chi non sa nulla di me, di mio padre e mia madre, essere figlia loro non è una colpa», né a chi «non sa cosa significa avere oggi 17 anni, in questo mondo privo di esempi gentili, violento e disumano». Chissà che esempio gentile è vandalizzare un bus, verrebbe da dire. Le scuse, scrive la figlia dell’attrice e del cantante, vanno «alle persone che si sono sporcate magari l’unica giacca che hanno», «a chi deve pulire», e «ai contribuenti» che pagheranno il lavoro straordinario, e pure ai genitori «per avere dato un’altra occasione per criticarli». In ogni caso, annota, quello che ha fatto «non è una cosa strana per una ragazza della mia età». Sarà.
LINEA DURA«Comportamenti di questo tipo non devono restare impuniti», è la linea del Campidoglio, che parla per bocca dell’assessore alla Mobilità, Linda Meleo. La sindaca Virginia Raggi per il momento non si sbilancia, a Palazzo Senatorio aspettano l’esito dell’inchiesta di Atac ma ribadiscono che il piglio per fronteggiare i teppisti è sempre lo stesso, quello del «pugno duro». Logica punitiva, ma anche educativa, in qualche modo: chi ha imbrattato il bus, è la linea del Comune, dovrà chiedere scusa e ripulirlo. I precedenti del resto non mancano: a gennaio quattro concorrenti di Amici vennero spediti a raccogliere i sacchi dell’immondizia dopo una bravata che Maria De Filippi non perdonò facilmente. Lavorare insieme ai netturbini, commentò Raggi, «sarà stata per voi senz’altro un’esperienza dura, ma che vi ha fatto maturare». Tornando all’Atac, tempo fa un teppista che aveva lasciato le sue pennellate sui portelloni di un bus, una volta scoperto, è andato per un mese in deposito a ripulire le navette, per capire quanto sia veloce sporcarle e quanta fatica, e tempo, costi far sparire le macchie.